Alessandro Berteotti

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sabato 8 novembre 2008

20.000 euro sotto il Tribunale

Insieme ad un amico giornalista mi sono accorto che la delibera di giunta 554/2008 riportava un impegno di spesa di 20.000 euro per i festeggiamenti voluti per l'inaugurazione del Palazzo di Giustizia, alla presenza del ministro Alfano, proprio quello del famoso omonimo lodo che consente alle prima 4 cariche dello Stato di restare immuni da qualsiasi indagine. Sappiamo tutti bene quale sia l'unica carica che vuole quell'immunità, vero? Alla faccia di tutti i cittadini onesti e disonesti.
Dunque, ci siamo chiesti: perchè? Perchè destinare 20.000 euro per pranzi e champagne quando siamo appena passati da una revisione di bilancio che ha raschiato il barile, andando ad indagare sui residui dei mutui e sugli impegni di spesa non ancora eseguiti per raccattare quattro soldi ed andare avanti con opere urgenti?
Come mai non si trovano con la stessa facilità soldi per sistemare le strade, chiudere buche sui marciapiedi, cambiare l'illuminazione sostituendo le vecchie lampadine con nuove a minor consumo, perchè noi proponiamo il bike sharing o il car pooling quando gli altri non sapevano nemmeno cosa fossero queste cose, e poi abbiamo decine di comuni (tra cui Varese e Milano) che pur arrivando dopo queste cose le hanno già fatte?
Speroni recrimina sul fatto istituzionale, ma io non mi scandalizzo di questo, tanto sappiamo che non riusciremo mai ad avere tutti i soldi che ci spettano. Mi auguro invece che questa sia l'occasione in cui mettersi a parlare della nuova caserma dei Carabinieri in modo un po' più intelligente di quanto non si sia fatto finora.
Evidentemente vogliamo magnificare in modo sfarzoso un evento che poi tanto opulento non è; o per lo meno, visti i tempi che ci abbiamo messo, direi più lento che opulento.
Busto cosa ci guadagna da tutto ciò? Una sede di Tribunale più grande, ma già inadeguata, per la quale si sono dovute fare tante aggiunte, dal tunnel di collegamento al mobilio, altrimenti non sarebbe mai stata agibile. Ma di portare qui la sede della Corte di Assise non se ne parla.
E allora saremo sempre un tribunale di serie B, frutto di una memoria passata più che di un onore recente, figlio della Busto delle Cento Ciminiere e non della Busto dei Servizi di oggi.
Anche su questo dovremmo prima o poi darci qualche risposta, e forse cominciare a toglierci qualche illusione.

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