Alessandro Berteotti

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venerdì 7 agosto 2009

Bustywood: manca solo la collinetta

I giornalisti sono bravi a fiutare le notizie. Prendiamo il Piano di Comunicazione del Comune: era come un faro che splendeva nella notte, quasi a richiamare la loro attenzione di navigatori nel mare delle informazioni. Come non incuriosirsi dopo le nostre osservazioni e gli atti depositati per il consiglio comunale?
Così i numeri hanno cominciato ad assumere anche una sostanza diversa, dei contorni meno generici e "buonisti". Il biscottino della pagina per le opposizioni nasconde la torta, più consistente e sostanziosa, della comunicazione gestita come arma della maggioranza alle spalle dei cittadini contribuenti.
Quello che colpisce di più è proprio la proposta di destinare MalpensaFiere alla cinematografia, traformandolo in Teatro di posa, in "Studios" tipo Hollywood. Il Presidente di MalpensaFiere non ne sapeva niente, eppure il piano di comunicazione data Novembre 2008.
Che in tutto questo periodo non si sia detto nulla alle minoranze, può anche passare, tanto questo è la norma, succede anche per atti ben più importanti: nessuna notizia fino a una settimana prima del Consiglio, quindi di corsa perchè bisogna deliberare e siccome le cose sono economicamente rilevanti occorre non perdere l'occasione.
La fissa del cinema pare essere un pallino della Lega: Bossi in persona ha voluto trasformare la Manifattura Tabacchi di Milano nel centro di produzione di fiction, sceneggiati e film della nuova capitale del Nord. Ora, come al solito, il sole ha bisogno di satelliti e allora trasforma una fiera (che aveva un senso inserita in un determinato contesto storico-industriale) in una sala di produzione cinematografica. Come dire: Bustywood. Manca solo la collinetta dove mettere il marchio.
Ovviamente questo progetto non è quotato nel piano di comunicazione, pur ingente e che a mio giudizio costerebbe tra i 300.000 e i 400.000 euro entro la fine legislatura di Farioli, e vale molto di più di queste cifre. La stessa MalpensaFiere è una struttura pubblica di ingente valore, la Camera di Commercio credo che ne sappia poco di questo progetto (forse ne sa qualcosa adesso).
Cosa possa centrare un progetto di questo tipo con un Piano di Comunicazione dell'Amministrazione davvero non si capisce. Anche il fatto che si faccia riferimento al Piano d'Area Vasta, altra bufala dell'Amministrazione, non chiarisce le finalità di questa onerosa e disgregante operazione. L'unica cosa che appare chiara è che si è passati dalla celebrazione dell'operosità bustocca (Museo del Tessile, Mulini Marzoli), alla celebrazione del Grande Nulla, dell'Illusione fine a se stessa, proprio con iniziative di grande impatto mediatico come Più Busto e questa cattedrale del Cinema, ma di nessuna sostanza e prospettiva per la crescita della città e del suo ruolo di riferimento per il territorio.
E allora? La questione non finisce certo qui, anche perchè nel piano ci sono altre sorprese...

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