Alessandro Berteotti

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martedì 24 maggio 2011

Io sto con Pisapia

Non scopro certo io come il ballottaggio di Milano stia diventando l'ago di una bilancia molto più importante, non solo limitata all'elezione del Sindaco forse più importante d'Italia, ma anche quella cui si legano le sorti di questo Governo e, in ultima analisi, la fine della parabola storica di Silvio Berlusconi.

Questo anche perchè, ormai è quasi lampante, tutti stanno aspettando solo il pretesto per mettere la parola fine a questo quasi ventennio di tragica agonia della democrazia costituzionale.

Da subito vorrei portare alla vostra cortese attenzione le motivazioni per cui è veramente il caso di considerare l'elezione a Sindaco di Milano di Giuliano Pisapia un atto di giustizia.

Gli eventi di queste ultime settimane ci hanno presentato una persona garbata e molto presente ai problemi della città, mai invadente, mai sopra le righe nei modi, ma soprattutto nei contenuti di quanto andava affermando.

Il fatto di essere simpatizzante di una sinistra più a sinistra di quanto oggi sia disposta ad accettare una certa borghesia benpensante, non lo può in nessun modo far confondere con quelle che sono state le frange eversive e terroristiche di qualche decennio fa. La macchina del fango, da sempre nelle mani di una destra incapace di sviluppare un pensiero di governo concreto, si è ora inceppata ed ha trascinato in quello stesso fango proprio chi (anche involontariamente, la Moratti, ne sono certo) l'ha usata senza comprenderne i delicati meccanismi.

L'ultimo delirante attacco all'Arcivescovo di Milano tramite l'organo di stampa della famiglia Berlusconi (Il Giornale) ne è la prova più concreta. Se non ci credete, documentatevi e poi chiedo a certi elettori che si dichiano cattolici come possano pensare di votare per la proposta politica di Centrodestra. Vorrei anche ricordare che Berlusconi era capolista PdL a Milano, tanto perchè qualcuno non dica e non pensi che lui non c'entra in questa storia.

Basterebbe questo a spiegare perchè io sto con Pisapia.

Ma ancora di più, mi convince in questo frangente la becera e goffa campagna elettorale di questo "Centrodestra", sempre meno Centro e sempre più Destra conservatrice e ottusa, volto a denigrare l'avversario, nel personale, nel privato, attribuendo falsità enormi e cercando sempre una materia di odio con la quale rendere antipatico il profilo dell'avversario.

Ebbene, in questo periodo io non ho mai sentito la signora Moratti dire cosa vorrebbe fare per Milano, come costruire la Milano di domani (non quella dell'Expo, quella sappiamo come la vorranno costruire, vero?), se non facendo uscite clamorose e anche un po' inverosimili come quelle sulle cancellazioni delle multe.

Una volta di più si andrebbe a vanificare l'idea di rispetto delle regole e di rigore morale solo per accaparrarsi il benvolere di ristrette fasce della popolazione, cui peraltro questo tipo di concessioni ormai non fanno più molta impressione, visto che poi esistono enormi difficoltà nel trasformare queste battute in azione.

Per cancellare una regola ne serve un'altra, e quando questa ha un riscontro economico a livello di bilancio pubblico, serve una nuova entrata (o una pari riduzione di spesa) per controbilanciare il mancato introito. Questo lo può sapere chi fa (o ha fatto) l'amministratore pubblico, ma lo può facilmente comprendere anche il normale cittadino.

A Milano hanno dato dei torroristi rossi ai giudici e chi lo ha fatto ha raccolto un ben misero bottino. Forse avesse fatto una campagna elettorale classica avrebbe avuto più consensi. Poi hanno dato del criminale incallito al Pisapia e sono andati sotto di oltre 6 punti percentuali.

Ormai questi sistemi non funzionano più. La gente di Milano, l'elettore di Milano è troppo scaltro per essere preso in fallo da queste cose, e l'hanno dimostrato col voto di dieci giorni fa.

Chi non capisce questo non potrà vincere a Milano. Non solo.

Bossi e la Lega hanno ormai scoperto le carte: sapendo di non poter mai diventare forza di Governo autonoma, avevano bisongo di un alleato forte a livello nazionale da imbrigliare e da utilizzare come Cavallo di Troia per raggiungere gli obiettivi cari al "Popolo del Nord".

Ma quando la gente del Nord comincia a capire, e sta arrivando quel momento, che questo giochino ha permesso solo a qualche "gerarca" padano di sistemare la propria progenie incapace di realizzare il proprio futuro in modo autonomo, senza riuscire a rendere stabile ma soprattutto convincente anche per il resto del Paese la propria azione politica, ecco che la fiducia anche nell'alleato si farà meno concreta perchè quando la barca affonderà ognuno cercherà di salvare prima se stesso.

Chiarissima a questo proposito la situazione di Gallarate, dove la Lega è rimasta vittima di se stessa e ora non parteciperà al ballottaggio. A chi andranno i voti leghisti? Solo la PdL? Non credo. Penso che piuttosto vi sarà un'emorragia di voto leghista al ballottaggio.

Stessa condizione a Varese, dove Luisa Oprandi raccoglierà più di quel 30% da cui parte.

E grande è il rammarico per Busto Arsizio, che una volta di più, mentre la partita si fa interessante sotto tutti i profili, resta mestamente alla finestra a veder passare gli altri e a compiangere il neoeletto sindaco, quasi a preparargli un De Profundis che fa assomigliare la sua rielezione vagamente al più triste dei tracolli.

Se Milano cambia, cambia tutta l'Italia. Questa non è una minaccia, ma una speranza. Milano ha la possibilità di fare di più e meglio di quanto non abbiano fatto il 14 dicembre i deputati romani, determinando le sorti di questa legislatura e spazzando via, in un colpo solo, quegli irresponsabili che meglio non hanno saputo fare che darsi il nome meno adatto al momento politico nazionale: "I Responsabili".

Milano, se vuole davvero ritornare la capitale morale d'Italia, deve riprendere il ruolo di leader su Roma non a parole, ma con i fatti: cacciando il folle vecchietto con evidenti perversioni sessuali e tendenza alla mistificazione dalla poltrona più alta del potere reale.

Se vi par poco....

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