Alessandro Berteotti

La mia foto
Non ho verità da regalare, solo un pensiero libero, che liberamente lascio al vostro commento

lunedì 14 dicembre 2009

MILANO TORNI GRANDE CON LA SOBRIETÀ E LA SOLIDARIETÀ - Parte terza

DISCORSO ALLA CITTÀ PER LA VIGILIA DI S. AMBROGIO 2009 TESTO LETTO DAL CARDINALE

Milano è una città solidale?

La nostra Città oggi è una città solidale, all’altezza della sua tradizione? È difficile rispondere con poche parole.

Come ogni città, anche la nostra Milano è una città composita, dai tanti volti, dalle mille storie, che in alcune sue parti rischia di essere costituita da isole, da “città nella città”. Non ha un aspetto unico ed è inevitabile che sia così per una metropoli moderna.

E se la solidarietà non è solo il dare episodico ma una tensione interiore che si esprime in comportamenti abituali e permanenti, si fa inevitabile la domanda se la nostra città sia veramente solidale con tutti i suoi abitanti.

Milano è solidale con i bambini e il loro futuro se, ad esempio, sono sufficienti gli asili nido, le scuole materne, i parchi gioco. La città è solidale con i ragazzi se sa dare loro, insieme a un’offerta scolastica qualificata, anche opportunità educative, culturali, ricreative, quali momenti significativi per prevenire il disagio.

La città è solidale con i giovani se sa farsi carico delle loro domande e delle loro tensioni, se sa ascoltarli e guardarli con stima, fiducia, amore sincero. Ma è solidarietà offrire ai giovani che si affacciano al mondo del lavoro forme di impiego quasi sempre precarie, quasi a voler approfittare della loro condizione, sfruttando le loro necessità?

La solitudine poi di tante persone manifesta il bisogno di solidarietà. Sono sole tante famiglie, alle prese con il peso di conflitti e violenze nascoste, con il dramma della separazione, con i problemi economici, con la malattia di un congiunto; sono soli tanti anziani, senza relazioni significative e prospettive per il futuro; rischiano di essere soli gli immigrati, spesso confinati – per chiusura o per rifiuto sociale – dentro i propri gruppi etnici…

Ma Milano offre anche molti esempi di autentica solidarietà. Penso a tutti i lavoratori che compiono bene il proprio dovere, con dedizione e generosità. Non sono poche le persone che hanno come tratto distintivo della propria vita il volontariato e nelle associazioni caritative. Voglio qui menzionare in particolare – insieme ai benefattori – le centinaia di volontari impegnati nel “Fondo Famiglia-Lavoro”, non solo per distribuire contributi economici, ma soprattutto per ascoltare chi ha perso l’occupazione, studiare con loro soluzioni per tornare a essere produttivi.

Non mancano gli imprenditori che sfidano la crisi economica affrontando sacrifici pur di salvaguardare il posto di lavoro dei propri dipendenti e di non far mancare il sostentamento alle famiglie; i ricercatori che sono attivi per migliorare le cure con cui combattere la malattia. Non manca chi progetta con intelligenza gli spazi della città per innalzare la qualità della vita delle persone. Come non citare poi chi opera per migliorare le condizioni di vita degli immigrati, chi si impegna per offrire percorsi di autentica integrazione, per coniugare solidarietà e legalità? Mi ha colpito nei giorni scorsi, a seguito dello sgombero di un gruppo di famiglie rom accampate a Milano, la silenziosa mobilitazione e l’aiuto concreto portato loro da alcune parrocchie, da tante famiglie del quartiere preoccupate, in particolare, di salvaguardare la continuità dell’inserimento a scuola – già da tempo avviato – dei bambini. La risposta della Città e delle Istituzioni alla presenza dei rom non può essere l’azione di forza, senza alternative e prospettive, senza finalità costruttive. La Chiesa di Milano, il volontariato e altre forze positive della Città hanno dimostrato, e rinnovano, la propria disponibilità per costruire un percorso di integrazione. Non possiamo, per il bene di tutta la Città, assumerci la responsabilità di distruggere ogni volta la tela del dialogo e dell’accoglienza nella legalità che pazientemente alcuni vogliono tessere.

Sono innumerevoli coloro che nella vita quotidiana tengono gli occhi aperti alle necessità degli altri: attenzioni che si concretizzano in piccoli gesti e segni di prossimità, ma che – considerati tutti insieme – portano uno straordinario beneficio a tantissime persone per il loro equilibrio, per il loro benessere, assorbendo tanta fatica che, altrimenti, appesantirebbe la vita di molte persone e della Città nel suo insieme. Senza questi “angeli” della quotidianità la vita a Milano sarebbe per tanti sicuramente più difficile.

In questa prospettiva va promossa con decisione una “nuova solidarietà” che assuma la forma di una vera e propria “alleanza” intesa come incontro, dialogo, scambio d’informazioni, condivisione di interventi, collaborazione corresponsabile tra le istituzioni pubbliche e le forze vive della società civile, ovviamente nel rispetto delle diverse competenze e nel segno di una reciproca fiducia: si pensi, in particolare, all’urgenza di una simile alleanza nei fondamentali ambiti della scuola, del lavoro, della salute, della lotta alle varie forme di povertà e di emarginazione sociale.

_________________________

Il riferimento alle famiglie Rom di via Rubattino è evidente. Un fatto che ci ha resi antipatici a tutta l'Europa e che dovrebbe far vergognare coloro che lo hanno autorizzato. Ma questo non è il solo caso in cui l'Arcivescovo ha preso le difese dei più deboli, come fece due anni fa sempre per un campo nomadi smobilitato lungo la Milano-Laghi.
Lo stesso fondo di solidarietà Famiglia-Lavoro ne è una testimonianza e proprio oggi lo stesso Cardinale lo ha voluto incrementare con i soldi da lui ricevuti per un premio.

Nessun commento:

METEO