Alessandro Berteotti

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martedì 14 giugno 2011

La linea dei referendum

Lo si prenda come si vuole, l'esito dei referendum è inequivocabile: la maggioranza assoluta degli elettori italiani, col suo dire SI, boccia la politica del Governo. Senza attenuanti e su tutti i settori in cui si è distanta la sua azione, se così si può dire, il 52% vero degli elettori boccia il suo operato. Un numero molto più alto di coloro che hanno votato nel 2008 per questo Governo.


Vediamo di capire i singoli punti su cui si è votato cosa vogliono dire.


Sul Legittimo Impedimento, che già chiamarlo legittimo oggi è cosa impropria, si basa prima di tutto la bocciatura politica. Berlusconi ha impostato questa legislatura ponendosi al centro dell'azione legislativa con tutta una serie di provvedimenti "ad personam", che lo mettessero al riparo da azioni inquisitorie dei giudici e, quindi, fuori dalle leggi dello Stato. Mai nessuno ha osato tanto in uno stato democratico, se non forse nei film di 007 con "Licenza di uccidere". Ma si trattava di un film.


Qui invece è stata sottratta capacità ed impegno legislativo al Parlamento, lasciando per mesi (se non anni) il nostro Paese senza leggi efficaci per l'economia e la finanza, pur essendo al centro di una crisi congiunturale profonda di tutto il sistema mondiale. Non si sono prese iniziative a favore del potere di acquisto delle categorie più deboli, anzi, si è insistito nel tenere elevate le tasse, anche perchè non si poteva fare altrimenti, comunque tradendo le aspettive della gente e le seppur generiche promesse elettorali.


Se poi davvero adesso il Governo dovesse mettere in atto qualsiasi manovra tesa ancora ad aggirare questa indicazione così chiara del popolo sovrano, dovrà fare i conti con lo stesso, quanto prima.


Sull'Acqua Pubblica è stata fatta saltare quella sporca manovra che aveva portato a promulgare una legge al 9 di agosto, in un Parlamento quasi deserto, all'ultimo giorno prima delle vacanze estive del 2009. Un'azione indegna di un Governo responsabile e che ha a cuore le esigenze primarie di un Paese come il nostro, con un grave squilibrio idrico, una dispersione che mediamente supera il 40% dell'acqua prelevata e con buona parte del Sud dove la captazione e distribuzione sono in mano ad organizzazioni malavitose.


L'esito reale di questa azione è ora il caos. Le amministrazioni locali che hanno creduto che questo tipo di gestione si potesse realizzare da subito, hanno messo in atto contratti che ora dovranno necessariamente essere rivisti, e non sappiamo ancora a cosa porteranno in caso non sia possibile per i comuni adesso adempiere agli obblighi contrattuali.


E infine il Nucleare, una delle poche azioni veramente politiche di questo Governo. Perchè almeno era il tentativo di dare un indirizzo, sebbene non condiviso, ma era un indirizzo. Magari lo avessero fatto anche su altre cose... Ma tant'è.


Ora, tutto questo non ribalta assolutamente nulla, anche perchè il piano energetico nazionale che già non prevedeva il nucleare, può andare avanti senza problemi. Semmai, si tratta di dare concretezza ad alcune decisioni che finora erano state prese con le molle, tipo il piano energia, il fotovoltaico pubblico e tutte le altre forme di produzione energetica che nel breve possono essere messe in atto con risultati integrati e che porteranno sicuramente ad un risultato concreto ben prima degli ipotetici 10 anni del piano nucleare. Per inciso, si dovranno anche rivedere determinate voci che incidono sulla fatturazione dell'energia, visto che adesso non c'è più alcun impianto da attivare o mantenere e quelli che ci sono vanno definitivamente smantellati.


Se la Germania rinuncia al nucleare, i paesi nostri confinanti quasi tutti stanno rivedendo il loro programma energetico per ridurre il peso del nucleare, una ragione ci sarà. Chiaro che dietro ogni scelta c'è un fondo di attività dettato da grandi società multinazionali dell'energia, interessi di capitali che spingono una soluzione piuttosto che un'altra. Non facciamoci illusioni: succede così anche con l'eolico o il fotovoltaico. Non per caso in Sicilia è successo quel che è successo per l'eolico.


Ma questo è il nostro sistema, piaccia o no, e lamentarsi senza proporre alternative è stupido e demagogico. Bisogna avere invece un minimo di senso pratico perchè, è naturale, il fronte che oggi ha detto SI per dire NO alla linea di Governo, domani si spaccherà ancora sulle linee di azione da tenere e su questo punta il Governo, insieme al fatto che le vacanze non sono lontane, per allontanare la crisi ormai devastante di questa maggioranza.


Ma sarà il caso che tutto il Governo, non solo Berlusconi, valuti con attenzione ciò che sta accadendo e con un impeto di responsabilità comincia a guardare con più serietà ai problemi veri del Paese, e oltre ai punti che ho prima indicato, dia una risposta al riordino del mondo del lavoro, alla ricerca scientifica, alla capacità imprenditoriale senza però mettere a repentaglio lo stipendio dei lavoratori ed il suo potere di acquisto. Altrimenti tutti i piani di rilancio si fermeranno un passo dopo.


Riflettano, questi signori. E visto che la Presidenza del Consiglio onora questo blog con la lettura di ciò che scrivo (ovviamente non penso che il Presidente in persona si prenda questa briga...), vorrei che le mie parole in qualche modo possa anche aiutare il Governo a capire che non sempre le parole di critica sono parole "contro", che non sempre chi ci rimprovera ci vuole male, ma che è meglio apprezzare una critica piuttosto che gongolare per una lode di piaggeria.

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