Alessandro Berteotti

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giovedì 6 novembre 2008

La lezione americana

Ieri l'America ha eletto in Barack Obama il suo 44.mo Presidente, con una grande scelta di popolo, avendo vinto largamente sia per i grandi elettori che come numero di voti. Anche al Senato ora i Democratici hanno una schiacciante maggioranza, eppure questo non ha fatto perdere al candidato repubblicano McCain uno stile che i nostri politici non hanno e forse non hanno mai avuto. Almeno quelli degli ultimi 20 anni.
McCain ha riconsociuto la vittoria di Obama, con parole assolutamente sconosciute ai nostri politici: "Lui è il mio Presidente". I nostri quando perdono riescono solo ad essere ancora più acidi verso l'avversario, arrivano a rivendicare la vittoria per se anche quando non ce ne sono proprio i presupposti, ma soprattutto reclamano di essere sempre ascoltati quando sono all'opposizione, pretendono il silenzio dell'avversario quando sono al comando.
Non voglio fare giri di parole: sia Veltroni che Berlusconi mi hanno profondamente deluso nei loro atteggiamenti nelle rispettive sconfitte. In America chi perde se ne va, lascia il posto a chi meglio di lui può rappresentare le idee del partito. Una sconfitta è la dimsotrazione del proprio insuccesso, qualsiasi siano le condizioni in cui essa matura.
Ma ciò che mi ha veramente deluso è stata l'uscita odierna di Berlusconi: saluta Obama come un Presidente "giovane, bello e abbronzato". Abbronzato. Per non dire nero. Per non riconoscere che chi non è bianco, ricco e potente non può essere uomo di governo del mondo.
Quasi a reclamare per lui e per quelli come lui, più inclini all'acredine e all'attacco diretto, personale, perfino vile e meschino, sempre disposti a capovolgere la realtà per proporsi come l'unica verità sulla terra, per questi egli pretende di poter giudicare e sentenziare.
Perfidia che arriva a far passare come un complimento quello che il mondo percepisce come un vero e proprio insulto. No amici, mi dispiace, questa volta non posso tollerante e provare a capire le ragioni di chi ragione non ha. E' ora di smetterla di accettare queste posizioni, e anche voi che siete amici di un personaggio di questo calibro dovreste capire che non si fa la storia con queste posizioni, ma si scredita la propria nazione che ha ben altri valori e vuole persone che li sappiano rappresentare.
Questo è il momento di capire che il mondo cambia e può cambiare in tanti modi. Sicuramente anche i politici di centrosinistra devono capire che chi non troverà il coraggio di cambiare le proprie posizioni e guardare al futuro in modo diverso e meno conformista, senza dietrologie, legate alla storia recente o meno del nostro paese, è già fuori dal gioco. E questo vale per tutti.

1 commento:

Anonimo ha detto...

La dimensione politica di Silvio Berlusconi è quella del bar sport di Zoccorino che, per chi non lo sapesse, "is the heart of brianzashire", bar sport dove la sera si riuniscono tutti i "ganassa"(etimo lombardo) del circondario per sfidarsi a chi le spara più grosse. Lui crede di essere spiritoso, peccato che lo creda solo lui e qualche giullare che lo circonda. Io sinceramente mi vergogno di essere rappresentato da siffatto personaggio; però siccome agli Italiani piace, secondo me, peraltro, meno in questo ultimo periodo, debbo giungere alla conclusione che o sono io ad essere poco italiano, ma non credo, o che una parte degli italiani ha perso senno e capacità di giudizio. Ed è la terza volta che ci caschiamo(io, veramente, mai). Adesso, sinceramente, basta

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