Leggo che il patrimonio personale delle quindici persone più ricche d'America sommano insieme il PIL dell'intera Italia: circa 2.400 miliardi di dollari.
Ci sono nomi come Elon Musk, Zuckerberg, Bill Gates, Jeff Besoz, Ellison, Ballmer... E allora mi nasce un po' di inquietudine.
Le aziende di queste persone si chiamano Meta, Oracle, X, Google, Microsoft, Nvidia, Dell... Ovvero le imprese internazionali che gestiscono i nostri computer, tablet, telefoni, i nostri dati, insomma. I nostri dati personali, le transazioni bancarie, le mail, i post e i commenti ai post, le comunicazioni pubbliche e private. E molto altro ancora. Pensare che la nostra vita possa essere davvero "privata" e' quasi un'illusione.
L'informazione: il petrolio, ovvero l'oro del XXI secolo.
Così facendo succede che l'America non sia più e solo uno Stato che produce ricchezza dall'industria, ma dai servizi. Ecco allora che cominciamo a capire perché Trump giochi coi dazi, ed ecco spiegato perché lui non voglia che ne vengano posti alle imprese di servizi che lo sostengono. Ricordate chi era presente alla festa di insediamento del Presidente Trump del 20 gennaio 2025? Sono passati in rassegna proprio quei nomi, quelle persone che più avrebbero da temere in caso di ritorsioni e economiche e commerciali, come prospettato dalla UE.
Ecco perché mi inquieto. Non esiste ragione al mondo per cui ricchezze di questo genere debbano essere possedute da poche, pochissime persone. Una centrale di potere enorme e non soggetta ad alcuna forma di controllo da parte pubblica, anzi con la possibilità di controllare Stati e popoli.
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