Alessandro Berteotti

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giovedì 17 maggio 2018

Mi ci tirano per i capelli

Avevo un collega di consiglio comunale che cominciava quasi tutti i suoi interventi con "non avrei voluto intervenire, ma mi vedo costretto a dire che...". Faccio mie le sue parole perché ormai la situazione è drammatica, ma non seria.
Parlo ovviamente della situazione politica in Italia dopo il voto del 4 marzo 2018. Da due mesi e mezzo andiamo avanti senza un Governo incaricato, ma continua il vecchio dimissionario Governo Gentiloni ad andare a tentare di tranquillizzare il mondo intero, dicendo che noi siamo ancora credibili e capaci di governare la situazione. Chiaro che lo dice più per orgoglio nazionale che per vera convinzione.
Ne stiamo vedendo di tutti i colori. Mattarella preso allo stremo, il 2 maggio dice che darà un incarico tecnico per traghettare l'Italia fino al momento di nuove elezioni, ed a quel punto si scopre che chi ha vinto le elezioni improvvisamente rischia di diventare il futuro sconfitto.
Già, perché l'elettorato non è del tutto sprovveduto. La massa, nel suo complesso, dice cose che i singoli mai riusciranno a dire... compreso me. E quindi diventava necessario inventarsi qualche cosa per togliersi da questa scomoda situazione. Si è chiesto un giorno al Presidente, ma poi questo tempo si è dilatato a dismisura, per poter mettere a punto una strategia che permettesse la nascita di questa nuova non-coalizione, tenuta insieme non da un programma, ma da un contratto.
Ma cosa devo sentire? Gli italiani hanno votato partiti e programmi, ora si dovrebbero trovare ad essere governati da un contratto, come se fossimo ad un affitto del nostro Paese? Solo pensarlo è un sacrilegio.
Trovo del tutto fuori luogo questa sceneggiata, e presto se ne accorgeranno anche coloro che hanno reso possibile questo col loro voto. Forse qualcuno sarà contento che potremo respingere più migranti, ma per quanto riguarda la parte fiscale, dimenticate tutte le iniziative di legge che non saranno adeguatamente coperte finanziariamente. Come detto da chi sa fare i conti, questo programma vale dai 70 ai 90 miliardi di euro, come 4 o 5 finanziarie. Non possiamo sfondare ulteriormente il debito pubblico, e alle prime avvisaglie di quello che si stava proponendo Borsa e Spread hanno dato i loro chiari messaggi.
Vogliamo trovaci nelle stesse condizioni di quando Berlusconi fu costretto a lasciare per evidente impossibilità a sostenere la linea di rigore che i conti pubblici (prima che l'Europa) ci imponevano? Dovremmo essere in grado di imparare dalla storia. Chi adesso troverà facile sparare sull'Europa per dire che da lì nascono tutti i nostri mali, credo non abbia nemmeno capito dove vive.
Immaginatevi che l'Italia oggi sia ancora come nel 1990 e fatevi qualche domanda. Come faremmo per andare avanti? Quali prospettive, prima di diventare il paese ex-ricco più povero al mondo?
L'Europa impone rigore perché noi da soli non siamo in grado di darcelo. Eppure Draghi è a capo della Banca Europea...non siamo così sprovveduti, solo ci piacciono le scorciatoie, ogni tanto.
Allora, visto che mi ci avete tirato per i capelli e per giorni ho solo rimuginato dentro la mia testa, oggi vi dico che comincerò a mettere nero su bianco i miei pensieri. Non tanto sulla politica, quanto sugli elettori. E' tempo di rifondare gli italiani.

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