Alessandro Berteotti

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martedì 13 luglio 2010

L'ONU boccia la legge bavaglio: minaccia alla libertà

In queste ore, e parliamo solo della giornata di oggi, si vanno accavallando molte notizie che apparentemente hanno poco in comune, ma che in realtà hanno un grossissimo punto di contatto. Tra le diverse che si susseguono, prendo solo le tre più significative.
La prima viene nientepopodimeno che dall'ONU. L'organizzazione più famosa del mondo boccia la legge-bavaglio: non solo chiede al governo di "sopprimere o rivedere" il discusso ddl intercettazioni, ma annuncia una missione in Italia, nel 2011, per esaminare la situazione della libertà di stampa e il diritto alla libertà di espressione. A lanciare l'allarme è il relatore speciale sulla libertà di espressione delle Nazioni Unite, Frank La Rue, che in un comunicato chiede al governo italiano di "abolire o modificare" il disegno di legge sulle intercettazioni perché "se adottato nella sua forma attuale può minare il godimento del diritto alla libertà di espressione in Italia".
Questo fatto è tremendo, e non solo per l'autorevolezza di chi esprime questo giudizio, ma soprattutto perchè dimostra da solo che la nostra è oramai una nazione a rischio democrazia, non solo e non tanto perchè lo dicono persone che sono all'opposizione di questo Governo.
A questo proposito, apro una parentesi: avendo ormai più di cinquant'anni, posso esprimere un parere che deriva dalla mia esperienza e non dai libri di storia, ed è che mai nella storia della Repubblica è esistito uno stato di tensione e di insofferenza così forte come quello che percepiamo oggi. Il fatto che manchino i morti di piazza, come avvenne per i fatti di Reggio Calabria o di Reggio Emilia, non singifica nulla. Mi sconvolgono certi giudizi espressi in alcuni blog da parte di ragazzi che ormai hanno solo odio e disprezzo verso gli avversari politici.
Questa è una sconfitta per la nostra generazione, che non è riuscita ad insegnare come gestire i contrasti, come confrontarsi in modo civile, lasciando che in casi come questi a prendere il sopravvento sia solo il livello corticale del nostro io cosciente, a reagire siano solo le nostre emozioni e le nostre paure, sopprimendo il livello cosciente. Chiusa parentesi.
La seconda riguarda l'inchiesta sul'eolico, quella che ormai qualcuno ha ribattezzato "P3", visto il tornare in auge personaggi della P2 come Flavio Carboni, e che conferma cnche il filo logico che collega quegli avvenimenti, quelle persone, agli attuali eventi, compreso anche Silvio Berlusconi ed il suo ruolo.
Da Repubblica: "Quindicimila pagine, ore ed ore di intercettazioni, di conversazioni tra affaristi, magistrati e politici. E tra questi il coordinatore del Pdl, Denis Verdini ed il creatore di Forza Italia, il senatore Marcello Dell'Utri. Tutti insieme a tramare, ad organizzare convegni per pilotare affari, assunzioni ed anche candidature politiche. Sponsorizzandole oppure tentando di affossarle diffondendo false informazioni. Un'operazione mastodontica che fa tremare tanti palazzi e che i carabinieri coordinati dal procuratore aggiunto di Roma, Giancarlo Capaldo, hanno chiamato "Operazione Insider".
Ora, la Magistratura potrà anche essere cattiva e perseguitare questi personaggi, ma alla fine se esistono riscontri oggettivi, diventa anche difficile sostenere di essere perseguitati. E chi offre questi "riscontri oggettivi"?
Passiamo quindi alla terza notizia: la maxi operazione contro la 'ndrangheta che ha portato all'arresto di 300 persone tra Lombardia e Calabria; una vicenda che nasce proprio dall'Altomilanese. Da Varesenews: "Gli inquirenti sono partiti dall'omicidio di Carmelo Novella, ammazzato da un killer a volto scoperto a San Vittore Olona (Mi) nel 2008, per disegnare la nuova mappa del potere mafioso in Lombardia. Novella, allora esponente di spicco della locale di 'ndrangheta di Legnano e Lonate Pozzolo, era il reggente lombardo della 'ndrangheta e sarebbe stato ucciso perchè voleva staccarsi dalla cosca madre in Calabria". A fornire le informazioni dall'interno della centrale operativa pare ci fossero anche 4 carabinieri ed uno di questi era stato citato in una intercettazione telefonica di una conversazione tra Emanuele De Castro e Alessandro Manno. Egli aveva più volte informato dell'indagine in corso da parte del pm Bocassini: «Con questa non ce la scampiamo» - avrebbe detto De Castro, considerato elemento di spicco della 'ndrangheta di Legnano e Lonate Pozzolo.
Allora, mi chiedo: a chi giova impedire le intercettazioni? Al cittadino che può essere indebitamente o incidentalmente intercettato nelle comunicazioni private, o a garantire allo stesso che nessuno gli metterà domattina una bomba sotto casa, gli sparerà mentre va in banca o porta a scuola i figli? O a politici corrotti e affaristi corruttori, a criminali incalliti che possono sconvolgere il tessuto sociale di una regione produttiva per portarla lentamente ma inesorabilmente allo stato di prostrazione di alcune regioni del Sud?
E chi si allea con questi personaggi nel nome del federalismo o dello pseudo-secessionismo, favorendo l'inserimento nelle nostre regioni settentrionali di questo livello di criminalità, non ha forse le medesime responsabilità di questi figuri?
Credo allora che l'ONU, nel suo documento, voglia fare riferimento proprio a questo stato di cose: un conto è salvaguardare la privacy dei cittadini, un altro garantire loro l'integrità fisica ed impedire che organi deviati dello Stato possano arrivare a mettere a serio rischio la democrazia nel nostro paese. Su questo occorre riflettere e vigilare.

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