In certe occasioni mi sembra di essere come il peggiore telegiornale: commento solo le notizie negative, le aspettative della gente disillusa da tante cattive performance delle amministrazioni pubbliche. Purtroppo c'è chi ne dà occasione in modo sconsiderato. Venerdì sera parleremo di bilancio in consiglio comunale, ed oggi i commenti sono tutti improntati alla esaltazione di un bilancio che diminuisce l'incidenza dei mutui e fa calare il costo della politica.
Mi permetto di affermare che sono due falsi in atto pubblico. Il primo, perchè riporta di un ragionamento al netto dell'effetto (devastante) dei derivati sui nostri conti, il secondo perchè fatto in termini assoluti, senza considerare che il "risparmio" è dovuto ai mesi in cui il Sindaco era anche consigliere regionale (e fino a prova contraria, i cittadini che pagano l'IRPEF Regionali mantengono anche quelle persone) ed ai periodi in cui mancavano due assessori, che per mesi non sono stati sostituiti.
Quello che si dovrebbe in realtà misurare è l'efficienza dei costi della politica, in rapporto ai giorni lavorati. In pratica, si dovrebbe ragionare prendendo i costi di assessori e sindaco e dividendoli per la somma dei giorni da loro lavorati, confrontandoli con un indice di gradimento del lavoro svolto. Un indice, sono sicuro, che sarebbe molto basso. Tralascio il lunghissimo elenco che dovrebbe comprendere le condizioni delle strade, del verde pubblico, dei tempi attesi per la burocrazia, la mobilità infernale e le opere buffe e dispendiose. Mi limiterò ad un solo caso, quello dei mezzi pubblici passati da AGESP Trasporti a STIE.
Una cosa che mi ha sempre incuriosito è capire come mai un servizio che alla città (attraverso AGESP) costava un capitale in perdite, ora passato alla gestione di STIE, che già ne era partner (al di là di ritirare con una manciata di euro tutto il parco vetture, un capitale di gran lunga maggiore), come si poteva sperare che il servizio miracolosamente cambiasse. Mi sembra quanto meno surreale.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti (i genitori che hanno figli che usano il servizio scuole): bus in ritardo o che non passano, presidi che si lamentano e si coalizzano per ottenere maggiore attenzione, per chiedere che i ragazzi (che poi con queste cose ci giocano) possano arrivare a scuola per tempo. In alcuni casi, e lo posso testimoniare per esperienza diretta, i ragazzi sono stati lasciati letteralmente per strada: ho un figlio all'ITIS ed una all'Artistico, non è la prima volta che per tornare a casa devono chiamare qualcuno che li vada a recuperare. Oppure che i passaggi delle corse avvengano senza rispettare le coincidenze, con persone che si sbracciano a fermare il bus che sta lasciando la fermata mentre questi scendono dall'altra parte della strada (scena vista qualche giorno fa in via Foscolo).
I fatti riportati in cronaca dai quotidiani non sono che una parte dei tanti casi che accadono; altri spariscono nella rassegnazione di un servizio che viene definito "eufemisticamente non eccezionale". Bisogna fare gli acrobati della lingua italiana per evitare di scivolare nello sconcio per descrivere la situazione.
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