Alessandro Berteotti

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domenica 4 dicembre 2011

L'importanza di chiamarsi Carlo

Vorrei, prima di addentrarmi in altri temi, ringraziare il signor Carlo che ha commentato il mio blog di ieri sulle misure che il Governo sta per prendere. Signor Carlo, mi rivolgo direttamente a lei: grazie. Lei rende più forte la mia determinazione nel continuare a dare forma al mio pensiero. Non solo perchè lei lo ha voluto benevolmente commentare, ma soprattutto perchè ha trovato la forza di farlo, anche se, come lei dice, non è suo costume farlo. Vede, signor Carlo, lei ha fatto una cosa importante per sè e per tutte le persone che come lei hanno delle proprie opinioni: le ha espresse. Quello che oggi manca a molte persone è la volontà di esprimere in pubblico le proprie convinzioni, la propria opinione e manifestare la propria idea anche quando questa non è in linea con quella che va per la maggiore.
Tra le tante cose che ci hanno portato via in questi anni, oltre alla politica vera, è anche questo modo di difendere con fermezza i nostri principi ed i nostri pensieri. Per questo mi auguro che altre persone seguano il suo esempio, non solo per commentare ciò che ormai non più quotidianamente scrivo, ma per esprimere il proprio libero pensiero come e dove meglio credono, senza doversi sentire un corpo estraneo alla società, perchè è soprattutto su questo che vive la nostra democrazia.
Questo ringraziamento mi fa anche da preambolo a quanto mi sento di scrivere oggi. Ho ricevuto diverse richieste dalle persone più disparate per sapere ciò che sia accaduto tra il Capogruppo PD in consiglio comunale, Carlo Stelluti, ed il resto del partito. In pratica, il perchè delle sue dimissioni. Alcuni me lo hanno chiesto dicendo "tu che sei in consiglio comunale". Io non sono più in consiglio comunale da sei mesi, e per certi versi sono felice di non esserci più. Non sono più nemmeno attivo all'interno del partito, non ho partecipato a molte delle ultime riunioni di direzione o segreteria, avendo dato da alcuni mesi le dimissioni anche da precedenti incarichi interni al partito. Questo per poter vivere da esterno per un po' di tempo quello che, ritengo, stando dentro ad un sistema politico e partitico, risulta particolarmente difficile da cogliere, in quanto "drogato" dall'animosità della contesa.
Ora, ciò che accade lo deduco solo dai commenti che ho ricevuto e dalla mia esperienza personale. Non ho parlato con Carlo Stelluti, ma ho letto qualche suo precedente commento. Credo Carlo si sia trovato in una realtà locale molto diversa da quelle che era abituato a frequentare, e non credo che ne abbia ricevuto un ritorno positivo. Forse ancor più dagli amici che dagli avversari.
Conosco quelli che sono gli stereotipi che guidano il partito, o almeno una parte di esso, senza dimenticare che il PD è relativamente nuovo e, in particolare a Busto, particolarmente incentrato su di un'unica vera ossatura politica, quella di derivazione più antica, quella fatta dalla trasformazione di PCI-PDS-DS-PD.  
A mio parere mancano molti degli elementi innovativi del partito, manca lo "spirito" che dovrebbe guidare questa trasformazione a rendersi evidente, manca la voglia di ribaltare le cose, mentre vince la decisione di tenere tutto ancorato a vecchi schemi e a vecchie letture, anche se le persone che praticano questa lettura sono relativamente giovani anagraficamente.
I personalismi, che hanno invaso questa fase della politica a tutti i livelli e in tutti i partiti, non sono estranei al PD di Busto Arsizio. Questo è stato uno dei motivi principali per cui avevo deciso molto tempo fa di lasciare la polica attiva. Voglio poter dire ciò che penso senza avere addosso etichette, nè briglie imposte da signori e signore di partito.
Non sono sicuro che Carlo Stelluti sia esente anch'egli da errori e personalismi, ma mi è sembrato di capire, fin dalle fasi iniziali della sua campagna elettorale, che non si sarebbe fatto mettere il bavaglio da nessuno, e credo che abbia reagito a qualche censura di questo tipo, come egli stesso afferma nelle interviste pubblicate.
Io credo che però così non si faccia il bene di alcuno, nè del PD, nè delle persone che lo animano e lo sostengono. Essere in consiglio comunale da minoranza e opposizione, non vi sono doppie terminologie possibili, rende la vita difficile a chiunque, io l'ho vissuta per oltre 13 anni. Ma so anche che alcune delle cose migliori che sono state fatte dalle varie maggiranze che si sono avvicendate, sono stato frutto delle nostre sollecitazioni: voglio qui citare il tentativo di dare dignità alle politiche familiari, avendo noi richiesto per primi la formazione di una commissione permanente sulla Famiglia, di aver richiesto una maggiore trasparenza per i cittadini, con il miglioramento continuo del sito del comune (il mio primo progetto in merito data 1999), per primi abbiamo spinto verso un'idea nuova di sfruttamento delle energie rinnovabili, abbiamo proposto bike e car sharing, abbiamo avviato la rivoluzione tecnologica dentro il comune, abbiamo portato la sala consiliare ad un livello accettabile di funzionalità, abbiamo reso possibile la rassegna stampa online. Ed altro ancora, sono decine e decine le cose per cui ci siamo spesi insieme agli altri consiglieri del gruppo di centrosinistra.
E' in onore ed in rispetto di questi ricordi e delle battaglie condotte che affermo che ciò che è successo mi sembra del tutto fuori da ogni logica e che i protagonisti farebbero bene a riconsiderare le proprie posizioni e i propri atteggiamenti. Non è serio ciò che sta succedendo e lo dico non per far perdere credibilità al PD, ma per affermare che mai come ora c'è bisogno di un partito come quello che in teoria dovrebbe essere il PD, se le persone che lo compongono avessero davvero la convinzione che il futuro di Busto Arsizio e dell'Italia intera passa da queste idee. E non solo dalle proprie.

1 commento:

Carlo ha detto...

Grazie del grazie con cui ha voluto rispondere al mio intervento e voglio continuare a dirle il mio parere, per quello che conta. Non mi sono mai interessato di politica. "Male" mi dirà lei. Sono pronto a darle ragione ma, malgrado la mia buona volontà, non sono riuscito a capire i misteri che circondano i nostro "onorevoli" (tra virgolette). Prima ho votato per coloro che ritenevo meglio, poi, con il passare degli anni, per chi che mi sembrava mewno peggio, poi per chi riuscivo a capire un po' di più, poi... non ho capito più niente. Mi sembra che i nostri "capi", tutti indistintamente, si siano sempre più fregati del bene comune interessandosi solo al proprio sedile su cui posare il deretano e sempre più al loro tornaconto finanziario. Nessuno, dico nessuno, si è dato da fare per migliorare questa povera e disgraziata Italia: è bastato agire per procurarsi amici e procurare qualcosa da godere agli amici degli amici (non parlando dei familiari). Come si fa a credere in questa gente? Dove sono andati a finire i De Gasperi, iTogliatti, i Nenni, i Saragat, i La Malfa, tutta gente che, pur con visioni diverse, si battevano per delle idee e che difendevano queste idee, giuste o sbagliate che fossero, con convinzione? I nostri politici, per ciò che riesco a capire io, difendono solo i loro privilegi. E, mi auguro di sbagliarmi, anche Monti non sembra abbia una sufficiente forza e decisione per battersi e combattere queste magagne. Sono pessimista? me lo auguro di cuore...
La saluto e spero di continuare a leggere i suoi post frequentemente. Anche se non dovessi intervenire, sappia che la seguo e continuerò a farlo.
Carlo

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