Alessandro Berteotti

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lunedì 4 gennaio 2010

Essere o Avere?

Anno nuovo... vita nuova, dice il proverbio, ma mi sa che da queste parti vige un altro proverbio: niente di nuovo sotto il sole. Per il 2010 vorrei fare un proposito: niente commenti "contro" (d'altra parte non mi sembra di averne mai fatti, se non eccezionalmente) e solo buone novità, goodnews. Mi piacerebbe anche scrivere qualche post in inglese, ma qui rischio grosso...
Allora mi limiterò per ora all'italiano, così che tutti (quelli che mi leggono) possano capire.
Volevo oggi proporvi una breve riflessione sulle parole di Monsignor Agnesi, prevosto di Busto Arsizio, proclamate durante l'ultimo Te Deum del 31 dicembre 2009.
Egli chiedeva che la società non si dimenticasse degli ultimi più ultimi, i senzatetto, coloro che sono più a rischio proprio durante questo periodo dell'anno; ed in questo caso stiamo proprio parlando di sopravvivenza. Chiedeva che restasse aperta la stazione ferroviaria, l'unica struttura in grado di accoglierli in un luogo caldo per la notte; chiedeva che a nessuno mancasse un tetto sopra la testa e che la fiera dell'edilizia (Ediltec) potesse essere in grado di trovare una possibile soluzione edilizia per questi casi.
Ed aggiungeva due cose che da tempo anch'io affermo: che il bisogno di chi abita in città non è solo e tutto quello che si manifesta presso gli uffici comunali, in particolare i servizi sociali; che vi sono troppe case nella ricca Busto Arsizio, vuote, senza nessuno che le abiti.
Certo, nessuno affitterebbe a persone che non sono in grado di pagare un affitto adeguato e che potrebbero distruggere un appartamento in poche settimane; ma allora, perchè tante case vuote?
Non voglio rispondere adesso a questa domanda, ma se qualcuno fosse interessato, recuperi una recente puntata di Report dove si parlava del perverso meccanismo finanziario che alimenta l'edilizia. Senza dimenticare che la bolla finanziaria della crisi mondiale è scoppiata proprio per le questioni legate ai mutui per la casa.
Tornando al nostro tema, chi si occupa degli ultimi all'inizio del nuovo anno? Caritas, San Vincenzo, parrocchie, associazioni come "Ali d'Aquila", e poi? Chi produce ricchezza non può pensare agli ultimi, anzi questi sono una zavorra che non permette al sistema di viaggiare alla massima velocità. Non ci servono poveri, zingari, emarginati, handicappati, persone problematiche, malati, vecchi... sono un peso per la società: non hanno risorse economiche rilevanti, non consumano, richiedono risorse che potrebbero essere impegnate diversamente.
La stazione ferroviaria è una struttura che prima di tutto deve servire per i passeggeri, i quali durante la notte viaggiano pochissimo: perchè spendere soldi per scaldare un ambiente che non serve a nessuno? Ah, per evitare fraintendimenti: questa vuole essere una domanda retorica, non priva di sarcasmo...
Concludo con questa riflessione: quanto vale una vita umana? Ci sono vite che valgono di più e vite che valgono di meno? Ci sono vite che possono essere salvate e altre che possono essere sacrificate? Il valore della vita dipende più dal colore della pelle o dal conto in banca?
I neri in America hanno iniziato a significare qualcosa da quando hanno migliorato il proprio tenore di vita, fino a diventare (alcuni) perfino più ricchi degli stessi bianchi... e da noi lo stesso sta succedendo con gli extracomunitari.
Allora, il dilemma è: essere o avere?

1 commento:

Unknown ha detto...

Ti stuzzico con una controosservazione: non è questione di opposizione fra essere e avere, ma di precondizione.
Ossia, per l'uomo della strada, puoi "essere" solo se prima "hai".

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