Alessandro Berteotti

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Non ho verità da regalare, se però pensi che dica cose sensate, dillo ai tuoi amici!

giovedì 26 aprile 2018

Lezioni di stile

Abbiamo appreso dell'improvviso malore, dell'operazione e del pronto recupero in atto del Presidente emerito Giorgio Napolitano, persona a cui sono particolarmente legato per averlo conosciuto personalmente e di aver potuto moderare una serata con lui a Busto Arsizio, con centinaia di persone presenti, quando ancora era Presidente del Senato.
Ne ho apprezzato, pur nelle poche ore trascorse insieme, la grande signorilità e l'immensa cultura politica. Una persona che appartiene senz'altro ad un'altra epoca, ma che a quanto pare, forse proprio per questo, ha ricevuto insulti e angherie da parte di chi dimostra di essere di una ignoranza bestiale sia in termini di politica, che di cultura personale.
Vorrei riprendere due affermazioni. Una di Voltaire, che disse: "Io combatto la tua idea, che è diversa dalla mia, ma sono pronto a battermi fino al prezzo della mia vita perché tu, la tua idea, possa esprimerla liberamente". L'altra è di Storace, Destra, di ieri 25 aprile 2018: "Siamo stati avversari politici, ma vogliamo continuare a contrastarne le idee, non danzare in oltraggio alla vita".
Dobbiamo prendere esempio da Storace, che in questo caso ha dato una lezione di stile.
Grazie a chi ha fatto diventare il WEB una pattumiera dove gettare tutte le proprie frustrazioni, in nome di una falsa democrazia partecipativa attiva, il livello della politica non solo è divenuto infimo, ma anche la presunta libertà di scrivere e postare opinioni blasfeme o calunniose sul WEB rischia di far perdere ogni riferimento a cosa sia la politica e a che cosa essa debba rispondere.
Parole come sobrietà, misura, equilibrio... sembrano appartenere ad un altro tempo, ad un'altra dimensione. E forse dovremmo parlare solo di educazione. C'è gente che uccide per il posto auto condominiale, per una lite o per aver guardato troppo una ragazza in discoteca... quali sono i nostri parametri per definire cosa culturalmente accettabile, al di là dell'educazione personale?
Quali sono gli esempi edificanti, quali sono le figure da seguire per avere una bussola per la nostra vita nel quotidiano e nel vivere civile?
Quanto di ciò che affermiamo di conoscere possiamo ritenere vero e non fonte di "sentito dire", nel migliore dei casi... quante false notizie, quante false verità ci portano ad assumere posizioni intransigenti su fatti che poi risultano essere assolutamente non veri?
Quanti dei nostri pregiudizi ci fanno prendere una posizione e ci fanno fare affermazioni per le quali poi ci troviamo a pentirci? Provate a riflettere, sicuramente vi verrà alla mente qualche caso di questo tipo. Non siate mai sicuri di ciò che non avete potuto verificare in modo razionale e di cui non abbiate potuto, soprattutto, appurare le fonti.
Ma più di ogni altra cosa, non perdete mai il senso della misura, siate garbati e quando apparite sul uno degli strumenti social, come Facebook, Twitter o lasciate un commento a post altrui o su giornali o mezzi di comunicazione in genere, ricordatevi sempre che avete anche una responsabilità personale che non si va a perdere. Se insultate qualcuno, potreste essere perseguiti per legge.
E in ogni caso, il buon senso e la ragione siano sempre i vostri migliori amici anche usando questi strumenti.

martedì 24 aprile 2018

Corsi e ricorsi

Stiamo vivendo un periodo difficile e complesso. Quelle che una volta erano bussole certe, ormai non funzionano più. Il criterio di cosa è la destra e cosa è la sinistra rischia di restare solo parte del testo di una canzone di Gaber, ma senza una vera risposta.
L'America non è più America, l'Europa non è ancora, se mai lo sarà, Europa.
Il sogno dei nostri padri di vedere una Europa unita non solo come moneta, ma come patrimonio di persone e di idee, rischia di non diventare mai una realtà.
E da noi, grazie ad una legge elettorale frutto di troppe mediazioni che definire Rosatellum (se fosse un vino) sarebbe darle già un valore eccessivo, oggi ci troviamo di fronte ad una sorta di stallo scacchistico dal quale nemmeno il bravo Presidente Mattarella riuscirà a cavare più di tanto, perché nessuno ha i numeri per governare e ciò che dovrebbe cedere all'eventuale alleato sarebbe troppo per poter poi vantare una posizione dominante.
Per fortuna, in questo scenario, si è sgonfiato il pallone Corea, che da solo minacciava l'estinzione di un popolo e la sicurezza di un intero pianeta. Grazie ad un imbecille di classe galattica.
Cosa resta da fare, allora, a noi semplici cittadini? Guardare al quotidiano? Lottare per l'indipendenza del condominio? Forse occorre ripartire da più lontano.
Internet, i post, Facebook, la posta elettronica, lo smartphone, l'interconnessione... ma sono davvero così essenziali nella nostra vita? Sentire parlare le persone ormai per metà in inglese e metà in un falso italiano è accettabile? Vedere ferire o, peggio, uccidere donne solo per il fatto che siano mogli o compagne di quacquaracquà che non hanno nemmeno il coraggio di affrontare le loro miserie e compatirsi, trovare una nuova strada per la loro vita... Vedere nonni che lavorano alla biblioteca dei loro nipoti, perché possa ancora avere un senso leggere, informarsi e crescere in un modo serio e non solo ipotetico e ipocrita, dove trovare la memoria delle cose e non solo affidarsi alle false notizie che la rete fa circolare.
Riprendiamo in mano la nostra vita, la nostra cultura, il nostro essere persone vere e aperte. Torniamo a vivere la nostra esistenza in modo più vero di quello elettronico nel quale ci siamo in qualche modo rifugiati. Non siamo in Matrix.

martedì 31 gennaio 2017

Costruttori di muri, distruttori di civiltà

La storia ci sta mettendo di nuovo di fronte a chi vuole distruggere la civiltà costruendo muri.
Accoglienza è apertura mentale, confronto, capacità di mettersi in gioco e di dialogare. Il muro ci allontana, ci protegge sì, ma al prezzo di isolarci. E alla fine non sarà il muro a vincere, semmai lascerà solo una traccia per memoria futura, come il Vallo Adriano, la Grande Muraglia o, in tempi più recenti, il Muro di Berlino.
Quindi non sarà il muro con il Messico, che il Presidente eletto Trump vuole costruire, a cambiare il corso della storia, così come non sarà il muro ideologico contro i musulmani che lo salverà dal giudizio della storia. Sono solo la dimostrazione di una debolezza ideologica portata al vertice da un populismo ignorante.
Quello che mi sorprende è che in questo caso il Presidente Trump non sa leggere nemmeno dentro la storia del suo Paese: non ricorda come sono arrivate le prime persone dall'Europa in terra d'America e chi erano quelle persone? Il Mayflower non gli ricorda nulla? Ma più di quel leggendario viaggio: il sogno americano e tutte le fantasie e le immaginifiche realtà che lo hanno reso possibile, di che cosa sono fatti? Lui stesso, di quale realtà è figlio? Cosa sarebbe di lui se attorno avesse avuto solo gente che avesse costruito muri?
Certo, per lui è normale costruire muri, ma anche sogni, altrimenti cosa sarebbero le sue case da gioco?
Mi sembra tutto una enorme contraddizione. Tanto che per cercare di capire, mi chiedo se alla fine la costruzione del muro abbia senso solo per i 10 miliardi di dollari che costerà... certamente a chi ci lavorerà piacerà e porterà anche ricchezza. Quei 10 miliardi di dollari valgno quasi 10 miliardi di euro, una volta e mezzo il costo preventivato del ponte sullo Stretto di Messina, per intenderci.
Ma resta per me prioritario il discorso culturale, questa negazione della crescita nella diversità, del considerare prima gli interessi e poi gli esseri umani. Il nuovo dio è la conservazione del "mio". Avere prima di essere. Troppo facile.

giovedì 12 gennaio 2017

Da tre anni vivo senza auto

Quando ne parlavo con gli amici di questa mia stramba idea, cioè vivere senza automobile personale, mi prendevano per matto, visionario o anche peggio.
"Vedrai, dopo qualche settimana ti dovrai arrendere e te la prenderai anche più grossa di quella che avevi prima", mi dicevano gli scettici.
Da tre anni vivo senza automobile. Come faccio? Semplice. Uso i mezzi pubblici, il car sharing e l'autonoleggio. Quando? Tutti i giorni mi sposto per lavoro da Saronno ad Assago, utilizzo treno e metropolitana. Durante il fine settimana vado a trovare i miei genitori a Busto utilizzando un'auto elettrica di un car sharing regionale e ci faccio anche la spesa, ogni volta che serve. Per gli spostamenti più lunghi, per chilometraggio o per tempo, uso invece il noleggio auto.
Spendo di più? Ma non ditelo neanche per scherzo! Facciamo due conti.
Se avessi comprato una utilitaria, anche quella più sgrausa, avrei dovuto spendere una cifra di almeno 9.000 euro, che anche pensando di ammortizzare in 5 anni, come se fossi un'impresa (cosa che non sono), fanno 1.800 euro l'anno. Poi avrei dovuto pagare l'assicurazione (sono almeno 400 euro l'anno) ed il bollo (facciamo 120 euro); quindi ci dovrei mettere il carburante, fare tagliandi periodici, la normale manutenzione e magari ogni tanto portarla dal meccanico o dal carrozziere per sistemare qualche cosa, sperando di non fare mai grosse botte. E poi ci sono le contravvenzioni, la più comune quella per divieto di sosta... Visto che percorro circa 3.000 chilometri l'anno con l'auto elettrica, facciamo che con una macchina che consumi un litro di carburante a 1,40 euro il litro per percorrere 15 chilometri, debba utilizzarne 200 litri pari a 280 euro di spesa. Un tagliando annuale da 200 euro lo dovrò comunque fare e diciamo che in cinque anni un paio di bottarelle o la manutenzione di freni, parti elettriche e altro mi facciano spendere altri 3.000 euro, giusto 600 euro l'anno. Tirando le somme, siamo a (1.800+400+120+280+200+600=) 3.400 euro l'anno.
Quanto ho speso io nello stesso periodo? Per l'auto elettrica, 4 ore la settimana per 5 euro = 20 euro per 50 settimane sono 1.000 euro; per l'abbonamento treno+ATM spendo 800 euro l'anno e l'auto a noleggio la prendo 3 o 4 volte, con una spesa di circa 600 euro (la uso per i viaggi lunghi, quando vado in vacanza per stare comodi con tutti i bagagli, difficile con una utilitaria). Quindi sono a 2.400 euro l'anno, senza calcolare in entrambi i casi la voce contravvenzioni. Tenete presente che l'auto elettrica parcheggia nelle strisce blu senza spesa e viaggia in quasi tutte le corsie riservate.
Quindi la differenza sono almeno 1.000 euro l'anno, in più inquino pochissimo e non ho bisogno di un garage o un posto macchina. Rispetto la natura e il mio portafoglio, adesso lo posso dire con la forza che deriva da averlo sperimentato a lungo e con soddisfazione.
Anche in questo mi sento più libero....

martedì 10 gennaio 2017

Il piacere della lettura

Qualche giorno fa, ascoltavo alla radio un commento ad un articolo di un ricercatore che aveva notato come l'attitudine delle persone alla lettura sia cambiata. Non solo per la diffusione che sta avendo la lettura "elettronica", quindi non più su carta, ma proprio la lettura in quanto tale.
La cosa strana è che sembra che la gente possa avere un senso di colpa nel sedersi e leggere un libro. Un senso di colpa che nasce dal fatto che si sta "sprecando" del tempo, non si stanno facendo attività che dovrebbero o potrebbero essere più proficue, come leggere le mail o navigare su Facebook.
Certo, quando andavo a scuola io erano altri tempi, leggere era considerato un impegno formativo e creativo, la possibilità di apprendere, di accrescere la propria cultura e magari di far funzionare la fantasia, per entrare in mondi particolari, fantastici o fantasiosi, romantici, poetici, paurosi, epici... ma mai ci era stato detto che stavamo perdendo del tempo.
La società oggi se perde la capacità e la volontà di leggere, perde una grande ricchezza. Mi verrebbe da pensare che allora io stia perdendo tempo e stia contemporaneamente facendo perdere tempo a voi che mi leggete in questo momento, mentre potreste fare un messaggio con Whatsapp o rispondere ad un Twitter... ma poi sarebbe la stessa cosa?
Queste piccole cose ci cambiano la vita, ce l'hanno cambiata e forse non ci siamo nemmeno accorti. Ma come ce l'hanno cambiata? E noi siamo davvero capaci di gestire la nostra vita all'interno di questi cambiamenti o ne siamo trascinati come foglie al vento?
Forse su questo vale la pena di riflettere. Come detto, il tema della libertà include anche queste cose: essere liberi di usare uno strumento o essere liberi di farsi usare?

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