Tra i vari giochi di carte, mi ha sempre affascinato il calcolo dei punti per determinare chi, a scopa, abbia diritto al punto di primiera nella mano. Sicuramente i giochi di carte hanno tutti una forte base matematica, anche quelli che apparentemente sono basati solo sulla fortuna, ma quel meccanismo, in particolare, mi è sempre sembrato cervellotico e perfino un po' ambiguo.
Esattamente lo stesso meccanismo mi sembra sia quello che si sta cercando di applicare per la nuova proposta di legge elettorale: cercare di non far capire agli elettori chi ha vinto, applicando metodi strambi e distorsivi della realtà, che invece non ha bisogno di interpretazioni. Basta guardare alle recenti elezioni americane. Non sto dicendo nulla di nuovo? Lo so.
Ma che ci posso fare io se nessuno, fra chi ci governa, applica il buon senso ed il rispetto dei cittadini?
Sapete qual è la cosa che mi offende di più in questa ultima legislatura? Che a parte i primi mesi, quando ancora il Governo precedente era titolato da un consenso popolare dovuto più all'incapacità degli avversari che per propri meriti, siano almeno tre anni che chi governa è all'opposto della volontà popolare.
Prima facevano leggi "ad personam", ora le fanno "ad gruppum", ovvero solo per la cosiddetta Casta (da non confondere con Letizia). La gente normale può anche pagare tasse fino a dissanguarsi, essere rifiutata dai pronto soccorso, trovarsi esodata dopo 35 anni di lavoro, trovare aumentati i prodotti causa IVA e sopportare, ma pensare che le zuffe da cortile che si vedono in TV non siano fatte a tutela e beneficio del cittadino, ma solo per garantire un livello di potere a persone che in buona parte dovrebbero stare in galera, le può mandare in bestia.
Pensateci, politici. E poi non soprendetevi del successo di Grillo. Se pensate che sia un male sociale avere a che fare politicamente con lui, è perchè lo avete creato voi.
Alessandro Berteotti

- Benvenuti nel mio blog
- Non ho verità da regalare, se però pensi che dica cose sensate, dillo ai tuoi amici!
venerdì 16 novembre 2012
mercoledì 7 novembre 2012
Una speranza, ancora Obama
Alle prime luci dell'alba di oggi arriva la notizia che Obama è stato rieletto Presidente degli Stati Uniti. In quel momento ho pensato che forse quell'alba avrebbe potuto essere o diventare l'alba di un nuovo futuro, di una nuova speranza.
Un'alba che fa uscire il mondo dalle tenebre della finanza fasulla, di un modo di essere basato sul debito e non sulla crescita, sulla speculazione e non sulla solidità. Un mondo cui i giovani possano guardare con speranza e gli anziani con fiducia, dove non conta solo avere ma anche, e soprattutto, essere.
L'alba di un rinnovamento, soprattutto per noi italiani, di una rinascita morale e sociale, non dettata dai Grillo o dai Di Pietro, ma dall'ascolto della vera volontà popolare, in cui l'altro non sia qualcosa di estraneo, ma un portatore di valori con cui confrontarsi per uscire più ricchi, più solidali, più forti.
Ora il sole è alto nel cielo, la poesia dell'alba, dei colori tenui, del mischiarsi dell'aria sospesa tra il freddo della notte e il calore del mattino, sembra essere solo un'immagine, ma sappiamo che quel sole è lo stesso che poche ore prima scacciava la notte con i primi timidi raggi. Ecco, vorrei che il tiepido affacciarsi di quest'alba possa diventare presto il calore della speranza del futuro nostro e dei nostri figli, di tutta una società che da troppo tempo aspetta un riscatto che i Governi precedenti non hanno saputo assicurare.
Provaci ancora, Obama!
Un'alba che fa uscire il mondo dalle tenebre della finanza fasulla, di un modo di essere basato sul debito e non sulla crescita, sulla speculazione e non sulla solidità. Un mondo cui i giovani possano guardare con speranza e gli anziani con fiducia, dove non conta solo avere ma anche, e soprattutto, essere.
L'alba di un rinnovamento, soprattutto per noi italiani, di una rinascita morale e sociale, non dettata dai Grillo o dai Di Pietro, ma dall'ascolto della vera volontà popolare, in cui l'altro non sia qualcosa di estraneo, ma un portatore di valori con cui confrontarsi per uscire più ricchi, più solidali, più forti.
Ora il sole è alto nel cielo, la poesia dell'alba, dei colori tenui, del mischiarsi dell'aria sospesa tra il freddo della notte e il calore del mattino, sembra essere solo un'immagine, ma sappiamo che quel sole è lo stesso che poche ore prima scacciava la notte con i primi timidi raggi. Ecco, vorrei che il tiepido affacciarsi di quest'alba possa diventare presto il calore della speranza del futuro nostro e dei nostri figli, di tutta una società che da troppo tempo aspetta un riscatto che i Governi precedenti non hanno saputo assicurare.
Provaci ancora, Obama!
domenica 4 novembre 2012
Io non glielo chiedo
Egregio Cavaliere,
apprendo dalla stampa che nel nuovo libro intervista di Bruno Vespa, suo degno scudiero, Ella afferma che la congiuntura non le ha permesso di realizzare il suo programma e che quindi la causa del disastro economico nel quale ci troviamo è colpa solo della crisi.
Quindi afferma che lei ha deciso di non candidarsi anche se tutti glielo hanno chiesto.
Ebbene, perchè non ci siano equivoci, rompo un silenzio di mesi perchè mi sento tirato in ballo e così come non l'ho mai votata, adesso vorrei che il suo "tutti" escludesse almeno me. Io non le chiedo di restare in politica, anzi sarebbe meglio per tutti che lei definitivamente andasse a svernare altrove e magari per sempre. Lasci in pace l'Italia, per favore. Ci ha già tormentati abbastanza e i danni che ha fatto li stiamo pagando ancora oggi, tutti. Almeno tutte le persone oneste e prive di connivenze con amici mafiosi, con persone eminenti che le stavano vicine e che hanno trascorso alla grande una quindicina d'anni godendo della sua benevola protezione.
Ma le cose cambiano e basta un Monti qualsiasi per svelare le fandonie che ancora Lei elargisce a piena voce. No, guardi, da quel "tutti" tenga fuori me.
La ringrazio per questo, ma solo per questo.
martedì 22 maggio 2012
Alberto Centinaio Sindaco di Legnano
Per la prima volta nella mia vita posso dire di avere un amico Sindaco, e non di un paesino di montagna di 200 anime, ma di una città importante e con una storia alle spalle come Legnano.
Alberto Centinaio rappresenta per me una persona molto importante. Come la sua città, ha una storia alle spalle di tutto rispetto, di impegno sociale e politico limpido, sincero e disinteressato. Un esempio.
Oggi dunque lo voglio celebrare e ricordare, augurandogli un futuro radioso ed auspicando per lui i doni della saggezza e dell'equilibrio: in questo momento, non è un bel periodo per i sindaci, spesso costretti a tirare la cinghia per far quadrare i bilanci. Per questo credo Alberto dovrà far ricordo a tutta la sua saggezza di imprenditore e all'equilibrio emotivo che la vita gli ha donato anche attraverso prove personali tutt'altro che facili.
Se fossimo su di un campo di calcio, io sarei un tifoso della ProPatria che parteggia per il Legnano: è sempre stato il mio sogno rompere gli schemi, rendere possibile l'impossibile, stimare gli avversari e correggere gli amici. Certo, correggere Alberto sarà molto difficile perchè è una persona che tende a non fare errori.
Vai Alberto, vai. Questo territorio ha bisogno di te e l'idea di impostare la tua attività amministrativa guardando al territorio non si limiti alla sola provincia di Milano, ma si allarghi anche a quelle zone che stanno appena al di là dell'Olona in un'altra provincia, ma che idealmente condividono da sempre quell'idea di Altomilanese che ci ha fatto pensare, e ancora lo fa, che noi possiamo fare più di quello che chi ci ha preceduto ha fatto, perchè le nostre città sono più grandi dei loro confini territoriali.
Un abbraccio forte e l'augurio di buon lavoro al mio amico Alberto.
venerdì 13 aprile 2012
Adesso basta!
Adesso faccio fatica a capire. Dopo queste settimane passate in silenzio, a cercare di capire, a cercare di ritrovare il filo del pensiero politico, mi trovo in grande imbarazzo.
Certo, dopo la fine del governucolo Berlusconi, qualsiasi cosa sarebbe andata bene. Qualsiasi governo di qualsiasi genere sarebbe stato meglio di quello precedente. Ma l'ubriacatura è andata scemando col passare del tempo, fino a toccare il punto più basso con l'odierno aumento di 5 centesimi della benzina per sostenere il ministero del Welfare o, per meglio dire, la protezione civile.
Proprio ieri, parlando di esodati, abbiamo avuto la guerra delle cifre tra la ministra Fornero e il presidente di INPS: ora è evidente che uno dei due mente sapendo di mentire.
Ma tutto questo non ha una base logica, non ha una continuità nemmeno pensando che l'attuale governo si stia crogiolando nel proprio autocompiacimento. Nemmeno quando qualche sottosegretario ha avuto uscite palesemente clownistiche e comunque contrapposte a quelle del ministro corrispondente.
In questa logica, arriviamo a quello che è il cuore del mio ragionamento. In questo momento stiamo tutti osservando il crollo della Lega, ovvero quello dell'unica forza politica che in questo momento, in modo assolutamente strumentale, si contrappone a questo governo. L'obiettivo è stato chiaro fin dall'inizio: smarcarsi dalla maggioranza-purè, allo scopo di riuscire ad ottenere un maggiore riconoscimento da parte dell'elettorato.
Una mossa scaltra, opportunistica, in quanto se la Lega fosse rimasta all'interno del carrozzone che attualmente guida l'Italia, ne sarebbe rimasta vittima. Oltretutto, l'essere tornati ad una comunicazione che la pone sul piano territoriale (non riesco a pensare ad una vera secessione, in quanto la maggioranza dell'Italia del Nord non è leghista), doveva trovare un segno chiaro di discontinuità dalla precedente maggiornaza.
Ma quello che sta accadendo adesso è devastante. Nella Lega si sono concentrate nel tempo tutte le bruttezze, tutte le astrusità, tutte le cattiverie che potevano essere nella politica tradizionale.
Cacciare la Mauro per graziare il figlio del capo è stato uguale a graziare il Capo Bossi. Se davvero si doveva fare pulizia, si doveva cacciare tutti, perchè non è possibile che quello che è successo sia opera di quattro sfigati. Nella Lega come nella Margherita e come in altri partiti, solo che in quelli non si è ancora arrivati.
Il male dei partiti è cronico, radicato, insanabile. E' una frattura con la società, con i bisogni della gente, con la difficoltà della vita quotidiana, per vivere in un mondo diverso, in un mondo distante dalla realtà e dai cittadini.
Ormai la qualità della vita è un sogno, l'istruzione, la salute, la previdenza, il sociale sono solo costi e non bisogni. Siamo all'assurdo per cui si arriva ad affermare che invecchiare è un costo per la società. Ma il cancro che ci sta uccidendo, almeno moralmente, deriva proprio da questa separazione tra il potere assurdo e irrazionale che la classe politica si è ritagliata, ponendosi fuori dalla realtà, e la vita normale di noi umani.
Oggi scopriamo che la lotta all'evasione fiscale deve essere la prima esigenza della nuova società. Oggi anche il Presidente Napolitano lo ha sottolineato; ed allora occorre che questa pulizia, che la Lega ha ancora una volta teatralizzato, con la speranza di esorcizzare il problema, avvenga davvero e per prima in ognuno di noi. E' arrivato il momento di dire "BASTA".
Basta a questo stato di cose, basta ad essere usati, strizzati, violentati da questa politica orribile orco.
Basta essere oggetto e non soggetto, basta essere vittime innocenti assolvendo i nostri aguzzini.
Io sono uscito dalla politica, forse avendo già capito molto tempo fa che questo era un destino ineluttabile e del quale non volevo essere parte.
Mai come in questi giorni trovo le motivazioni che mi hanno portato fuori, lontanto dal campo di battaglia. Perchè era una guerra persa per qualunque parte e di conseguenza, partito.
La Lega è l'immagine della contro-società, è l'emblema di una sconfitta dalla quale non si può più riemergere se non attraverso una completa rigenerazione. E' l'alba dei Maya della politica.
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