Alessandro Berteotti

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domenica 18 luglio 2010

Ciao Mino

Oggi ho solo un breve pensiero per Mino Damato, un grande che ci ha lasciati. In silenzio, nel siuo stile. Anche nel suo lavoro, è stato uno dei pochi giornalisti che, pur avendo avuto ruoli da anchor man, non si è mai atteggiato a divo, non ha mai posto la sua persona sopra i fatti e le situazioni.
Oggi molti lo ricordano per la sua passeggiata sui carboni ardenti di Domenica In; pochi ricordano la sua figura di giornalista cronista di guerra, inviato nei posti più pericolosi a parlarci di cosa era in quel momento la guerra per le persone che ne erano coinvole, in modo cortese.
Ma io lo ricordo per la trasmissione televisiva che mi ha fatto passare dalla fanciullezza all'adolescienza: Avventura. Oggi ripensavo a quanto cose mi sono rimaste addosso da quelle puntate, quanto di quello che sono oggi lo debba anche a lui. Chi mi conosce da molti anni sa quale sia la mia canzone preferita in assoluto: A Salty Dog dei Procol Harum, la sigla di chiusura di quel programma.
Immagino tutti sappiate cosa significa per un ragazzo di 14 anni avere una canzone preferita, una canzone di cui per anni non ho saputo nemmeno il titolo, ma quella canzone da allora fa parte del mio DNA.
E le immagini di In viaggio fra le stelle hanno fatto volare la mia fantasia, mi hanno fatto innammorare della scienza e della fantascienza, un'altra cosa che è parte essenziale della mia vita. No, io a Mino ho voluto bene da sempre, ma bene davvero. E gli sono grato per quello che lui mi ha donato.
Sì, lui non lo ha fatto per me direttamente, lo ha fatto per tutti quei ragazzi che come me avevano bisogno di avere un punto di riferimento, una certezza per attraversare l'adolescenza e diventare poi uomini adulti. E anche di sognare. Per questo ti saluto, Mino: ciao. Sei stato un grande, per me lo sei ancora e lo sarai per sempre.

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