Alessandro Berteotti

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venerdì 22 gennaio 2010

I problemi degli italiani

Il Senato approva la legge sul Processo Breve. Berlusconi è tornato; dopo un breve periodo dove sembrava potersi vedere uno spiraglio per il ritorno ad una politica fatta di confronti e non di scontri, ecco subito l'atto di forza che spegne la speranza.
Chiaramente per lui questo è un bisogno, una necessità: togliersi di torno questi fastidiosi giudici che non lo lasciano in pace, minacciando un giorno sì e l'altro pure la sua immagine di politico, costruita giorno per giorno sulla base di un marketing perfetto e costosissimo. E per fare questo non ha nemmeno la remora di concedere un regalo enorme, in questa operazione di cosmesi giudiziaria, a tanti altri che sicuramente sono molto meno "perseguitati" di lui, consolidando la percezione che in Italia l'unica cosa ad essere sicura è l'incertezza della pena.
In realtà, il problema è un altro: in questo quadro così elaborato e surreale, la politica del Governo è prigioniera del suo Capo, continuando a produrre leggi personalistiche, che poco hanno a che fare con i bisogni reali della gente, i quali appaiono e subito scompaiono dalla scena.
Faccio un paio di esempi molto concreti: la crisi non c'è o sta terminando, quando il Governo parla agli imprenditori e alle associazioni di categoria, ricompare in tutta la sua evidenza quando si parla dei conti dello Stato. Complimenti...
Un altro: il giorno prima le tasse vanno diminuite, il giorno dopo non possono essere diminuite. E per fortuna non si tira in ballo il Governo Prodi, perchè il punto diventerebbe ridicolo.
Eppure io credo che i bisogni reali degli italiani siano proprio su tre fronti ben visibili: Fisco, Famiglia e Lavoro. Se sei lavoratore dipendente, te li ritrovi tutti e tre insieme tutti i mesi, quando attiva il cedolino paga.
Ecco che allora su questo fronte io vorrei entrare più in dettaglio: allargare l'analisi, prospettare una tesi ed una soluzione. Dire a tutti, anche a quei pochi che mi leggono, che c'è un'alternativa da costruire, una realtà da riscoprire e da risistemare perchè essere riformisti, essere innovatori, vuol dire percorrere nuove strade, cercare nuove soluzioni, se quelle che ci sono non funzionano. E che vi sia malcontento nella società, è fuor di dubbio.
D'altra parte, esiste un giochino verbale che fanno i bambini: ti fanno ripetere dieci volte la parola "forchetta" e poi ti chiedono con cosa mangi la minestra. Meccanicamente, i più rispondono "con la forchetta". Questo meccanismo, ripetuto con persone che hanno imparato ad apprendere il mondo solo per quello che ci dice la televisione e non per i fatti e le persone reali che ci circondano, ci porta a pensare che, siccome al Parlamento si danno un gran daffare con questa storia della Giustizia, questo sia davvero il primo problema degli italiani, mentre per me semmai il vero dramma è l'indifferenza del Governo ad affrontare temi di largo respiro e l'abitudine a rispondere a sollecitazioni del momento, magari con misure sproporzionate o assurde, come nel caso delle ronde o della lotta all'alcoolismo alla guida.
Una nota a margine: ho letto che, a seguito dell'interrogazione sulle "Cartelle TARSU" presentata con la collega D'Adda, per conoscere come abbia agito l'amministrazione su questo tema, qualcuno ci ha accusato di difendere gli evasori. Nulla di più falso.
I consiglieri di opposizione possono solo svolgere il loro compito di controllori dell'azione di chi amminstra, ed è quello che abbiamo fatto con questa interrogazione. I fatti ci dicono che le cartelle colpiscono le tasche dei cittadini, le nostre domande chiedono la garanzia che ciò che avviene sia chiaro, trasparente e corretto, al di sopra di sospetti che, considerate le vicende anche recenti che hanno investito l'amministrazione, sia assolutamente nei termini di legge e garantisca un trattamento giusto ai cittadini.

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