Alessandro Berteotti

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mercoledì 16 novembre 2011

La crisi infinita

Questa mattina alcuni amici sul treno mi hanno chiesto perchè non scrivo qualcosa sulla situazione attuale del Governo sul blog. In particolare, perchè non mi sono dilettato, come hanno fatto in tanti, a parlare male del vecchio Premier e non abbia espresso pubblicamente la mia soddisfazione sulla sua caduta e quella del suo Governo.
Semplice: perchè sarebbe stupido festeggiare il giorno prima di salire sul patibolo. Berlusconi era finito da tempo, ma quest'ultima fase della sua agonia politica ha portato conseguenze gravi che si sommano alle precedenti che già avevano devastato il Paese in questi ultimi anni.
Lui ha governato per nove anni sugli ultimi undici ed ha di fatto impedito che il governo Prodi potesse fare quelle riforme che lui, in tutto questo tempo, non è riuscito a fare. Alla fine perfino Visco è stato rivalutato, e le motivazioni che il centrodestra aveva addotto nel 2008 per farlo cadere sono state fatte proprie da Tremonti.
L'unica vera macchia che aveva contraddistinto il Governo Prodi erano stati i ministri di Rifondazione che erano andati in piazza a contestare se stessi. Per il resto, dobbiamo solo compiangere noi stessi.
Anche il Governo Monti che oggi si presenterà, non sarà la cura di tutti i nostri mali: attenti a non addossare poi a lui soltanto la colpa di ciò che non riuscirà a fare, perchè tutto sarà conseguenza di quanto non fatto o fatto male in questi anni dal precedente governo Berlusconi. Monti eredita una situazione drammatica e compromessa, solo un uomo della sua levatura può tentare di garantire all'Europa una maggiore consistenza della nostra economia, ma senza la certezza di questo fatto.
Bisognava continuare a far lavorare Prodi sul risanamento del debito pubblico e Visco sulla persecuzione degli evasori fiscali. Quando Prodi cadde, nel 2008, il famigerato spread con i bond tedeschi era a 38 (sì, andate a controllare, era a trentotto centesimi di punto sopra i bond tedeschi!). Visco aveva recuperato in 8 mesi 36 miliardi di euro di imponibili sottratti al fisco. Se avessero potuto continuare a lavorare, oggi il nostro debito sarebbe stato sotto i 1.700 miliardi, invece dei 1.887 di ieri, ci sarebbero state più risorse per lo sviluppo economico e lo spread forse sarebbe stato meno di quello francese, non ci sarebbe stata la iniqua e maldestra manovra di luglio, ma solo una finanziaria più aggressiva verso le spese dello Stato e la ripartizione delle risorse fra gli enti.
Forse avremmo avuto già anche la legge che diminuiva o aboliva le province ed i trasferimenti relativi. Forse avremmo avuto anche qualche riforma in più, magari quelle del lavoro e per una nuova fiscalità.
Ma è inutile pensare a ciò che avremmo potuto avere e non abbiamo. Guardiamo alla Spagna: il governo socialista ha fallito, domenica vincerà il centrodestra e si prenderà tre quinti del parlamento. Lo sanno tutti, nessuno contesta, nessuno osa dire nulla, nè da una parte nè dall'altra. Si lavora per salvare la nazione e chi ha sbagliato se ne va.
E' quindi giusto il silenzio che è caduto su Berlusconi ed il mio solo augurio è che se ne esca una volta per tutte dalla politica e non si faccia vedere mai più, anche se temo che siano ancora in molti a credere che l'Italia sia la nazione dei furbi che ce la fanno. Peccato che oramai lo sappiano anche all'estero e ci aspettino al varco.

1 commento:

alberto pirani ha detto...

Analisi perfetta, Caro Alessandro. E piena di cifre e di dati concreti, come piace a me. In questo Paese bisogna innanzitutto a ragionare sui dati e a pretendere la verità. Il tempo dei messaggi pubblicitari e basta, pubblicità ingannevole, è finito, o almeno si spera

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