Alessandro Berteotti

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lunedì 17 agosto 2009

Basta insultare i simboli del Paese

Ho già parlato la scorsa settimana di lingua e dialetto, di bandiera e bandiere. Ma pare che a qualche nostro Ministro della Repubblica, nella fattispecie Umberto Bossi, a nome del partito che rappresenta e che governa l'Italia, in questo momento piaccia parlare di lingua, bandiera e Unità d'Italia come se stesse ritornando su posizioni secessioniste.
Io non credo che stia solo alzando il prezzo della sua fedeltà al Governo Berlusconi, cosa fin troppo semplice e ovvia, sebbene resterebbe grave il tipo di atteggiamento. Penso che Bossi ormai si senta abbastanza forte da pretendere non solo il Federalismo in termini costituzionali, ma voglia andare oltre, arrivare alla Repubblica del Nord e minare l'unità d'Italia.
Se un Ministro della Repubblica Italiana che ha giurato fedeltà alla Costituzione dire in pubblico, durante un incontro politico, una cosa del genere, senza che succeda nulla o semmai si senta qualche rimbrotto da parte della sua stessa maggioranza, ciò sostanzia il grado di deterioramento delle istituzioni che questi governi di destra, ed in particolare quest'ultimo, hanno causato alla nostra nazione.
La bandiera italiana viene descritta nell'articolo 12 della Costituzione: simbolo della Patria e dell’ Unità nazionale nonché dei sacrifici del Popolo Italiano per riconquistare libertà, dignità e indipendenza. L'inno di Mameli o Canto degli Italiani non è sancito dalla Carta Costituzionale, ma ugualmente è parte della nostra storia, della nostra identità nazionale.
Chi non ricorda nell'estate del 2006 il milione e passa di persone che a Roma festeggiavano la Coppa del Mondo di Calcio appena vinta cantando l'inno a squarciagola?
Forse non lo cantava Bossi, non lo cantava qualche leghista duro e puro, ma tanti italiani, molti di più che non quattro sparuti leghisti, lo cantavano e lo cantano.
Con gioia e senza chiedersi di che colore partitico, ma solo perchè con quell'inno e quella bandiera ci si sente italiani. Io non vorrei mai che il percorso che ha portato il nostro paese da nazione libera ed indipendente, che lottò contro il Fascismo per la propria libertà, che ha attraversato la storia per migliaia di anni, con un contributo di cultura e di lingua fondamentali anche per la stessa unità europea, venga ora messa in dubbio da questi rigurgiti di nordistica autarchia. Guai a voi!
Se chi sta nel Governo oggi non ama questi simboli, non onora la Costituzione e non rispetta l'Unità del Paese, se ne vada! Io posso e devo accettare per le leggi della democrazia un Governo eletto dal popolo che manifesta ed applica idee diverse dalla mia fede politica, ma non diverso nella concezione di Nazione e dei simboli che la identificano così come definita nella Costituzione Italiana. Se questo accade, o il Governo caccia chi non rispetta queste leggi, o ne diventa complice.
Abbiamo già dovuto subire in passato affronti dallo stesso soggetto come quelli che "con la bandiera italiana mi ci pulisco il culo", o il dito medio di un anno fa all'inno italiano. Adesso basta!
In questo momento si svela che l'antimeridionalismo della Lega è sempre stato lì, pronto a colpire, come il ben noto Salvini ci ha ricordato con il suo canto goliardico sui napoletani qualche settimana fa.
Forse si pensa di scherzare, ma qui è ora di smetterla: italiani, se ci siete, fatevi sentire contro questo imbarbarimento delle tradizioni e della cultura nazionale. Abbiate finalmente il coraggio di affermare la libertà di un popolo, distinguendovi dagli egoismi e dalle vessazioni di pochi.
Ed ufficialmente, come cittadino italiano, per quello che conta, chiedo le dimissioni del Ministro leghista Umberto Bossi. E Berlusconi si prenda le sue piene responsabilità in merito a questa faccenda.

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