Alessandro Berteotti

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venerdì 6 luglio 2018

Spero di non dovermi vergognare di essere italiano

Dico subito che di quello che fanno in realtà le ONG, i soldi che prendono e da chi, ne so davvero poco. Non sono in grado di valutare se i soldi che vengono spesi lo siano solo per operazioni umanitarie o invece coperture per mafie, criminalità, terrorismo e malaffare in genere.
Non so se le persone che operano siano tutte titolate per farlo nel rispetto di standard e procedure internazionali, e se le loro azioni siano tutte condivise o frutto di iniziative personali estemporanee.
Non so se i soldi spesi dal Governo italiano per salvaguardare le nostre coste, il nostro turismo e le nostre risorse militari siano impegnati in modo sufficientemente corretto, lo siano state nel passato e lo potranno essere nel futuro.
Non lo so, ma nemmeno mi interessa più di tanto. Nemmeno prendere i rimborsi dall'Europa, che se è vero quanto viene affermato, alla fine andrebbero anche loro a contribuire ad ingrassare ed ingrossare il canale della criminalità, pagare organizzazioni straniere molto al confine tra terrorismo e milizie locali.
Mi interessano invece i motivi e le persone che decidono di affrontare un viaggio che comporta il rischio più grande per un uomo, quella della propria vita, per arrivare da qualche parte diversa da dove sono partiti. Che poi per molti è anche il luogo dove sono nati e cresciuti fino al momento della partenza.
C'è chi si gioca tutto quello che ha per affrontare questo viaggio. Attenzione: dico viaggio e non avventura, perché l'avventura se la può permettere solo chi lo può fare per curiosità, spirito libero o voglia di conoscere, non chi lo fa per sopravvivenza.
Come detto più volte, noi italiani siamo stati conquistatori per mille anni, avendo costruito l'impero più grande di sempre del mondo occidentale, poi più recentemente siamo stati dei migranti miseri e pidocchiosi. Altri paesi ci hanno accolto come oggi l'Italia e l'Europa intera accolgono questi migranti che arrivano dai paesi poveri dell'Africa e dell'Asia. Ma adesso vorremmo chiudere quel rubinetto, o meglio, vorremmo decidere noi quando e quanto aprirlo, dove mandare la gente e quanta gente mandare.
Questo è nuovo schiavismo.
Altra cosa già detta, ma che qui vorrei riprendere, è che non scegliamo dove nascere. La vita può essere una corsa ad handicap per i popoli se noi umani permettiamo che sia così. La vita si limita a dare qualche premio e qualche difetto distribuendoli a caso tra la popolazione. Ma noi facciamo scelte deliberate e decidiamo che la povertà di molti popoli possa essere la ricchezza di pochi altri.
Ma quando non basterà più un mare o una catena montuosa a dividerci da questi popoli, che faremo? Torneremo alle parole di un tale vergognoso tuttora neorieletto senatore della Repubblica (ditemi se questa è democrazia) che proponeva di bombardare i barconi?
Come se qualcuno fosse condannato a morte solo per essere nato in un determinato luogo piuttosto che in un altro... Io piango ogni volta che vedo una macchia rossa al telegiornale portata con leggerezza da qualche soccorritore perché vedo un bambino, una risorsa, un fiore che non potrà dare il suo frutto e io mi sento responsabile per questo. Dal momento che so, non fare nulla mi condanna.
E non c'è divinità in questo, solo la cultura distorta e vile del denaro e della protezione dei propri beni ed averi, del potere, di un futuro di pochi e non per tutti.
Io mi auguro che questa vergogna finisca, e presto. Spero di non vergognarmi di essere un padre italiano che riesce solo a contribuire ad un pensiero di puro egoismo regionale.

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