Alessandro Berteotti

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martedì 10 gennaio 2017

Il piacere della lettura

Qualche giorno fa, ascoltavo alla radio un commento ad un articolo di un ricercatore che aveva notato come l'attitudine delle persone alla lettura sia cambiata. Non solo per la diffusione che sta avendo la lettura "elettronica", quindi non più su carta, ma proprio la lettura in quanto tale.
La cosa strana è che sembra che la gente possa avere un senso di colpa nel sedersi e leggere un libro. Un senso di colpa che nasce dal fatto che si sta "sprecando" del tempo, non si stanno facendo attività che dovrebbero o potrebbero essere più proficue, come leggere le mail o navigare su Facebook.
Certo, quando andavo a scuola io erano altri tempi, leggere era considerato un impegno formativo e creativo, la possibilità di apprendere, di accrescere la propria cultura e magari di far funzionare la fantasia, per entrare in mondi particolari, fantastici o fantasiosi, romantici, poetici, paurosi, epici... ma mai ci era stato detto che stavamo perdendo del tempo.
La società oggi se perde la capacità e la volontà di leggere, perde una grande ricchezza. Mi verrebbe da pensare che allora io stia perdendo tempo e stia contemporaneamente facendo perdere tempo a voi che mi leggete in questo momento, mentre potreste fare un messaggio con Whatsapp o rispondere ad un Twitter... ma poi sarebbe la stessa cosa?
Queste piccole cose ci cambiano la vita, ce l'hanno cambiata e forse non ci siamo nemmeno accorti. Ma come ce l'hanno cambiata? E noi siamo davvero capaci di gestire la nostra vita all'interno di questi cambiamenti o ne siamo trascinati come foglie al vento?
Forse su questo vale la pena di riflettere. Come detto, il tema della libertà include anche queste cose: essere liberi di usare uno strumento o essere liberi di farsi usare?

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