Alessandro Berteotti

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sabato 12 dicembre 2009

Un attentato alla democrazia

Ancora una volta il TGUNO è riuscito a convincermi che non vale più la pena di pagare il canone. Il direttore si è presentato styasera in video per commentare la notizia che il mafioso Graviano smentisce il pentito Spatuzza per le accuse di mafia rivolte a Dell'Utri e Berlusconi.
Ora, come ci si può scandalizzare per le accuse di un pentito, come credere che un altro mafioso, imputato per crimini efferati, possa essere più credibile dell'altro? Chi dei due mente meglio? Chi dei due può avere un interesse a dire la verità o a mentire?
Perchè di certo almeno uno dei due mente. Quindi, una persona qualsiasi che ascolti queste notizie, può ragionevolmente ritenere che, in assenza di prove circostanziate, nessuno dei due possa essere ritenuto attendibile.
Bisogna allora riflettere sul fatto che un direttore di testata giornalistica prenda le affermazioni non provate e non provabili di un pentito (che può essere facilmente manovrato, indirizzato e gestito) per sincera smentita di quelle altrettanto poco provabili di un altro. Le cui affermazioni, se non altro, vengono attribuite ad un reale pentimento da un prete e da un vescovo.
Come fa questo direttore di testata giornalistica pubblica a prendere in questo modo le difese del Capo del Governo, senza lasciare il lecito dubbio nelle persone che sia lui stesso manipolato, indirizzato e gestito da chi lo ha messo a fare il vile servo del potere? E sottolineo l'aggettivo VILE perchè questa comunicazione avviene attraverso un mezzo giornalistico pubblico, ma senza rispettare le regole di base del giornalismo.
Non ho mai voluto prendere posizioni estreme, ma se continuiamo a sostenere che si debba difendere la presenza del crocifisso negli edifici pubblici strattonando la gente e bestemmiando contro chi si rifiuta di prendere un volantino (fatto accaduto qualche giorno fa a Legnano, Piazza San Magno ad opera di un attivista della Lega), allora siamo oltre la volontà di comprendere la realtà.
Viviamo in una realtà virtuale, dove l'informazione è di plastica, la politica è di plastica, il marketing conta più dello stesso prodotto, ed in questo specifico caso si traduce nel fatto che la verità si manifesti come tale solo perchè a garantirla così è la televisione pubblica di un paese libero e democratico.
Ma se siamo a questo punto, la fine della democrazia è fin troppo vicina, ed io ho la presunzione di ritenere che anche molti elettori di destra non possano ritenere la cosa tollerabile, vista la posizione dello stesso Presidente della Camera, Gianfranco Fini.

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