Alessandro Berteotti

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sabato 17 maggio 2008

Piste ciclabili, sconosciute a Busto Arsizio

Pare che le biciclette non siano gradite a Busto Arsizio. Le strade comunali sono disseminate di buche che mettono a repentaglio la sicurezza sulle due ruote, oppure sono strette, soprattutto nei centri storici, ed il gran numero di veicoli che sfiorano le gambe dei ciclisti non danno certo un senso di serenità.
In periferia sono i mezzi pesanti a infondere paura, sia per la stazza che per la velocità con cui percorrono alcuni tratti di strada, ormai divenuti tristemente famosi, come ad esempio la strada verso il cimitero di Sacconago.
Basta vedere le statistiche degli incidenti per rendersi conto che le biciclette sono spesso vittime (ahimè) negli incidenti più gravi: uno degli ultimi è avvenuto alla piazza della Rotonda a Sacconago, dove un automezzo pesante ha tamponato violentemente un ciclista, uccidendolo.
E' naturale allora chiedersi chi e come stia aiutando i ciclisti; che fine ha fatto il piano delle piste ciclabili della signora Paola Reguzzoni, storico ed altolocato esponente leghista.
In realtà, tutte quelle che sono state realizzate finora sono state una enorme delusione: la ciclabile sul marciapiede di viale Boccaccio, dove le biciclette rischiavano di investire le persone che uscivano di casa; la ciclabile di viale Stelvio, un autentico sconcio progettuale, che ancora adesso lascia costernati nel vedere i problemi che provoca al traffico.
Ultima, ma forse anche la più scandalosa, la ciclabile per eccellenza dall'obitorio al cimitero centrale. Realizzata con fondi FRISL, quindi pubblici, non è mai stata completata (un tratto di una cinquantina di metri di fronte al civico 11 di viale Trentino non fu mai completato ed ora è semplicemente asfaltato). Lungo il suo percorso vi sono negozi commerciali che espongono merce o tavolini; diversi palazzi hanno l'entrata del passo carrabile sulla stessa e, avendo uscite cieche dietro a muri pieni, rischiano ogni volta di travolgere chi passa con la bicicletta.
Inoltre, il tratto della ciclabile è spesso usato come parcheggio anche di giorno da chi risiede lungo i viali costeggiati. E per finire, buona parte del fondo ciclabile è pieno di buche e di corrugamenti creati dalle radici degli alberi che ne hanno spaccato il delicato tappeto.
Vista la crisi del petrolio, molti stanno pensando di tornare a rispolverare vecchie biciclette, ma nello stesso tempo si chiedono con quale spirito andare per le vie della città, con quale sicurezza.
Tornerò sull'argomento per parlare di altre situazioni che coinvolgono il mezzo a due ruote, ma nel frattempo, se avete qualche cosa da dire su questo tema, sentitevi liberi di mandare i vostri commenti!

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Condivido pienamente. Molte volte ho percorso correndo la ciclabile che dall'obitorio porta al cimitero: è tutta irregolare con quel fondo ormai sconnesso ed è anche pericolosa perchè ci sono molti attraversamenti come da lei ricordato. Resta tuttavia una piccola "oasi" per gli amanti del running in una città dove ormai regnano i Suv.

tabra ha detto...

D’accordo su tutto e una triste riflessione su alcuni comportamenti “incivili” che i ciclisti sono COSTRETTI ad assumere per sopravvivere: percorrere i sensi vietati, usare i portici come piste ciclabili, scorazzare nel centro pedonale senza alcuna regola

mariella ha detto...

Uso la bicicletta con regolarità, quando non piove, e mi piacerebbe che il fondo stradale fosse più omogeneo. Le strade di Busto sono un vero disastro e non so come gli assidui elettori della Lega non se ne accorgano. Non uso mai le piste ciclabili perchè troppo pericolose, preferisco la strada.
Complimenti per il blog, nei limiti di tempi che ho, cercherò di frequentarlo.

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