Alessandro Berteotti

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giovedì 14 agosto 2008

La crisi in Ossezia è anche una nostra preoccupazione

Oggi parliamo di politica internazionale. Questo non accade in consiglio comunale e a mio parere è un grosso limite, dovuto al fatto che la Lega ha imposto alla nostra assise discussioni solo di problemi locali.
In questi giorni assistiamo ai drammatici fatti dell'Ossezia e della Georgia. La diplomazia internazionale ha tentato un intervento immediato, dettato anche dalla concomitanza dell'inizio della crisi con l'inaugurazione dei Giochi Olimpici.
Però questa crisi sta mettendo in luce alcuni aspetti estremamente importanti. Il primo è che gli Stati Uniti, ed in particolare la figura del Presidente Bush, non sono in grado di poter gestire questa crisi, malgrado la voce grossa fatta nelle ultime dichiarazioni. Il secondo è che l'Europa è il vero mediatore di questa situazione, anche grazie all'azione della Francia ed il terzo è che l'Italia, ed in particolare il Ministro Frattini, sono rimasti assenti da questo importantissimo frangente.
Ieri sera al telegiornale delle 20.00 di RaiUno, Frattini ha dichiarato di aver seguito la crisi dalle Maldive tramite i moderni mezzi di telecomunicazione: una giustificazione accettabile solo da chi ci vuole credere comunque. In realtà, la presenza fisica personale è fondamentale, sia per l'immagine che per la sostanza, per avere il supporto degli uffici e poter tenere efficacemente i contatti con gli interlocutori internazionali.
Il commento di Le Monde verso il Presidente Bush è maligno: "Mentre scambiava alcuni colpi in spiaggia con le ragazze della squadra americana di beach-volley alle Olimpiadi di Pechino, la Georgia - la migliore amica degli Stati Uniti nell'ex blocco dell'Est, salutata come 'faro della liberta' durante una visita del 2005 a Tbilisi - veniva schiacciata dalla Russia", si legge nel commento del giornale parigino. Se a Bush e Pechino sostituiamo Frattini e Maldive, l'equazione si risolve con lo stesso risultato.
La Georgia in argomento non è lo stato americano, ma un stato indipendente della ex URSS nel quale passa il più grande oleodotto russo, quindi ha una posizione strategica nello scacchiere delle energie mondiali. L'Europa dipende in buona parte dalle energie russe, basti ricordare il peso della crisi tra Russia ed Ucraina per il gas naturale negli ultimi due inverni e le minacce di quest'ultima di chiusura dei gasdotti.
L'Europa ha una grande occasione di diventare mediatore di questa crisi e di governare il futuro delle relazioni internazionali; per i prossimi sei mesi l'America non potrà essere incisiva sul piano internazionale, trovandosi nel momento delle elezioni del nuovo Presidente. Esserci è essenziale, restare in vacanza alle Maldive è demenziale. L'Italia e l'Europa dipendono dall'energia russa, ma devono riuscire a difendere la democrazia a tutti i costi, perchè il futuro a lungo termine dipende più dagli assetti politici che dallo sfruttamento dell'energia.

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