Alessandro Berteotti

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martedì 15 luglio 2008

La schizofrenia del trasporto pubblico regionale

La schizofrenia è una malattia psichiatrica che si evidenzia per la persistenza dell'alterazione del pensiero, del comportamento e dell'emozione; il termine, derivante dal greco, significa "scissione del cervello". Possiamo quindi adottare questo termine per definire la situazione che si sta creando nel trasporto pubblico, mettendo a confronto il piano locale e regionale con le azioni del governo centrale.
Ieri, inaugurando un tratto del Passante ferroviario tra Porta Vittoria e Rogoredo, il Governatore della Regione Formigoni ha affermato che per quanto riguarda la rete ferroviaria milanese "la sufficienza è ben lontana dall'essere raggiunta". Io sono perfettamente d'accordo con lui, e credo lo siano anche i pendolari che ogni giorno partono da Busto Arsizio, come da tutte le città della cintura milanese, per raggiungere il centro della metropoli.
Ma Formigoni è anche uomo di potere centrale, è stato eletto senatore per due volte negli ultimi due anni nelle file del PdL- Forza Italia, rinunciando alla carica per restare al suo posto in Regione. Dunque Formigoni sa che il Governo ha finanziato l'abolizione dell'ICI con i soldi dedicati all'ammodernamento delle reti pendolari metropolitane (mi scusi chi mi legge regolarmente, ma questa cosa non mi va giù nè come politico nè come pendolare).
Questo braccio di ferro tra potere centrale e locale non fa certo bene a chi vuole usufruire delle strutture di trasporto pubblico; però Formigoni è persona esperta e forse, prima di altri, ha colto un problema tecnico che la situazione contingente sta portando alla ribalta.
L'aumento del costo dei carburanti, insieme alla crisi economica, sta spingendo sempre più gente ad usare il mezzo pubblico invece di quello privato. I dati sono precisi: L'osservatorio Audimob ha certificato un aumento del 7,8% del trasporto pubblico, a fronte di una riduzione del 2,1% di quello privato nel primo trimestre 2008. Questo significa che, vista la contrazione continua e forte del mercato dell'auto e, più in generale, dei consumi, questa forbice è destinata ad allargarsi nel corso dell'anno, a favore del trasporto pubblico. Che però versa in gravi condizioni, e non da oggi.
I pendolari ferroviari lo sanno bene: sui treni, negli orari di punta, circa la metà delle persone viaggia in piedi ed in condizioni di viaggio tali per cui i controllori ben si guardano dal chiedere la verifica dei biglietti. E' stato dimostrato che anche i ritardi sono dovuti, in molti casi, alla maggiore affluenza di utenti, che rallentano le operazioni di arrivo e partenza dei treni, i quali, cumulando tanti microritardi quante sono le fermate, arrivano ai nodi ferroviari perdendo le priorità e quindi accumulando ulteriore ritardo. Anche per questo motivo avevamo chiesto di poter accedere come pendolari al Malpensa Express, il treno più inutile e contestato della storia ferroviaria regionale.
Una situazione complessa e paradossale, schizofrenica appunto, considerando ad esempio che la Regione Lombardia è la maggiore azionista di Ferrovie Nord, uno dei maggiori vettori di trasporto pubblico della Regione.
Comprendo la preoccupazione di Formigoni, ma gli chiedo: chi ha amministrato la Regione Lombardia negli ultimi 13 anni? Lui dovrebbe saperne qualcosa e credo che, politicamente, il suo dovrebbe essere un "mea culpa" prima che un "j'accuse"...

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