Alessandro Berteotti

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sabato 9 agosto 2008

Cara Busto, non farti illusioni

Che tristezza tornare nella mia città dopo circa tre settimane e trovarla in queste condizioni! Forse la mia è una fortuna, quella di essere stato assente in questi giorni e non aver partecipato alle discussioni, che spesso sfociano in polemica, generatesi intorno a fatti importanti come le novità sull'area delle Nord o il rimpasto di Giunta.
Cerchiamo di approfondire. L'area delle Nord fa parte del progetto d'area di Malpensa che è stato deliberato da Stato e Regione Lombardia nel 1998 (oltre che dal nsotro comune) e che avrebbe dovuto portare a ben altri risultati fin da molto tempo fa. Da allora vi sono stati almeno due progetti sulla scena cittadina: il primo proposto da due professionisti locali, che hanno presentato anche un plastico che prevedeva soluzioni degne dei migliori sceneggiatori di Hollywood. Il progetto, nato in epoca Tosi, è stato abbandano dal suo successore, che ha invece presentato un secondo progetto per la rinascita di questo territorio, per cui è stato scomodato il famoso architetto svizzero Mario Botta, costato alla città qualche decina di migliaia di euro, ma senza essere arrivato a produrre nemmeno un plastico comparabile con il primo. Due progetti annunciati entrambi con toni trionfalistici e con prospettive di breve termine, di fatto tante promesse e solo parecchi soldi buttati senza risultati.
Ora siamo a questa terza fase, dieci anni dopo il nulla; annunciata al mese di agosto, quando la città ed i suoi "corpi sociali" sono assenti o si dedicano di malavoglia all'esercizio di funzioni cerebrali. Non solo: questo progetto viene annunciato alla stampa senza averne dato la benchè minima visibilità al consiglio comunale e alle parti politiche, almeno alle minoranze, costringendo per forza di cose ad un atteggiamento quanto meno "prudente" il tono delle dichiarazioni dei suoi rappresentanti. Per quello che può valere, dico che non si fa così. Voi cosa ne pensate?
Anche perchè, la storia politica della nostra città ce lo racconta, esiste una situazione talmente contorta anche nella maggioranza al punto che ormai dobbiamo parlare di "maggioranze", esattamente come prima ho parlato di minoranze, al plurale.
Semmai questa soluzione dovesse arrivare ad un risultato, sarà quasi obbligatorio che la nuova giunta che si andrà a realizzare (forse) nei prossimi giorni (e anche qui, basti pensare che si parla di rimpasto da oltre un anno!), resista nella sua collocazione politica di maggioranza almeno il tempo necessario a rendere operativi i propri programmi e progetti. Altrimenti, come dice il proverbio, non ci sarà due senza tre e mi sembra di capire che, anche per le proposte che si avanzano con la nuova composizione di giunta, vi saranno grossi problemi alle viste, fin dal primo consiglio comunale.

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