Ci voleva il costo del petrolio a 150 dollari al barile per far svegliare la comunità internazionale ed anche i cittadini di Busto Arsizio intorno al problema dell'energia, ed in particolare della possibilità di sfruttare le fonti di energia alternativa.
Dei dubbi sul nucleare abbiamo già trattato anche in questo blog, avete avuto modo di esprimervi anche con un sondaggio che ha dimostrato come non esista una idea chiara circa la linea di condotta cui quale fare riferimento.
I pericoli del nucleare sono ancora ben presenti nella mente di coloro che hanno vissuto Chernobil e l'utilizzo dei pannelli solari sia per il riscaldamento domestico ed industriale di acqua, che per la produzione di energia elettrica, non sembrano ancora in grado di assicurare una quantità tale di energia da dire che abbiamo invertito la rotta.
Un po' meglio va con l'eolico, che però ha una dimensione solo industriale, e molti paesi hanno puntato molto su questo (vedi la Danimarca che si è resa indipendente dal combustibile fossile grazie al vento), e ora altri hanno deciso di scegliere questa strada.
In queste ultime settimane si è discusso di questi temi anche nella nostra città, con alcuni qualificati relatori che si sono messi a disposizione per spiegarne segreti e problematiche.
Io avevo da tempo (2006 – http://www.alessandro.berteotti.name ) suggerito che la nostra amministrazione si dovesse porre nella condizione di essere protagonista a livello pubblico della nascita di un polo scientifico per la ricerca e lo sviluppo di tecnologie atte allo sfruttamento delle energie riciclabili. In realtà esistono molti progetti che sono stati sviluppati in questi anni, ma solo a livello teorico, che potrebbero dare grande impulso ad una nuova industria locale dell'energia ecosostenibile.
In altre parole, la mia idea era di arrivare a chiudere l'anello tra la ricerca universitaria e l'industria pubblica e privata, dove il comune impegno potesse garantire uno sviluppo immediato sia al territorio che alle imprese che si sarebbero appropriate di questo potenziale. Il progetto “Busto città dell'energia”.
Purtroppo non è stato così. E' mancata la forza di prendere in mano e sviluppare un modello che, in linea di principio, era anche condiviso da molti, ma tutti senza la possibilità reale di generare valore. Questo è il primo problema di Busto Arsizio: avere una classe dirigente pubblica e privata senza coraggio e visione del futuro.
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