Alessandro Berteotti

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mercoledì 29 giugno 2011

La mamma dei cretini sempre incinta

Ieri sera i pendolari delle Nord che normalmente usano la bicicletta per raggiungere la stazione hanno avuto una sgradita sorpresa: tutte le biciclette sono state bucate. Stamattina una trentina di pendolari lamentavano quanto accaduto ieri, con qualcuno che dichiarava anche il tentativo di furto.

A Busto Arsizio qualche anno fa è stato denunciato un tale che rigava le macchine. Il danno procurato, in questo caso, era molto superiore a quello di bucare una gomma, ma sapete cosa vuol dire per una persona arrivare a casa il 27 giugno dopo (minimo) otto ore di lavoro, sotto la prima vera canicola del periodo estivo e trovare questa sorpresa? Prendersi la bicicletta e farsi una scarpinata di due, tre o più chilometri solo per constatare che la mamma dei cretini è sempre incinta?

A chi denunciare questo fatto? Alla Polizia, ai Carabinieri? A che pro? Hanno cose ben più importanti da fare, credo, che non ricorrere uno o più mascalzoni che non hanno niente di meglio da fare nella loro vita che bucare le gomme delle biciclette in stazione. Sembrerebbe quasi una delle mitiche frasi che Crozza mette in bocca a Bersani: "Non siamo mica qui a bucare le gomme delle biciclette in stazione"...

Eppure, al di là del sorriso che questo può far nascere sulla vostra bocca, restano alcuni fatti ben precisi: primo, da tempo immemorabile l'Amministrazione Comunale non supporta alcun tipo di iniziativa che permetta ai pendolari l'uso della bicicletta in modo più sicuro e razionale, non solo per il parcheggio, ma anche nella normale viabilità. Secondo, non si è fatto alcuno sforzo per integrare questo servizio con altre possibilità, come il Bike Sharing. Nulla. Annunci in periodo elettorale e poi si confida solo nella scarsa memoria del cittadino. Terzo, le strade restano un groviera che andarci con la bicicletta molte volte è come fare il Camel Trophy di antica memoria. Se poi vogliamo, mettiamoci anche un quarto punto che sta nell'attenzione in generale ai problemi dei pendolari. Questa nuova amministrazione è identica alla precedente, quindi possiamo anche parlare di continuità amministrativa e le possiamo fin d'ora addebitare il fatto di trattare in modo differente i pendolari delle due linee di servizio ferroviario, offrendo ad una un parcheggio gratis e all'altra un parcheggio a pagamento per le auto. Non è mai stata portata avanti una politica di attenzione al servizio di trasporto pubblico locale (AGESP prima, STIE dopo) in grado di soddisfare in modo più efficace le esigenze dei cittadini che potrebbero anche usare la linea dei bus di città per arrivare in stazione. Non esiste un collegamento diretto tra le stazioni ferroviarie, questo anche contro le indicazioni regionali.

Di questo, durante i 14 anni trascorsi in consiglio, mi vanto di aver sempre parlato e con insistenza, di questi argomenti in ogni sede dove mi sia stato permesso. Visto che proprio ieri il nuovo Consiglio Comunale si è insediato, chiedo che a questi problemi sia dato ampio spazio e possibilmente qualche risposta concreta per risolvere i problemi dei pendolari. Buon lavoro.

martedì 14 giugno 2011

La linea dei referendum

Lo si prenda come si vuole, l'esito dei referendum è inequivocabile: la maggioranza assoluta degli elettori italiani, col suo dire SI, boccia la politica del Governo. Senza attenuanti e su tutti i settori in cui si è distanta la sua azione, se così si può dire, il 52% vero degli elettori boccia il suo operato. Un numero molto più alto di coloro che hanno votato nel 2008 per questo Governo.


Vediamo di capire i singoli punti su cui si è votato cosa vogliono dire.


Sul Legittimo Impedimento, che già chiamarlo legittimo oggi è cosa impropria, si basa prima di tutto la bocciatura politica. Berlusconi ha impostato questa legislatura ponendosi al centro dell'azione legislativa con tutta una serie di provvedimenti "ad personam", che lo mettessero al riparo da azioni inquisitorie dei giudici e, quindi, fuori dalle leggi dello Stato. Mai nessuno ha osato tanto in uno stato democratico, se non forse nei film di 007 con "Licenza di uccidere". Ma si trattava di un film.


Qui invece è stata sottratta capacità ed impegno legislativo al Parlamento, lasciando per mesi (se non anni) il nostro Paese senza leggi efficaci per l'economia e la finanza, pur essendo al centro di una crisi congiunturale profonda di tutto il sistema mondiale. Non si sono prese iniziative a favore del potere di acquisto delle categorie più deboli, anzi, si è insistito nel tenere elevate le tasse, anche perchè non si poteva fare altrimenti, comunque tradendo le aspettive della gente e le seppur generiche promesse elettorali.


Se poi davvero adesso il Governo dovesse mettere in atto qualsiasi manovra tesa ancora ad aggirare questa indicazione così chiara del popolo sovrano, dovrà fare i conti con lo stesso, quanto prima.


Sull'Acqua Pubblica è stata fatta saltare quella sporca manovra che aveva portato a promulgare una legge al 9 di agosto, in un Parlamento quasi deserto, all'ultimo giorno prima delle vacanze estive del 2009. Un'azione indegna di un Governo responsabile e che ha a cuore le esigenze primarie di un Paese come il nostro, con un grave squilibrio idrico, una dispersione che mediamente supera il 40% dell'acqua prelevata e con buona parte del Sud dove la captazione e distribuzione sono in mano ad organizzazioni malavitose.


L'esito reale di questa azione è ora il caos. Le amministrazioni locali che hanno creduto che questo tipo di gestione si potesse realizzare da subito, hanno messo in atto contratti che ora dovranno necessariamente essere rivisti, e non sappiamo ancora a cosa porteranno in caso non sia possibile per i comuni adesso adempiere agli obblighi contrattuali.


E infine il Nucleare, una delle poche azioni veramente politiche di questo Governo. Perchè almeno era il tentativo di dare un indirizzo, sebbene non condiviso, ma era un indirizzo. Magari lo avessero fatto anche su altre cose... Ma tant'è.


Ora, tutto questo non ribalta assolutamente nulla, anche perchè il piano energetico nazionale che già non prevedeva il nucleare, può andare avanti senza problemi. Semmai, si tratta di dare concretezza ad alcune decisioni che finora erano state prese con le molle, tipo il piano energia, il fotovoltaico pubblico e tutte le altre forme di produzione energetica che nel breve possono essere messe in atto con risultati integrati e che porteranno sicuramente ad un risultato concreto ben prima degli ipotetici 10 anni del piano nucleare. Per inciso, si dovranno anche rivedere determinate voci che incidono sulla fatturazione dell'energia, visto che adesso non c'è più alcun impianto da attivare o mantenere e quelli che ci sono vanno definitivamente smantellati.


Se la Germania rinuncia al nucleare, i paesi nostri confinanti quasi tutti stanno rivedendo il loro programma energetico per ridurre il peso del nucleare, una ragione ci sarà. Chiaro che dietro ogni scelta c'è un fondo di attività dettato da grandi società multinazionali dell'energia, interessi di capitali che spingono una soluzione piuttosto che un'altra. Non facciamoci illusioni: succede così anche con l'eolico o il fotovoltaico. Non per caso in Sicilia è successo quel che è successo per l'eolico.


Ma questo è il nostro sistema, piaccia o no, e lamentarsi senza proporre alternative è stupido e demagogico. Bisogna avere invece un minimo di senso pratico perchè, è naturale, il fronte che oggi ha detto SI per dire NO alla linea di Governo, domani si spaccherà ancora sulle linee di azione da tenere e su questo punta il Governo, insieme al fatto che le vacanze non sono lontane, per allontanare la crisi ormai devastante di questa maggioranza.


Ma sarà il caso che tutto il Governo, non solo Berlusconi, valuti con attenzione ciò che sta accadendo e con un impeto di responsabilità comincia a guardare con più serietà ai problemi veri del Paese, e oltre ai punti che ho prima indicato, dia una risposta al riordino del mondo del lavoro, alla ricerca scientifica, alla capacità imprenditoriale senza però mettere a repentaglio lo stipendio dei lavoratori ed il suo potere di acquisto. Altrimenti tutti i piani di rilancio si fermeranno un passo dopo.


Riflettano, questi signori. E visto che la Presidenza del Consiglio onora questo blog con la lettura di ciò che scrivo (ovviamente non penso che il Presidente in persona si prenda questa briga...), vorrei che le mie parole in qualche modo possa anche aiutare il Governo a capire che non sempre le parole di critica sono parole "contro", che non sempre chi ci rimprovera ci vuole male, ma che è meglio apprezzare una critica piuttosto che gongolare per una lode di piaggeria.

sabato 28 maggio 2011

Ciao Angioletto

Ciao Angioletto, oggi ti saluto come si saluta un amico, ma dovrei dire come si saluta un maestro. Un maestro di vita, che ci ha mostrato, ricordato, raccontato quanto gli uomini possano essere stupidi e criminali. Il secolo breve, come lo si chiama comunemente è stato anche il secolo del sangue e dell'odio. Ma tu, dopo che quell'odio ti ha ghermito e straziato, tu hai risposto con l'amore, con l'invocazione della pace.
Angioletto, adesso è giusto che ti riposi e pensi un po' a tua moglie. Nel frattempo, noi cercheremo di essere il più sciocchi possibili, perchè è l'unica cosa che riusciamo a fare bene.
Tu ogni tanto ricordati di noi. Noi, al di là dei discorsi, tra qualche tempo cominceremo a dimenticarci un po' di te e dovremo essere bravi nel ricordare, nel raccontare ciò che tu ci hai insegnato.
Tu sei molto più bravo di noi a fare queste cose, continua a farlo anche da dove sei ora.
Grazie per tutto quello che hai fatto per noi.
Ciao Angioletto.

mercoledì 25 maggio 2011

Via Minzolini dalla RAI

Nell'era della comunicazione, il potere di cui dispone un organo di informazione pubbico come un telegiornale RAI è immenso. Se poi si tratta del TGUNO, seguito da milioni di spettatori, la cosa diventa un caso nazionale.

Perchè qui non vale la regola che se non ti piace puoi girare il canale da un'altra parte. Se mi piace il TG7 e il direttore Mentana, quella di guardarlo deve essere una mia libera scelta, non la conseguenza del fatto che quel telegiornale nasconde le notizie o addirittura le mistifica, a danno di una parte politica (la minoranza) e a favore di un'altra (la maggioranza).

Questo denuncia Elisa Anzaldo, nota conduttrice della testata giornalistica, ma come lei altri prima di lei, come ad esempio Tiziana Ferrario, licenziata prima e poi reintegrata dal giudice del lavoro.

No signori, così non va. Un servizio pubblico è tale solo se offre a tutti le medesime condizioni, se non discrimina e non isola. Non è un partito politico anche se poi, si sa, la gestione diventa politica. Ma il dovere di un giornalista non è quello di essere servile, di fare da scendiletto ad un padrone.

Nello specifico, forse Minzolini aspira a prendere il posto, in tutto e per tutto, di Emilio Fede. Forse sarà, una volta esaurito il suo ruolo di "stopper" in RAI, il suo degno successore: fare da scudiero al prode Berlusconi. Ma forse il suo tempo sta per finire: al prode, non rimangono molte cartucce. E qui non ci sono doppi sensi: i giochi sono ormai fatti.

Se perfino un altro affezionatissimo come Vespa è costretto a mezzucci come quello di "sbagliare" a dare una notizia ("Secondo la moglie Pisapia è inadatto a governare"), quale sarebbe il parere di Minzolini su questa notizia? Anzi, probabilmente lui l'avrebbe definita "non notizia", come peraltro ha fatto ignorando quella dei manifesti Giudici=BR di Milano, l'aver volutamente ignorato il Rubygate, o anche il tentativo di cambiare (o meglio, manipolare) l'articolo uno della nostra Costituzione da parte di un deputato PdL.

Questa sembra la solita storia: spara il mostro in prima pagina e dopo tre giorni dai la smentita in quattordicesima, aggiungendo le scuse della testata. La prima notizia arriva a milioni di persone, mentre la seconda passerà inosservata.

Già tempo fa, all'epoca del terremoto all'Aquila, il direttore Minzolini diede il meglio di se: mentre tutta l'Italia trepidava per le sorti della regione, piangeva i morti, si caricava sulle spalle la sofferenza di quelle persone, lui comunicava i dati di ascolto del TGUNO sul disastro. Una vergogna nazionale, alla quale non abbiamo ancora imparato a sottrarci.

Indignamoci!

martedì 24 maggio 2011

Io sto con Pisapia

Non scopro certo io come il ballottaggio di Milano stia diventando l'ago di una bilancia molto più importante, non solo limitata all'elezione del Sindaco forse più importante d'Italia, ma anche quella cui si legano le sorti di questo Governo e, in ultima analisi, la fine della parabola storica di Silvio Berlusconi.

Questo anche perchè, ormai è quasi lampante, tutti stanno aspettando solo il pretesto per mettere la parola fine a questo quasi ventennio di tragica agonia della democrazia costituzionale.

Da subito vorrei portare alla vostra cortese attenzione le motivazioni per cui è veramente il caso di considerare l'elezione a Sindaco di Milano di Giuliano Pisapia un atto di giustizia.

Gli eventi di queste ultime settimane ci hanno presentato una persona garbata e molto presente ai problemi della città, mai invadente, mai sopra le righe nei modi, ma soprattutto nei contenuti di quanto andava affermando.

Il fatto di essere simpatizzante di una sinistra più a sinistra di quanto oggi sia disposta ad accettare una certa borghesia benpensante, non lo può in nessun modo far confondere con quelle che sono state le frange eversive e terroristiche di qualche decennio fa. La macchina del fango, da sempre nelle mani di una destra incapace di sviluppare un pensiero di governo concreto, si è ora inceppata ed ha trascinato in quello stesso fango proprio chi (anche involontariamente, la Moratti, ne sono certo) l'ha usata senza comprenderne i delicati meccanismi.

L'ultimo delirante attacco all'Arcivescovo di Milano tramite l'organo di stampa della famiglia Berlusconi (Il Giornale) ne è la prova più concreta. Se non ci credete, documentatevi e poi chiedo a certi elettori che si dichiano cattolici come possano pensare di votare per la proposta politica di Centrodestra. Vorrei anche ricordare che Berlusconi era capolista PdL a Milano, tanto perchè qualcuno non dica e non pensi che lui non c'entra in questa storia.

Basterebbe questo a spiegare perchè io sto con Pisapia.

Ma ancora di più, mi convince in questo frangente la becera e goffa campagna elettorale di questo "Centrodestra", sempre meno Centro e sempre più Destra conservatrice e ottusa, volto a denigrare l'avversario, nel personale, nel privato, attribuendo falsità enormi e cercando sempre una materia di odio con la quale rendere antipatico il profilo dell'avversario.

Ebbene, in questo periodo io non ho mai sentito la signora Moratti dire cosa vorrebbe fare per Milano, come costruire la Milano di domani (non quella dell'Expo, quella sappiamo come la vorranno costruire, vero?), se non facendo uscite clamorose e anche un po' inverosimili come quelle sulle cancellazioni delle multe.

Una volta di più si andrebbe a vanificare l'idea di rispetto delle regole e di rigore morale solo per accaparrarsi il benvolere di ristrette fasce della popolazione, cui peraltro questo tipo di concessioni ormai non fanno più molta impressione, visto che poi esistono enormi difficoltà nel trasformare queste battute in azione.

Per cancellare una regola ne serve un'altra, e quando questa ha un riscontro economico a livello di bilancio pubblico, serve una nuova entrata (o una pari riduzione di spesa) per controbilanciare il mancato introito. Questo lo può sapere chi fa (o ha fatto) l'amministratore pubblico, ma lo può facilmente comprendere anche il normale cittadino.

A Milano hanno dato dei torroristi rossi ai giudici e chi lo ha fatto ha raccolto un ben misero bottino. Forse avesse fatto una campagna elettorale classica avrebbe avuto più consensi. Poi hanno dato del criminale incallito al Pisapia e sono andati sotto di oltre 6 punti percentuali.

Ormai questi sistemi non funzionano più. La gente di Milano, l'elettore di Milano è troppo scaltro per essere preso in fallo da queste cose, e l'hanno dimostrato col voto di dieci giorni fa.

Chi non capisce questo non potrà vincere a Milano. Non solo.

Bossi e la Lega hanno ormai scoperto le carte: sapendo di non poter mai diventare forza di Governo autonoma, avevano bisongo di un alleato forte a livello nazionale da imbrigliare e da utilizzare come Cavallo di Troia per raggiungere gli obiettivi cari al "Popolo del Nord".

Ma quando la gente del Nord comincia a capire, e sta arrivando quel momento, che questo giochino ha permesso solo a qualche "gerarca" padano di sistemare la propria progenie incapace di realizzare il proprio futuro in modo autonomo, senza riuscire a rendere stabile ma soprattutto convincente anche per il resto del Paese la propria azione politica, ecco che la fiducia anche nell'alleato si farà meno concreta perchè quando la barca affonderà ognuno cercherà di salvare prima se stesso.

Chiarissima a questo proposito la situazione di Gallarate, dove la Lega è rimasta vittima di se stessa e ora non parteciperà al ballottaggio. A chi andranno i voti leghisti? Solo la PdL? Non credo. Penso che piuttosto vi sarà un'emorragia di voto leghista al ballottaggio.

Stessa condizione a Varese, dove Luisa Oprandi raccoglierà più di quel 30% da cui parte.

E grande è il rammarico per Busto Arsizio, che una volta di più, mentre la partita si fa interessante sotto tutti i profili, resta mestamente alla finestra a veder passare gli altri e a compiangere il neoeletto sindaco, quasi a preparargli un De Profundis che fa assomigliare la sua rielezione vagamente al più triste dei tracolli.

Se Milano cambia, cambia tutta l'Italia. Questa non è una minaccia, ma una speranza. Milano ha la possibilità di fare di più e meglio di quanto non abbiano fatto il 14 dicembre i deputati romani, determinando le sorti di questa legislatura e spazzando via, in un colpo solo, quegli irresponsabili che meglio non hanno saputo fare che darsi il nome meno adatto al momento politico nazionale: "I Responsabili".

Milano, se vuole davvero ritornare la capitale morale d'Italia, deve riprendere il ruolo di leader su Roma non a parole, ma con i fatti: cacciando il folle vecchietto con evidenti perversioni sessuali e tendenza alla mistificazione dalla poltrona più alta del potere reale.

Se vi par poco....

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