Alessandro Berteotti

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sabato 14 maggio 2011

Restiamo cittadini

Un ragazzo italiano ha deciso qualche anno fa di andare ad aiutare il popolo palestinese perchè voleva la pace: si chiamava Vittorio Arrigoni ed era delle nostre parti. Il suo motto era "Restiamo Umani", e credo che la sua lezione di vita ci debba fare riflettere.
Soprattutto noi Italiani che viviamo qui in Italia. Noi non ci accorgiamo di molte cose che succedono nel mondo perchè, per certi versi, hanno anestetizzato le nostre emozioni, le nostre aspirazioni; hanno trasformato la passione in lotta contro il nemico, per cui non si ragiona più, ma si odia e basta.
Anche per questo ho scelto liberamente e da parecchio tempo di non candidarmi più a queste elezioni comunali. In molti mi hanno chiesto come mai, adesso chi voteranno e perchè. Io anche per questo non ho parlato, non ho scritto, non ho voluto dare indicazioni di voto.
Se si decide di non intervenire lo si deve fare davvero, coerentemente, anche se lo spirito vorrebbe altro, anche se la volontà sarebbe ancora quella di dare il proprio contributo alla politica, ma in questo momento mi sembra difficile anche assicurare un corretto indirizzo in relazione a quanto succede intorno a noi.
Abbiamo qui a Busto una situazione al limite della barzelletta, con un candidato leghista in opposizione al sindaco uscente Farioli, già presentato, che viene tolto di mezzo pochi giorni prima di depositare le candidature, per volere del "Capo"... e con grandi mal di pancia da parte di tutta la base. Già è stato per loro difficile digerire tutto quanto successo a Roma nei giorni e nelle settimane precedenti e seguenti. Come credere che la città potrà, nel caso di loro vittoria, essere governata nell'interesse dei cittadini?
Guardate la città: opere ferme per anni hanno cominciato a muoversi solo pochi mesi prima delle elezioni. Strade asfaltate, ma solo per mimetizzare l'incapacità di una Giunta inesistente per il resto della legislatura. Chiedete a chi opera nel sociale, ai cittadini che hanno attraversato e attraversano difficoltà. Chiedetelo a chi non ha voce nè voglia per raccontarvi i propri problemi perchè sono talmente grossi che non hanno tempo da perdere in sciocchezze.
Se ribatiamo questo scenario a livello nazionale, da comico lo scenario si fa grottesco.
Un Premier che lascia dietro di se una scia incredibile di scandali e reati, per cui si sente di dover accusare la magistratura che non lo lascia in pace. Ogni giorno una novità, che se fossimo in un paese davvero civile, lui stesso si sarebbe già dimesso. Già, ma siamo in Italia e qui non si dimette nessuno.
Per coprire le sue mascalzonate sta mettendo in crisi l'Italia, dichiarando continuamente che il problema più grosso è quello della Giustizia, ignorando scientificamente che i salari perdono potere d'acquisto, che le tasse hanno raggiunto livelli insopportabili essendo due punti più alte rispetto a quando fu fatto fuori Prodi (proprio con l'accusa delle tasse troppo elevate) e con la benzina che ha superato 1,6 euro al litro, con effetti disastrosi sull'economia e sull'inflazione reale. Senza contare la figuraccia in politica estera rimediata con il caso Gheddafi e le continue reprimende della Comunità Europea nei nostri confronti, per l'inosservanza delle direttive comunitarie.
Eppure noi continuiamo a far finta di niente.
Domani e lunedì si andrà al voto, vedremo se gli italiani che hanno questo privilegio lo useranno nella maniera corretta oppure no.
Io mi sono convinto in questo periodo che l'unica cosa per tornare ad un minimo di democrazia sia ricostruire i cittadini, ridare una coscienza a questi benedetti cittadini che oggi non sanno più a che santo votarsi (anzi, votare) per avere un po' di considerazione in più.
Dopo aver demolito le coscienze critiche, aver censurato la Scuola e svilito la Sanità, aver denigrato la Costituzione e avere perfino messo in dubbio la cristallina trasparenza istituzionale del Quirinale, non c'è più posto per un Presidente del Consiglio che vuole essere solo padrone e non servitore dell0 Stato.
Di questo i cittadini devono rendersi coscienti e per farlo occorre ricostruire un tessuto di civiltà della Politica, una capacità di leggere i fatti e gli argomenti della politica senza isterismi da stadio, ma nell'ottica del servizio e della cautela della gestione della "Cosa Pubblica", res publica, repubblica appunto.
Per questo prendo in prestito il motto di Vittorio Arrigoni, per rendergli omaggio e per farlo sentire ancora più vicino ai suoi compatrioti, in questo centocinquantesimo anniversario dell'unità: la sua morte è stata forse l'unico atto che ci ha davvero uniti in un segno fraterno di unità.
In suo onore dico "Restiamo Cittadini".

1 commento:

alberto pirani ha detto...

Caro Alessandro, le tue osservazioni sono da me condivise nella loro totalità. E' vero che sembra facciano poca presa sulla maggioranza delle persone, ma,arrivati ad un certo punto della vita, sarebbe non dignitoso mostrarsi ed essere diversi da quello che si è.
Continua con i tuoi appunti appunti di viaggio. Sono buon seme che, sono fiducioso, attecchirà
Alberto P.

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