E rieccomi qui, con qualche giorno di anticipo, di ritorno dalle ferie. Un periodo davvero molto bello perchè trascorso con la mia famiglia e per questo sarebbe stato magnifico ovunque fossimo andati. Ancora meglio essere stati su di un'isola particolare come l'Elba, a cui sono particolarmente legato.
Sono state anche vacanze di letture e riflessioni, che spero potranno arricchire queste pagine e proporre anche qualche approfondimento particolare: mai come in questo periodo ho potuto rendermi conto di quanti errori siano stati fatti in questi ultimi anni, sia nell'approccio culturale che, soprattutto, da quello politico e di quanto poco ci siamo soffermati a riflettere su alcune cose che pure avrebbero dovuto richiamare la nostra attenzione, sia come politici che come cittadini.
Ho potuto avere qualche incontro "speciale", come quello di sabato 26 luglio con Gian Antonio Stella, il giornalista del Corriere autore di "La Casta" e "La Deriva", ma anche di un altro testo che dovrebbe essere ripreso con maggiore attenzione, "L'Orda", ovvero quando i clandestini e gli immigrati non graditi eravamo noi italiani.
Ho potuto sperimentare l'assurdità dei pressi presso gli stabilimenti balnerari (da 15 a 17 euro per un ombrellone e un lettino) e pure quelli per comprare gli stessi prodotti di tutti i giorni presso la medesima catena di supermercati dove acquistiamo abitualmente i prodotti per la vita di tutti i giorni. Farò solo un esempio: un sacchetto di Gocciole Pavesi da 500 gr. a Busto costa 1,96 euro, a Portoferraio 2,26 e a Procchio 2,52. La stessa differenza è visibile anche su decine di altri prodotti, alimentari e non, con una forbice di costi maggiori che va quindi dal 10 al 20 per cento e anche più.
Vorrei soffermarmi un attimo a riflettere proprio su questo caso specifico: essere su di un'isola, di fatto, pone il turista nella condizione di non avere potere contrattuale, ammesso che da qualche altra parte questo sia possibile e plausibile. Puoi lamentarti che i prezzi sono alti, ma se si parla con la gente del posto il ritornello è che loro lavorano per quei pochi mesi quando c'è turismo, per il resto dell'anno non lavorano. Quindi è giusto guadagnare come fanno le formiche, mettendo via il più possibile, quando si può. Voi cosa dite?
Le ferie sono già una benedizione quando le si può godere in pace a casa propria, ma anche cambiare aria per qualche giorno giova alla salute. Sulla strada del ritorno abbiamo visto tante auto viaggiare nella direzione opposta e auguriamo a tutti di poter avere un periodo sereno e lieto, in compagnia o da soli, al mare o in montagna o anche a casa propria. Ma non staccate la spina del cervello, mai.
Chiudo questo articolo di "riapertura" con una nota: venerdì 25 luglio c'è stato consiglio comunale a Busto Arsizio. Ho visto il lungo elenco di persone assenti e credo che dato il periodo fosse quasi scontato che alcuni avrebbero potuto essere via. Ho letto anche di polemiche su questo punto: voglio solo precisare che ho comunicato la mio periodo di assenza al Presidente Speroni e al Sindaco dal mese di maggio 2008. Come lavoratore dipendente devo programmare le ferie con largo anticipo e non posso nemmeno fare calcoli opportunistici circa la mia presenza o assenza in consiglio. Mi spiace solo che vi sia una natuale propensione alla polemica anche quando non vi è alcun fondato motivo per farla.
Non sono in grado di garantire un articolo quotidiano fino a giovedì 7 agosto, perchè sarò lontano per lavoro e non so se potrò pubblicare. Nel caso, lo potrete vedere da soli...
Sono state anche vacanze di letture e riflessioni, che spero potranno arricchire queste pagine e proporre anche qualche approfondimento particolare: mai come in questo periodo ho potuto rendermi conto di quanti errori siano stati fatti in questi ultimi anni, sia nell'approccio culturale che, soprattutto, da quello politico e di quanto poco ci siamo soffermati a riflettere su alcune cose che pure avrebbero dovuto richiamare la nostra attenzione, sia come politici che come cittadini.
Ho potuto avere qualche incontro "speciale", come quello di sabato 26 luglio con Gian Antonio Stella, il giornalista del Corriere autore di "La Casta" e "La Deriva", ma anche di un altro testo che dovrebbe essere ripreso con maggiore attenzione, "L'Orda", ovvero quando i clandestini e gli immigrati non graditi eravamo noi italiani.
Ho potuto sperimentare l'assurdità dei pressi presso gli stabilimenti balnerari (da 15 a 17 euro per un ombrellone e un lettino) e pure quelli per comprare gli stessi prodotti di tutti i giorni presso la medesima catena di supermercati dove acquistiamo abitualmente i prodotti per la vita di tutti i giorni. Farò solo un esempio: un sacchetto di Gocciole Pavesi da 500 gr. a Busto costa 1,96 euro, a Portoferraio 2,26 e a Procchio 2,52. La stessa differenza è visibile anche su decine di altri prodotti, alimentari e non, con una forbice di costi maggiori che va quindi dal 10 al 20 per cento e anche più.
Vorrei soffermarmi un attimo a riflettere proprio su questo caso specifico: essere su di un'isola, di fatto, pone il turista nella condizione di non avere potere contrattuale, ammesso che da qualche altra parte questo sia possibile e plausibile. Puoi lamentarti che i prezzi sono alti, ma se si parla con la gente del posto il ritornello è che loro lavorano per quei pochi mesi quando c'è turismo, per il resto dell'anno non lavorano. Quindi è giusto guadagnare come fanno le formiche, mettendo via il più possibile, quando si può. Voi cosa dite?
Le ferie sono già una benedizione quando le si può godere in pace a casa propria, ma anche cambiare aria per qualche giorno giova alla salute. Sulla strada del ritorno abbiamo visto tante auto viaggiare nella direzione opposta e auguriamo a tutti di poter avere un periodo sereno e lieto, in compagnia o da soli, al mare o in montagna o anche a casa propria. Ma non staccate la spina del cervello, mai.
Chiudo questo articolo di "riapertura" con una nota: venerdì 25 luglio c'è stato consiglio comunale a Busto Arsizio. Ho visto il lungo elenco di persone assenti e credo che dato il periodo fosse quasi scontato che alcuni avrebbero potuto essere via. Ho letto anche di polemiche su questo punto: voglio solo precisare che ho comunicato la mio periodo di assenza al Presidente Speroni e al Sindaco dal mese di maggio 2008. Come lavoratore dipendente devo programmare le ferie con largo anticipo e non posso nemmeno fare calcoli opportunistici circa la mia presenza o assenza in consiglio. Mi spiace solo che vi sia una natuale propensione alla polemica anche quando non vi è alcun fondato motivo per farla.
Non sono in grado di garantire un articolo quotidiano fino a giovedì 7 agosto, perchè sarò lontano per lavoro e non so se potrò pubblicare. Nel caso, lo potrete vedere da soli...
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