Alessandro Berteotti

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martedì 17 agosto 2010

In nome del Popolo Italiano

Stiamo vivendo un momento particolarmente delicato nella vita storica e politica del nostro Paese. Mai era successo, nella storia recente della Repubblica, che si vivesse un clima politico e polemico tanto rovente, oltretutto in una estate che poi tanto calda, almeno al Nord, di certo non è.
La polemica è, come al solito, tra chi a livello istituzionale provoca, con toni per nulla pacati e con affermazioni anche oltre il lecito, la reazione cauta e misurata di altri, per poi attaccare proprio questa con altre voci, in una sorta di "effetto tenaglia".
E' il caso di chi afferma la necessità di andare ad elezioni subito, senza verifica politica della situazione di governabilità del Paese, come invece indica la prassi. E dimentica il contenuto dell'articolo 88 della Costituzione: "Il Presidente della Repubblica può, sentiti i loro Presidenti, sciogliere le Camere o anche una sola di esse". Solo il Presidente della Repubblica ha questo potere, non i partiti politici o i loro portavoce.
E sempre la Costituzione, all'art.92 comma 2, afferma:"Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri". Quindi chi afferma che solo Berlusconi è legittimato a governare, è in errore. Chiunque abbia una maggioranza parlamentare può dare indicazione sul nome Presidente del Consiglio.
Inoltre, chi afferma che siamo in un ordinamento maggioritario, è smentito dai fatti: avete provato a contare quanti partiti sono rappresentati oggi in Parlamento? E quante correnti all'interno degli stessi partiti? Giusto per non essere vaghi abbiamo: PD, Italia dei Valori, UDC, PdL, Lega Nord, MpA, SvP, i "Finiani", Democrazia Cristiana per l'Autonomia di Rotondi, i Liberal Democratici di Dini, i Popolari Liberali di Giovanardi e sicuramente ho dimenticato qualcuno.
Questa complessità è anche confermata dal numero di ministri (24) che compongono questo Governo, appena due in meno dell'ultimo Prodi e che fu duramente contestato per questo. D'altra parte, se il portavoce del PdL è Capezzone (vedi post), dopo tutto quello che ha detto su Berlusconi ed i suoi Governi precedenti, credo che non vi siano dubbi sulla facciatostaggine di questa coalizione.
Sulla necessità di ricorrere ad una nuova legge elettorare, ne ho trattato in tempi non sospetti (vedi post) prima delle ultime vicende scandalistiche. Che per altro paiono non finire mai, se è vero che la Procura della Repubblica sta valutando una ipotesi di reato contro Verdini (coordinatore PdL) per riciclaggio, sulla base delle conclusioni dell'inchiesta Banca d'Italia sul Credito Cooperativo Fiorentino. Anche questi comunisti?
L'Italia passa già nell'immaginario planetario come il paese dei Furbi, e di Furbetti del Quartierino ne abbiamo già avuti fin troppi. Ma non si confonda la gente comune con questi tipastri. La gente è uguale dappertuto, in Italia come in Olanda, in Francia, in Germania, in Europa, in America e nel resto del mondo. Ci sono governanti scaltri e furbetti, in grado di mettersi al riparo da sorprese, grazie anche a fonti di informazione spudorate, che confondono, ad esempio, sette anni di galera con l'assoluzione o la prescrizione con l'assoluzione.
Per capire come questa politica sia oggi corrotta e collusa con le organizzazioni mafiosi e criminali, si dovrebbe guardare la puntata di Blu Notte del 14 settembre 2008, con la ricostruzione di Lucarelli chiarissima e dettagliata. In particolare sulla posizione di Andreotti e della sua "assoluzione", dove invece nel disposto di sentenza si afferma senza ombra di dubbio che Andreotti fu in contatto con ambienti mafiosi almeno fino all'inizio degli anni '80.
L'arcivescovo di Milano ha denunciato nell'omelia della Festa dell'Assunta l'esistenza nella politica italiana di «gruppi dove il bene dei singoli non è perseguito in relazione al bene comune». In un altro passaggio afferma il rischio di "guardare in basso, solo in basso, imprigionati e rovinati come siamo dal nostro “io”: un “io” spesso pesantemente segnato dall’individualismo e dall’egoismo, un “io” che ripiegandosi su se stesso tende ad assolutizzarsi, a configurarsi come un “idolo” da adorare e per il quale si è disposti a sacrificare tutto!". E non è il solo a lanciare questo allarme: anche Avvenire e Famiglia Cristiana condannano la situazione politica e chi la governa. Il giornale dei Paolini attacca sulla questione morale: "Disfattista è chi non rispetta le regole".
Insomma, vari corpi dello Stato e della società stanno attaccando con sempre maggiore decisione e precisione non solo il Governo ed il suo modo di porsi, ma un'intera classe dirigente, un modo di condurre la politica fuori dalla linea guida del bene comune.
Parrebbe che solo l'elettorato sia fedele a Berlusconi: lui continua ad affermare che chi è stato eletto non può essere mandato a casa dalla minoranza. Il fatto è che lui non si è ancora reso conto di essere ormai minoranza, che l'elettorato si è spostato in modo differente da quello che lui crede. I suoi amati sondaggi lo mettono ormai sotto sia come PdL che come coalizione di Destra, visto che il Centro ha assunto una propria fisionomia nell'asse Casini-Fini-Rutelli.
Non in senso bipolarista, ma proporzionalista perchè sono almeno quattro o cinque (dipende dalle alleanze) le formazioni che potrebbero concorrere a formare la maggioranza. E se, come ha spiegato bene Enrico Letta a La7, non si fa una nuova legge elettorale, si rischia di avere il premio di maggioranza che dà il 55% della Camera a chi oggi arriva a raccogliere meno del 30% dei voti! Questo è il rischio che corre la democrazia in questo momento.
Quello di avere un Governo di nuovo instabile dopo le elezioni, forse anche più di quello che potremmo avere oggi, incapace di rispondere in tempi rapidi alle incalzanti aspettative della politica finanziaria ed internazionale. L'accurata opera di disinformazione che anche organi pubblici stanno portando avanti, come ad esempio il TG1 ed il suo direttore, non rende giustizia ai fatti.
E' forse giunto il tempo, ed è questo, di una nuova iniziativa di Liberazione, che ci deve spingere, in quanto elettori, ad una nuova fase di ripartenza dal basso delle istituzioni, perchè chi guida l'Italia adesso non lo sta facendo (e non parlo solo della maggioranza) in nome del Popolo Italiano.

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