Alessandro Berteotti

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martedì 24 aprile 2018

Corsi e ricorsi

Stiamo vivendo un periodo difficile e complesso. Quelle che una volta erano bussole certe, ormai non funzionano più. Il criterio di cosa è la destra e cosa è la sinistra rischia di restare solo parte del testo di una canzone di Gaber, ma senza una vera risposta.
L'America non è più America, l'Europa non è ancora, se mai lo sarà, Europa.
Il sogno dei nostri padri di vedere una Europa unita non solo come moneta, ma come patrimonio di persone e di idee, rischia di non diventare mai una realtà.
E da noi, grazie ad una legge elettorale frutto di troppe mediazioni che definire Rosatellum (se fosse un vino) sarebbe darle già un valore eccessivo, oggi ci troviamo di fronte ad una sorta di stallo scacchistico dal quale nemmeno il bravo Presidente Mattarella riuscirà a cavare più di tanto, perché nessuno ha i numeri per governare e ciò che dovrebbe cedere all'eventuale alleato sarebbe troppo per poter poi vantare una posizione dominante.
Per fortuna, in questo scenario, si è sgonfiato il pallone Corea, che da solo minacciava l'estinzione di un popolo e la sicurezza di un intero pianeta. Grazie ad un imbecille di classe galattica.
Cosa resta da fare, allora, a noi semplici cittadini? Guardare al quotidiano? Lottare per l'indipendenza del condominio? Forse occorre ripartire da più lontano.
Internet, i post, Facebook, la posta elettronica, lo smartphone, l'interconnessione... ma sono davvero così essenziali nella nostra vita? Sentire parlare le persone ormai per metà in inglese e metà in un falso italiano è accettabile? Vedere ferire o, peggio, uccidere donne solo per il fatto che siano mogli o compagne di quacquaracquà che non hanno nemmeno il coraggio di affrontare le loro miserie e compatirsi, trovare una nuova strada per la loro vita... Vedere nonni che lavorano alla biblioteca dei loro nipoti, perché possa ancora avere un senso leggere, informarsi e crescere in un modo serio e non solo ipotetico e ipocrita, dove trovare la memoria delle cose e non solo affidarsi alle false notizie che la rete fa circolare.
Riprendiamo in mano la nostra vita, la nostra cultura, il nostro essere persone vere e aperte. Torniamo a vivere la nostra esistenza in modo più vero di quello elettronico nel quale ci siamo in qualche modo rifugiati. Non siamo in Matrix.

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