Alessandro Berteotti

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lunedì 12 luglio 2010

Il Governo delle menzogne

Ci sono cose che mi mandano in bestia. Altre ancora di più.
Se l'articolo 1 della Costituzione che, al signor Berlusconi e soci anche non piacendo, afferma ancora che l'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, si dovrebbe trovare il modo di dare lavoro e magari qualche agevolazione in più anche ai lavoratori e non solo ai padroni.
Stasera sono furibondo. Non sono mai stato per la lotta di classe, operai contro padroni, ed oggi come oggi essa mi sembrerebbe non solo fuori dal tempo, ma anche fuori dalla realtà, in quanto parlare di operai quando essi rappresentano ormai solo una parte minoritaria della forza lavoro complessiva, mi sembra eccessivamente condizionante.
Malgrado questo dettaglio, vedere con quanta facilità questo Governo del menga (e scusate l'eufemismo) continui a distribuire soldi e privilegi solo ed esclusivamente alle imprese (tra l'altro, solo quelle di una certa dimensione), mi fa dire e scrivere cose che difficilmente sarei riuscito ad immaginare in normali circostanze.
In Italia parlare di industria dell'auto significa parlare di una sola azienda, che può fare il bello e il cattivo tempo come le pare. Ha avuto miliardi di euro di agevolazione nel corso degli anni, eppure è riuscita a dire attraverso i suoi dirigenti, di non aver mai preso un centesimo dal Governo. Ma non ce l'ho tanto col questa sola impresa, quanto con coloro che pur con responsabilità di rappresentanza di tutto il popolo italiano, continuano ad ignorare chi fatica ad arrivare a fine mese, chi paga le tasse fino all'ultimo centesimo e non ha possibilità di avere altro reddito oltre a quello che, con qualche fortuna, ancora riesce a mantenere.
Di famiglia e di agevolazioni alle famiglie, numerose o meno, non se ne parla più da un pezzo ed anche quei partiti, come l'UDC, che ne avevano fatto la propria bandiera a scopo elettorale, già da mo' hanno disdetto ogni impegno in proposito, semmai cercano di arrangiarsi con un posto di supplenti al Governo per ricucire la possibile se non probabile dipartita dei Finiani.
Nessuno che parli di riequilibrio dei redditi, di agevolazioni per gli anziani, di modalità di uscita dall'ambito lavorativo che permettano di recuperare le conoscenze (o know-how per i leghisti che ormai capiscono solo il dialetto di Manchester) e di favorire l'ingresso dei giovani.
I quali, a loro volta, devono passare anni e anni per trovare un misero lavoro, sebbene laureati, prima attraverso stage non pagati, poi con lavori precari mal retribuiti, quindi con lavori a tempo determinato e solo verso i 30/35 anni riescono ad inserirsi adeguatamente in questo tortuoso percorso.
Eppure le aziende hanno continuamente bisogno di aiuti, di sostegni, di agevolazioni, altrimenti si chiude e allora tutti a casa. Quindi... No, mi dispiace, questo gioco al massacro, questo continuo ricatto deve finire!
Non ci sono le condizioni per continuare, non c'è la possibilità di insistere a dare agevolazioni sul lavoro nel paese europeo (ovvero l'Italia) che ha già oggi il costo del lavoro più basso del vecchio continente (ah, scusate: volevo dire Europa).
D'altra parte, se il livello educativo ci porta a dire che chi è pluribocciato alle scuole superiori, dopo qualche mese diventa consigliere regionale, basta avere un padre Ministro della Repubblica: scusate, ma questo non accade nemmeno in Burundi, mi perdonino gli abitanti di quel bellissimo paese.
Ha comunque ragione chi scrive sempre più nei blog, su Facebook e dove ancora ci si può esprimere con un minimo di libertà vera: italiani, avete votato questo Governo, adesso pensateci prima di farlo un'altra volta!

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