Alessandro Berteotti

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venerdì 23 luglio 2010

Ghe pensi mi

"Ghe pensi mi", aveva detto pubblicamente due settimane fa Berlusconi al ritorno dal suo viaggio istituzionale, dove diceva di aver ottenuto straordinari successi per il nostro Paese: siamo qui ancora oggi a cercare di capire di quali successi egli parlasse in realtà.
Le sue dichiarazioni lapidarie sono ogni giorno più lontane dalla realtà, tanto che perfino qualcuno dei suoi comincia a dare chiari segnali di insofferenza e a pensare che forse Fini non abbia tutti i torti nel cercare di salvare il salvabile cercando di recuperare una dignità politica ormai perduta da tempo.
Le frasi ad effetto possono aiutare a mascherare un disagio per qualche tempo, ma quando il male è profondo, serve molto di più di una semplice promessa o di uno scioglilingua. Servono fatti.
Il PdL si sta sfasciando, e per quanto questo possa solo farmi piacere, dall'altra parte mi preoccupa non poco l'eventuale vuoto di governo ed amministrativo che si verrà a creare, anche per il fatto di non avere una vera opposizione che riesca a catalizzare l'interesse del Paese, e dal momento che il Monarca Berlusconi non ha dato spazio a quello che una volta veniva definito "il delfino", colui che sarebbe stato destinato a seguire le orme del leader.
Questa cultura si è persa da tempo, ammazzata dalla necessità di avere "un uomo solo al comando", uccisa dal Leaderismo. Uno dei tanti effetti collaterali negativi di questo modo di sviluppare la politica è proprio quello di fare terra bruciata intorno, di non far crescere persone capaci ma solo servi fedeli, di non dare profondità all'azione politica ma creare solo "effetti demo" derivati da un inquietante marketing politico.
"Ghe pensi mi", questa volta, rischiano di essere le "ultime parole" politiche di un leader agonizzante dentro il suo magnifico partito di plastica, dove non esistono le correnti, non vi sono pareri diversi, dove tutti aderiscono alla linea del Premier. Stante che se anche tutto questo fosse vero, mi verrebbe qualche dubbio di non essere stato catapultato a mia insaputa in qualche paese dell'Est Europa di qualche decennio fa; ma considerato che non è vero, proprio ieri sentivo a Radio24 qualcuno, che non sono riuscito ad identificare, ma sicuramente senatore PdL, affermare che l'attuale PdL altro non sarebbe che la riedizione moderna della vecchia DC.
Ora, se quella formula avesse funzionato, sarebbe ancora in auge adesso, invece essa non funziona nemmeno per l'opposizione, figurarsi per questa maggioranza realizzata col collage di tanti vecchi partiti e partitini (una volta definiti cespugli - Bush in inglese, per la cronaca - ), a cui se ne sono aggiunti tanti altri di diversa definizione.
Qualche esempio? La Nuova DC di Rotondi, i Popolari Liberali (che strano, PL!) di Giovanardi, gli ex Socialisti di Cicchitto (pure ex-P2), un manipolo di ex Socialdemocratici, i cattolici di CL con il loro rappresentante di sempre, Formigoni, ma anche tanti altri sparsi qua e là. E la lista potrebbe continuare.
"Ghe pensi mi", ormai sta diventando un'ossessione, quasi una maledizione, per chi ha voluto rubare una frase dell'umorismo storico di Tino Scotti. I più giovani faranno perfino fatica a ricordare chi fosse costui, ai meno giovani forse tornerà in mente il Confetto Falqui e gli effetti che induceva la sua assunzione: faceva cagare! Lo stesso effetto a cui induce oggi il suo replicante.

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