All’annuncio di Bossi di voler rimettere l’ICI sulla prima casa per sostenere il federalismo, gli oppositori hanno commentato che il Governo era in stato confusionale. In realtà la situazione è ben peggiore, e richiedono un’analisi più seria e composta. Un conto è la comunicazione mediatica che richiede tre secondi per commentare un fatto, altro è comprendere e spiegare gli avvenimenti.
Questo è anche lo scopo per cui ho aperto questo blog, per cui se vorrete seguire il mio ragionamento e commentarlo, forse riusciremo insieme a capire un po’ meglio come vanno le cose, in verità, in questo nostro povero paese.
Vorrei introdurre l’argomento con la dichiarazione odierna di Brunetta: “Sui fannulloni io tiro dritto, sessanta milioni di italiani sono con me”. Evidentemente la dichiarazione non è oggettiva, per diversi fattori: 1) nel nostro paese vi sono solo 58 milioni di italiani e non 60; 2) Brunetta comprende nel novero delle persone anche lattanti e bambini, ancora incapaci di un proprio giudizio critico; 3) perfino i fannulloni, di cui è impossibile stimare il numero, sono però con lui, essendo compresi nel totale.
Come ho già scritto nel post di lunedì 18 agosto, i presunti fannulloni hanno già detto come la pensano, ma forse il ministro intende mettere in discussione il contratto del lavoro pubblico, oggi molto più protezionista del passato rispetto al privato.
Arriviamo dunque a Bossi e alla sua uscita sull’ICI. Nella battaglia elettorale della scorsa primavera, hanno a mio giudizio pesato molto due fatti: l’attesa della gente per una tassazione meno aggressiva e lo sconforto causato dal vedere ministri del Governo Prodi in piazza a protestare contro se stessi.
Anche se il Centrodestra è in grado di gestire meglio la propria comunicazione, resta il fatto che le affermazioni del Senatùr ripetono esattamente questi due errori.
L’ICI è stata la prima tassa veramente federale che sia stata introdotta, perché colpisce la ricchezza immobiliare comunale. E’ stato giusto eliminarla dalla prima casa perché essa è un diritto costituzionale. Ma l’ICI è rimasta per tutti gli altri immobili, quindi non vi può essere fraintendimento: ciò che si vuole reintrodurre è proprio la tassa sulla prima casa! Ma come: abbiamo brigato tanto per farla togliere, ed ora il capo del partito più localista che c’è la vuole rimette, alla stregua dei più beceri statalisti pro-meridionali? Questo è un fatto, e non è certo la smentita di Calderoli a ridare credito alla politica del Centrodestra.
Di qui la considerazione che Bossi sia il ministro che parla contro il Governo. Altro che messaggio subliminale per Berlusconi! Bossi non ha l’abitudine di parlare per sottintesi, non ne è capace, e questa è anche la sua forza. Rimescola le carte, e per farlo non ci pensa due volte ad andare giù pesante, anche perché le amministrazioni locali sono oggettivamente in difficoltà con questa strategia del Governo. Quindi il Nord soffre per questa tattica e la conferma di questo stato di agitazione della Lega lo si percepisce evidente anche alle nostre latitudini.
Questo è anche lo scopo per cui ho aperto questo blog, per cui se vorrete seguire il mio ragionamento e commentarlo, forse riusciremo insieme a capire un po’ meglio come vanno le cose, in verità, in questo nostro povero paese.
Vorrei introdurre l’argomento con la dichiarazione odierna di Brunetta: “Sui fannulloni io tiro dritto, sessanta milioni di italiani sono con me”. Evidentemente la dichiarazione non è oggettiva, per diversi fattori: 1) nel nostro paese vi sono solo 58 milioni di italiani e non 60; 2) Brunetta comprende nel novero delle persone anche lattanti e bambini, ancora incapaci di un proprio giudizio critico; 3) perfino i fannulloni, di cui è impossibile stimare il numero, sono però con lui, essendo compresi nel totale.
Come ho già scritto nel post di lunedì 18 agosto, i presunti fannulloni hanno già detto come la pensano, ma forse il ministro intende mettere in discussione il contratto del lavoro pubblico, oggi molto più protezionista del passato rispetto al privato.
Arriviamo dunque a Bossi e alla sua uscita sull’ICI. Nella battaglia elettorale della scorsa primavera, hanno a mio giudizio pesato molto due fatti: l’attesa della gente per una tassazione meno aggressiva e lo sconforto causato dal vedere ministri del Governo Prodi in piazza a protestare contro se stessi.
Anche se il Centrodestra è in grado di gestire meglio la propria comunicazione, resta il fatto che le affermazioni del Senatùr ripetono esattamente questi due errori.
L’ICI è stata la prima tassa veramente federale che sia stata introdotta, perché colpisce la ricchezza immobiliare comunale. E’ stato giusto eliminarla dalla prima casa perché essa è un diritto costituzionale. Ma l’ICI è rimasta per tutti gli altri immobili, quindi non vi può essere fraintendimento: ciò che si vuole reintrodurre è proprio la tassa sulla prima casa! Ma come: abbiamo brigato tanto per farla togliere, ed ora il capo del partito più localista che c’è la vuole rimette, alla stregua dei più beceri statalisti pro-meridionali? Questo è un fatto, e non è certo la smentita di Calderoli a ridare credito alla politica del Centrodestra.
Di qui la considerazione che Bossi sia il ministro che parla contro il Governo. Altro che messaggio subliminale per Berlusconi! Bossi non ha l’abitudine di parlare per sottintesi, non ne è capace, e questa è anche la sua forza. Rimescola le carte, e per farlo non ci pensa due volte ad andare giù pesante, anche perché le amministrazioni locali sono oggettivamente in difficoltà con questa strategia del Governo. Quindi il Nord soffre per questa tattica e la conferma di questo stato di agitazione della Lega lo si percepisce evidente anche alle nostre latitudini.
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