Alessandro Berteotti

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venerdì 7 ottobre 2011

La fine del Governo

Alcuni amici mi scrivono e mi contattano per chiedermi perchè non scrivo più o scrivo così poco. Credo che la risposta sia fin troppo evidente: a che scopo scrivere su di un blog, parlando di argomenti che vorrebbero essere di approfondimento e di comunicazione, quando nel mondo intorno a noi accadono (o non accadono, il che è anche peggio) cose che non hanno nessun contatto con la realtà?
Il riferimento a cosa stia succedendo alla nostra democrazia, agli attacchi che una politica sconsiderata del Governo e perfino a certi atteggiamenti dell'opposizione in Parlamento e fuori, è chiaro e voluto.
Il Governo è allo sbando e ogni giorno in più che passa è un indebolimento del nostro Paese e dei nostri mercati. La manovra finanziaria che si è posta in essere dopo 4 tentativi tra loro completamente differenti ha scombussolato tutti ed ha generato incertezza. Al punto che oggi nelle aziende le persone si chiedono se il santo patrono c'è o non c'è, se il ponte delle Madonna (e non quello di Messina...) a dicembre a Milano si potrà fare come al solito, congiunto con Sant'Ambrogio oppure no. Ma questo sarebbe il meno!
La manovra si è dimostrata una volta di più iniqua, ha colpito attraverso l'aumento dell'IVA le fasce sociali più deboli perchè togliere l'1% ad un povero è molto più grave che togliere l'1% ad un ricco.
In momenti come questi è fondamentale difendere il potere d'acquisto delle fasce più deboli, perchè sono quelle che determinano anche i flussi commerciali. Visto e considerato che il sistema economico si basa sulla progressione del PIL per mantenere il livello di stato sociale e di qualità di vita, assumere decisioni che possono portare ad una recessione dei consumi è quanto meno improvvida.
Per oggi mi limito a questa considerazione, unita solo ad un'altra piccola riflessione: oggi alla maggioranza non basta più sostenere che non c'è alternativa a questo Governo, perchè qualsiasi alternativa a questo sarebbe meglio, Governo tecnico o di unità nazionale. La storia ce lo insegna.

1 commento:

alberto pirani ha detto...

Concordo pienamente con la tua analisi e ti dico: continua a scrivere, è tutt'altro che inutile. Sono convinto che se la democrazia si salva in questo Paese lo si dovrà in gran parte al popolo dei bloggers, alle informazioni veicolate da Facebook, alla democrazia costruita dal basso attraverso gli strumenti del Web two, alla partecipazione dei singoli cittadini, almeno dei più consapevoli, alla difesa dei princìpi e dei valori sui quali poggia una moderna democrazia occidentale. C'è urgente bsogno di ritorno all'etica, alla responsabilità, alle competenze. C'è bisogno di persone come te.

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