Alessandro Berteotti

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venerdì 19 giugno 2009

Un Paese fuori controllo necessita di una prova di democrazia

Credo esista un'Italia diversa da quella che si legge e si vede in televisione. Credo che vi siano anche segnali chiari e forti circa il fatto che in questo momento il Paese Italia sia fuori controllo, e non soltanto perchè nel calcio, lo sport nazionale, si riesca a perdere anche con l'Egitto in una coppa di cui non si ricordava nemmeno l'esistenza.
A farmi pensare questo sono alcuni fatti: il primo e più sintomatico di un certo cambiamento di tendenza e di costume mi viene dall'editoriale odierno di "AVVENIRE", il quotidiano dei cattolici e, qualcuno sottolinea con una punta di sarcasmo, dei Vescovi, il quale chiede a Berlusconi di chiarire la propria posizione in merito alle feste a pagamento che si tenevano a Palazzo Grazioli, e non solo di smentire. "C'è un dovere di rispondere all'opinione pubblica, non solo alla minoranza" è il lapidario punto dell'editorialista.
D'altra parte Berlusconi non ha voluto rispondere alle 10 domande poste da Repubblica sulla vicenda Noemi e, per quanto esasperata da tante questioni tattiche, quella problematica pone serio imbarazzo al nostro Paese a livello soprattutto internazionale.
Berlusconi, nel suo atteggiamento di sfida alle istituzioni, dimentica che il principale ruolo di un Premier è governare il Paese, non di battagliare ogni giorno con l'opposizione, che tra l'altro svolge un compito fondamentale per la garanzia della democrazia, mentre il nostro la vorrebbe semplicemente far sparire, instaurando di fatto un potere forte ed antidemocratico.
Lu non risponde all'opposizione, ma al Paese come tale: l'imbarazzo che crea anche alla sua parte politica non può essere cancellato dai soliti quattro tirapiedi, pardòn, portavoce, sempre pronti a difenderlo a tutti i costi. Mi sembra da questo punto di vista istituzionalmente più corretta la posizione di Fini, il quale reclama trasperenza e serietà.
I problemi del Paese, invece, si evidenziano nell'aspetto occupazionale, con la perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro ed un pessimismo latente per il prossimo futuro, un netto calo di ogni previsione sul PIL, con conseguente stagnazione economica e basse probabilità di rilancio dell'economia in Italia, mentre altrove qualche piccolo segnale positivo comincia ad emergere.
Il Fondo sociale istituito dall'Arcivescovo di Milano ha già bruciato la metà dei propri fondi, mentre da tutti viene ormai ritenuto che il punto più basso della crisi verrà toccato alla ripartenza di settembre, data entro cui si presume tali fondi saranno in esaurimento.
Ma non solo quelli straordinari messi a disposizione con grande saggezza e lungimiranza dalla Diocesi Milanese, anche quelli dello Stato sono al lumicino, avendo finora contribuito a coprire cassa integrazione e mobilità. Non vi saranno grandi risorse nel periodo più difficile.
Le misure messe in campo dal Governo in questi mesi non sembrano adatte a contenere la crisi, e, situazione ancora peggiore, a porre i presupposti per la ripresa industriale, se Emma Marcegaglia, Presidente di Confindustria, deve ricordarlo al Governo in ogni occasione. E non mi pare che Confindustria sia un'organizzazione legata alla Sinistra o, più in generale, all'opposizione...
Perfino l'incontro con Gheddafi è stata occasione di frustrazione per il nostro Paese, messo alla berlina per il suo passato da impero coloniale, che potremmo definire "da macchietta" se dietro non ci fossero i morti a ricordarci che su certe cose non si scherza.
E allora, alla vigilia di un momento di verifica della democrazia come quello dei ballottaggi amministrativi e del Referendum, di cui si è parlato il meno possibile e nel modo più lontano possibile, ecco la necessità di una vera prova di democrazia, una prova di popolo.
Credo che la risposta giusta oggi sia andare a votare al referendum, i fatti di questi ultimi giorni mi hanno convinto. Non per l'una o per l'altra tesi, ma per la democrazia stessa, credo sia importante che si raggiunga il quorum. Pensateci.

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