Alessandro Berteotti

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sabato 1 novembre 2008

Il ricordo dei defunti, segno di rispetto

Un fine settimana particolare, che la Chiesa dedica alla memoria sia dei Santi, le persone che su questa terra più di altre si sono distinte per cercare di essere nella loro vita simili a Gesù, sia alla memoria di tutti i defunti. In termini assoluti questo vuol dire fare memoria delle persone che, col loro insegnamento, con la loro vita, ci hanno lasciato una testimonianza della loro storia, del loro modo di attraversare un momento nella vita del mondo.
Di tanti però non abbiamo più ricordi. Capita così che in queste giornate vi siano tombe completamente coperte di fiori ed altre che sembrano il deserto. Vicino alla tomba di mio suocero c'è quella di una ragazza cinese che fu trovata morta una dozzina di anni fa, ed ora la sua tomba è completamente abbandonata. Nessuno la ricorderà; allora lo faccio io, adesso, qui, e domani portando anche a lei un fiore. E' la terza tomba sulla destra del prima campo a destra entrando dall'ingresso di via Lonate.
Prendo lei ad esempio, ma chissà quante tombe ci sono in queste condizioni. E non tutte di persone che vengono da altri continenti, senza parenti o persone che possano ricordarsi di loro.
Ho notizia che famiglie bustocche di antica tradizione che non vogliono prendersi cura delle tombe di antichi parenti, tanto che ora si stanno liberando tombe nei campi più vecchi del cimitero centrale. Si arriva perfino a litigare per queste tombe, fra parenti, per dire chi debba prendersene carico e cura economica.
Non voglio fare il censore di nessuno, ma non vorrei che queste giornate fossero solo l'ennesima passerella di moda.

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