Alessandro Berteotti

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giovedì 3 giugno 2010

Due eventi sconcertanti

Ci sono cose che è difficile comprendere, diventa quasi impossibile spiegarle. Oggi vorrei tentare questa epica impresa con due fatti sconcertanti accaduti in questi primi giorni di giugno. La prima è la notizia che la stazione di interscambio tra LeNord e Trenitalia all'incrocio di Busto Arsizio non si farà. Nessuna sopresa per me.
Questa storia è talmente folle quasi da non meritare commenti, se non fosse che da vent'anni tormenta i pendolari della linea Saronno-Novara, nell'attesa che i vari Enti coinvolti escano dalle melme nelle quali hanno fatto scivolare la vicenda.
Sono stati spesi centinaia di milioni di euro per costruire un tunnel tutto sommato inutile: è stata inaugurata una tratta quattro mesi fa senza che questo abbia comportato alcun miglioramento per l'utenza, anzi una involuzione per i cittadini pendolari di Castellanza e Valle Olona, i quali si ritrovano senza treno e senza stazione (pardòn, con una stazione nuova da finire nel territorio di Busto Arsizio, che adesso per far sembrare la cosa meno ridicola è disposta a vendere la proprietà del terreno comunale a Castellanza... roba da matti!), ma con una bellissima e scomoda navetta, che li porterà avanti e indietro per ancora almeno un anno.
Fallito il tram-treno, fallita l'idea della stazione di interscambio. Tutte trovate fuori da un contesto di progetto vero e proprio, che la politica centrale ha periodicamente avallato per sostenere le idee balzane di questo o di quel sindaco locale.
Si farà invece il raccordo Y, quello che congiungerà Malpensa con la linea ferrovia del Sempione a sud della stazione di Busto. Serviva? Non certo ai pendolari, ma a Expo2015, si dice. Davvero? O forse è solo la solita manfrina per dare incarichi e soldi pubblici ai soliti amici, come per il tunnel già citato? Io temo sia così.
Il secondo tema è di ieri. A Varese scoppia un caso nazionale perchè alla presenza del Ministro Maroni non viene suonato l'inno di Mameli nella ricorrenza della Festa della Repubblica. Fa bene a puntualizzare la cosa il Presidente Napolitano, il quale però mi sembra applichi ultimamente la politica del colpo al cerchio e poi di quello alla botte.
Stiamo scivolando verso un revisionismo storico e culturale stravolgente, che tenta di cancellare la memoria del 25 aprile, mettendo addirittura in forse le atrocità del regime nazifascista; tenta la rilettura del Primo Maggio in chiave rave-party collettivo per quanto riguarda il concertone di piazza San Giovanni a Roma ed ora cancella (con varie interpretazioni, anche folkloristiche, se a renderle tali non fossero Prefetti e rappresentanti delle Istituzioni) l'intonazione dell'Inno Nazionale alla Festa della Repubblica.
Certo, per chi ha più importanza essere Padano che Italiano, questo può anche funzionare, non si capisce però il ruolo e l'interpretazione di chi lo Stato lo dovrebbe servire anche oltre i regolamenti ed i protocolli.
Ma anche di chi è Ministro della Repubblica ed ha giurato nelle mani del Presidente fedeltà alla Costutuzione e alle sue istituzioni. Se questa Repubblica non vi piace, signori leghisti, andatevene. Altrove, però, perchè la maggioranza della gente che abita questa terra si considera e si proclama italiana, ed ama nelle circostanze pubbliche ascoltare, vedere e celebrare i propri laici riti con tutti i loro simboli, anche quelli che voi disprezzate, forse più per modo che per sostanza.
E qui accomuno a questo rimprovero l'amico Marantelli. Mi fa piacere che tu abbia sensibilità ai problemi quotidiani del Paese e credo sinceramente che ti arrovelli ogni giorno per dare il tuo contributo alla loro migliore soluzione, ma non ti approvo in alcun modo quando celebri gli "amici" leghisti.
Mi sembra che da sempre tu manifesti in modo finanche non opportuno tutta la tua simpatia per questa Lega, fin da quando riuscisti a mettere un assessore simil-DS dentro la prima Giunta Leghista a Varese, proseguì con il tuo sostenere la necessità di accordi con la Lega nel corso dei mandati come Consigliere Regionale e, più recentemente, sei arrivato ad applaudire le esibizioni para-sportive della Nazionale Padana di calcio.
Daniele, te l'ho già detto: così non mi rappresenti. Voglio che questo concetto sia chiaro ed inequivocabile.

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