Alessandro Berteotti

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martedì 17 maggio 2011

La città cristallizzata

Questo è il primo post che scrivo da ex-consigliere. In quanto scelta ponderata da tempo, non mi pesa darmi questa definizione, con la quale ho aggiornato il sottotitolo del mio blog.

Dopo 14 anni potrebbe essere tempo di bilanci, ma credo che prima di dedicarsi alle memorie, abbia ancora voglia di commentare il presente. Ieri abbiamo potuto vedere i primi risultati di questo turno elettorale ed oggi siamo alla loro valutazione.

Vediamo allora che in quadro nazionale di grande fermento, in una zoan che ha prodotto i casi Gallarate (scontro aperto tra PDL e Lega) e Varese (Fontana costretto al ballottaggio dalla grande Luisa Oprandi -Vai Luisa!-), a Busto Arsizio, medesima provincia di Varese, non pare essere successo assolutamente nulla, tanto che il candidato sindaco uscente Farioli si riconferma con la medesima percentuale dello scorso turno. Solita sconfitta del Centrosinistra che proprio non ce la fa a decollare da questa strana città, ma nemmeno gli altri, quelli che dovevano cambiare la politica dall'interno (Porfidio e Corrado) ce la fanno ed escono mestamente dal consiglio comunale, nemmeno troppo a testa alta. Un vero disastro per loro.

Invece, una nota di plauso va al Movimento 5 Stelle, che pone in consiglio il proprio candidato sindaco, con un ottimo 5,5%. Adesso per loro comincia però la fase più delicata, quella di trasformare il disagio politico in vera opposizione e, in prospettiva, in logica di governo.

Chi ha già tracciato questa strada fu la Lega, proprio cominciando come movimento di protesta per arrivare alle poltrone di Roma Ladrona, conquistate e mai più cedute. Si vede che sono comode.

Tutto a posto? Non credo proprio.

Ci sono almeno due fattori da indagare e scoprire: il primo è legato alle tensioni che sono ormai palpabili tra Bossi e Berlusconi. La resa dei conti potrebbe portare, come conseguenza, che l'esperimento di Gallarate possa essere un elemento di misurazione del potere della Santa Alleanza PDL-Lega, ammesso che esista ancora.

Il secondo è la tenuta del confermato sindaco Farioli, che, come fu già scritto e detto da diverse persone addette ai lavori, ha più nemici nel proprio orticello che altrove. Di certo peseranno in questo contesto le numerose teste coronate che non potranno entrare in consiglio nè potranno sedere sui banchi della Giunta comunale. Tra i "trombati" troviamo il decano dei consiglieri, Pellegatta, quello a cui questa bocciatura fa meno male, considerando l'età non più giovanissima. Poi, il folto gruppo degli ex-consiglieri PDL bocciati: Bottini, Fantinati, Chiesa, Cicero, Cislaghi, Fontana, Lattuada, Rosa e Rosanna (li ho scritti secondo l'ordine alfabetico presente nella scheda elettorale). Ma ci sono anche gli ex consiglieri leghisti trombati: Albè, Buzzi, Cronista, Ferrario Attilio, Gadda, Gallazzi e Gorini. In totale 16 ex che potrebbero chiedere un posto al sole.

Ma la cosa che più mi rattrista è il fatto che dopo queste elezioni, a parte pochi casi isolati, ci troviamo con "i soliti noti": un consiglio che, sebbene ridotto nei ranghi da 30 a 24 consiglieri, si ritrova con una maggioranza riconfermata per 12 elementi su 14 e la stessa minoranza di centrosinistra ha 5 su 7 (volendo considerare Stelluti un novizio, almeno del nostro consiglio), ma soprattutto si arriva all'ex "Sindaco della città", il senatore Giampiero Rossi, il quale dimostra allo stesso Pellegatta che, alla fine, lui stesso può essere considerato un giovanotto con ancora qualche speranza per la prossima tornata elettorale. Che si può anche pensare non sia poi così lontana.

Non ci sono segnali che facciano pensare ad un futuro brillante e stabile per questo nuovo esecutivo. Mi godrò la partita da spettatore, anche se nel frattempo mi dedicherò a fare la conta di 14 anni spesi bene. Alla prossima...

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