Alessandro Berteotti

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mercoledì 17 giugno 2009

Il Bene Comune, utopia politica

Qualche mese fa annunciai che al termine di questo mandato elettorale non mi sarei più ripresentato candidato alle prossime elezioni amministrative. Qualcuno non ci ha creduto e mi vorrebbe far smentire ciò che dissi: evidentemente non mi conosce.
Ribadisco qui in modo definitivo che non mi ricandiderò alla prossima tornata elettorale per almeno tre buoni motivi: primo perchè sono già stato eletto tre volte in questa carica di consigliere ed alla fine naturale di questo mandato avrò sommato 14 anni di servizio (1997-2011); secondo perchè credo nell'alternanza così come sancito anche dallo statuto del PD, e quindi non ricandidabile comunque; terzo perchè ritengo di dovermi impegnare di più nell'ambito della formazione politica e della crescita del movimento di un partito che ancora non entra nella sua vera e naturale collocazione politica.
Credo quindi che ci siano tutte le ragioni per cambiare il ruolo, ma non l'appartenenza al partito, questo deve essere altrettanto chiaro. Non un disimpegno, ma una maggiore forza ad impegnarmi sul versante della cultura politica, quello che oggi ritengo essere quello rimasto più sguarnito dopo il ciclone PD.
Se abbiamo imparato qualcosa noi, che abbiamo avuto modo di essere presenti nella vita amministrativa di questa città come opposizione, durante questi ultimi 15 anni, , è che lottando solo dai banchi del consiglio comunale sia come difendere Fort Alamo: una battaglia persa in partenza. Questa non è una città normale: qui convivono interessi forti ma occulti. Non si spiegherebbe altrimenti come mai, malgrado tutti i clamorosi fenomeni negativi che qui si sono concretizzati, il Centrodestra possa vantare quasi il 75% dei consensi: 3 cittadini votanti su 4!
La visibilità del consiglio è pressocchè nulla, solo poche decine di affezionati vi partecipano: dov'è il resto della città? Quando vi appare qualche faccia nuova, si scopre dopo pochi minuti che si tratta di persone interessate ad uno specifico argomento all'ordine del giorno, solitamente lottizzazioni e piani urbanistici, qualche volta per eventi di rilevanza maggiore.
Ricordo l'8 marzo 2000, quando una folla di oltre 500 persone invase la sala consiliare per il timore della realizzazione della Tangeziale Ovest; o i coloriti interventi tra il pubblico del Comitato Inceneritore di Borsano contro le azioni in progetto per le varie ristrutturazioni che, nel corso degli anni, sono state annunciate e poi, quasi tutte, realizzate (alla faccia del Comitato).
Oppure le proteste delle maestre degli asili nido, insieme ai genitori, per la mancata o ritardata programmazione dei mesi di luglio; le proteste che ci furono dal mondo della scuola per la realizzazione degli accorpamenti scolastici, fino alla vivace partecipazione dei tifosi della Pro Patria dello scorso inverno per chiedere la realizzazione del nuovo stadio di calcio e rispetto per il Presidente Zoppo. Mai nome fu più azzeccato.
Difesa di interessi di parte, più che di partito, anche perchè a Busto la gente cambia parere politico, eccome; ma sempre dentro il Centrodestra. Da un piccolo calcolo che ho fatto, ci sono più di 8.000 voti che negli ultimi 8 anni si sono spostati tra i partiti della coalizione, in particolare da Lega a PdL e da questo di nuovo verso la Lega. Ma di fatto qui non si muove nulla.
Il Bene Comune, scusate se lo scrivo con le iniziali maiuscole, è però ben altra cosa. Non è nelle piccole beghe di bottega intrapartito, non è nelle rappresentanze corporativistiche, non è nelle battaglie sulle buche o sulle foglie (per quanto rispettabili), non è nemmeno nella falsa, falsissima solidità dell'alleanza di potere di una maggioranza che altrove non riuscirebbe a gestire nemmeno una bocciofila.
E' nel degrado istituzionale, nella fragilità dei ruoli, nella mancanza di autocritica e nella repulsione che la gente prova nei confronti di amministratori di poche idee e di scarsissime qualità che dovremmo ricercare risposte ai tanti perchè della nostra città.
Perchè Busto è diventata così diversa da Legnano o Gallarate, o dalla stessa Castellanza: non hanno giunte dello stesso colore politico? Perchè Busto litiga con Gallarate (lo fanno i sindaci) per chi abbia in realtà la leadership del basso varesotto? Cosa fanno i nostri rappresentanti nelle istituzioni superiori, come ad esempio il nostro onorevole Reguzzoni, se non farsi notare per essere quello più assente tra i nostri deputati al voto in aula di Montecitorio? Come fa a difendere i diritti di Malpensa se non sta in aula? Quali effetti ha dato la sua presenza in quella sede alla nostra città e alla provincia di Varese?
Domande inutili, se non cominciamo a ricostruire delle coscienze politiche. E per fare questo occorre che qualcuno si metta in moto: io ho fatto questa scelta.

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