Alessandro Berteotti

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lunedì 11 gennaio 2010

Voglio correre il rischio di essere informato

Per fortuna c'è Famiglia Cristiana. Perchè se fosse per altre fonti di informazione, di certe cose ne sapremmo poco, davvero poco. Nel numero di questa settimana ci sono molte cose interessanti, come il dibattito tra un parroco ed un missionario che apre uno scenario sconcertante tra chi vive la realtà qui, comodamente adagiato nella rilassante tranquillità occidentale, e chi vive tutti i giorni lungo il confine più evidente tra la vita e la morte.
Ma è l'articolo di Franca Zambonini che attira la mia attenzione. Dice la giornalista: "Sui giornali e in Tv è apparso l’abituale ripasso delle notizie più notevoli del 2009, una carrellata di storie e immagini utile a rivisitare fatti, personaggi, dolori, delitti, processi, scandali, pettegolezzi. Insomma, tutto ciò che ha segnato l’anno appena concluso. Dalla rassegna mancano, si capisce, le notizie dimenticate. Sono quelle escluse dalle cronache. Non per qualche misterioso complotto o accordi sottobanco dei signori dell’informazione. E neppure per censura, che da noi esiste soltanto come autocensura, una forma di limitazione cui si ricorre per non scontentare il potere o procurarsi nemici. Ma semplicemente perché non provocano scalpore, non mettono ansia e non fanno vendere più copie.
Un esempio di informazione ansiogena è stata quella sull’influenza detta "suina", presentata come una tragicommedia in due atti. Atto primo: un diluvio di paginate e servizi televisivi sull’incubo della prevista pandemia. Atto secondo: una pioggerella di smentite ci ha fatto sapere che l’influenza non era più pandemica e neppure "suina", ma la solita di ogni autunno. Così la grancassa aveva diffuso l’allarme, poche righe l’hanno fatto rientrare, tra le proteste dei lettori, le spiegazioni impacciate dei virologi e i guadagni miliardari delle aziende che producono i vaccini".
Ecco. Inutile dire che sono perfettamente d'accordo, che non è vero che viviamo in un paese libero finchè non potremo avere la possibilità di scegliere anche che tipo di informazione vogliamo.
E proprio nel momento in cui più di ogni altra epoca vengono evocate anche nei nomi dei partiti aspirazioni fondamentali dell'Uomo, come la Libertà e l'Amore, ci ritroviamo schiavi della nostra pigrizia e dell'irrequietezza morale che ci fa sempre agitare per le cose che hanno meno significato per la nostra vita.
Sembra ogni tanto di essere in un teatro dove il burattinaio di turno dica: "Tutti in piedi", oppure "Tutti seduti", e noi lesti a dargli corda e soddisfare la sua lucida follia, convinti però che stiamo solo agendo "liberamente", sulla base del nostro libero arbitrio, che è ciò che consente a tutti, laici e confessionali, di sentirci comunque nel giusto.
Perchè quando cade un aereo all'estero con duecento persone a bordo, senza superstiti, la prima notizia che viene data e che ci fa tirare il fiato è che "non c'erano italiani a bordo"; ma se c'erano duecento persone, ciò significa che ci sono duecento esseri umani morti. Poverini. Ma non erano italiani.
Quanto conta la razza, la nazionalità, il colore nella nostra scala dei valori? Tantissimo.
Consentitemi di pubblicare anche il resto dell'articolo, e di lasciarvi liberi di trarne un vostro parere personale. Ringraziando Famiglia Cristiana di esistere.
"Un altro esempio di notizie dimenticate riguarda ciò che succede fuori del pollaio di casa nostra. Quest’anno l’Africa farà tanto rumore perché ospiterà per la prima volta i Mondiali di calcio. Sapremo tutto sui trionfi o le sconfitte, ma resteranno ancora una volta ignorate le piaghe del continente, come lo sono state nel 2009. Tra le dimenticanze più colpevoli c’è il dramma della Somalia, dove la violenza tra le fazioni islamiste provoca lutti paurosi e la fame colpisce il 40 per cento della popolazione. È uno dei Paesi più travagliati del mondo, però fa notizia solo per i pirati che assaltano le navi nel golfo di Aden e chiedono il riscatto. Il resto è silenzio.
Lo stesso silenzio ha coperto l’anno scorso molte crisi umanitarie. Veniamo a sapere dei milioni di bambini che muoiono di denutrizione e altri flagelli quando c’è un convegno della Fao che comunica le cifre, a malapena riprese dai giornali come è successo a novembre scorso.
Il rapporto annuale di Medici senza frontiere denuncia che i Governi hanno fermato gli aiuti nello Sri Lanka e nello Yemen, dove i conflitti armati sono aumentati nel 2009. Intanto sono diminuiti i fondi per contrastare l’Aids, la tubercolosi, la malaria; nel Sudan meridionale, nel Darfur, in Somalia i malati non hanno accesso alle cure.
A volte è la pubblicità a informarci meglio. Così è successo con l’appello "Magia nera", promosso dall’Associazione Amici dei bambini. Il bravo attore Silvio Orlando è apparso in efficaci spot televisivi a chiedere un aiuto per i bambini africani accusati di stregoneria e perciò abbandonati sulla strada. Di questa orrenda usanza non sapevamo niente, solo Benedetto XVI ne aveva parlato durante il suo viaggio in Angola, a maggio. All’appello di Orlando hanno risposto con un contributo più di 50 mila persone, finalmente informate.
Medici senza frontiere ha lanciato la campagna "Adotta una crisi dimenticata", rivolta ai media italiani affinché si interessino di ciò che succede al di là del nostro pollaio. Per non perdere di vista lo sfondo, che ci appartiene come tutto il resto
".

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