Alessandro Berteotti

La mia foto
Non ho verità da regalare, solo un pensiero libero, che liberamente lascio al vostro commento

venerdì 21 ottobre 2011

Fine di un dittatore

Tutto il mondo oggi commenta la fine di Gheddafi. I titoli dei nostri giornali sono emblematici della varietà di pensieri che si possono intrecciare su un fatto come questo: "Morto Gheddafi", "Ucciso Gheddafi", "Giustiziato Gheddafi". Se li leggiamo bene, non dicono esattamente la stessa cosa e non esprimono lo stesso livello emotivo.
La morte di un uomo non può essere un fatto che lascia indifferenti, soprattutto se l'uomo di chiama Gheddafi o Saddam o Ceausescu. Tutti i dittatori che possiamo dire di aver visto nella nostra vita recente hanno fatto una brutta fine, segno e conseguenza dell'odio e della repressione che essi hanno per primi posto nella loro azione politica e che sempre portano a conseguenze di questo tipo.
Ma un conto è dire che un uomo è stato ucciso, segno di un atto violento, in questo caso conseguenza delle azioni di un dittatore; un altro che è stato giustiziato. Un uomo non viene mai giustiziato. La giustizia che invoca la morte non è giustizia. La giustizia deve difendere la vita e proteggere i diritti umani di tutti gli uomini. Se si condanna la pena di morte per le persone che hanno commesso anche gravi crimini, la si deve condannare anche nel caso di questi dittatori, spesso sanguinari e repressori della libertà dell'uomo.
Nessun processo potrebbe mai ridare la vita e la libertà alle persone da loro uccise, torturate, seviziate, incarcerate. Per questo, quando un dittatore arriva ad essere catturato vivo, come nel caso di Gheddafi, non potrà mai arrivare alla fine naturale della propria esistenza. Qualcuno si prenderà cura di toglierlo di torno quanto prima.
Però, in questo caso particolarmente, mi viene il sospetto che lo si sia voluto togliere di torno con particolare sveltezza. E se vogliamo dare credito ad alcuni commentatori indipendenti, pare proprio che l'Italia fosse in prima fila nel volerlo far tacere per sempre. D'altra parte, Berlusconi è stato uno degli ultimi capi di stato occidentali a vederlo vivo e a prendere accordi commerciali e politici con lui. Chi non ricorda lo scorso anno la tenda da circo a Villa Borghese, chi non ricorda il baciamano di Berlusconi, la sua sottomissione a colui che oggi disprezza?
Pochi mesi fa lo osannava, poi lo ha bombardato quando ha capito che il vento girava e alla fine, esulta per la fine del crudele dittatore, che gli permette di togliersi anche il fuggevole impiccio di dover rispondere a qualche piccante accusa che l'anziano leader libico (ohps, scusate, aveva sei anni in meno del nostro Premier Berlusconi...) avrebbe sicuramente rivolto al nostro presidente del consiglio.
Forse è meglio così: l'Italia è già abbastanza derisa per lo squallido teatrino che offre quotidinamente il nostro Parlamento, la politica Estera, il bunga-bunga, i faccendieri, le varie "P" (due, tre, quattro...), le escort (che non sono macchine), la lotta per il potere, che un altro scandalo ce lo saremmo anche potuti evitare. Mi viene in mente un film di Woody Allen: "Il dittatore dello stato libero di Bananas"...

Nessun commento:

METEO