Alessandro Berteotti

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lunedì 20 dicembre 2010

Meno risorse, meno civiltà

Siamo alla frutta. Con l'ultima manovra finanziaria, i tagli ai comuni comporteranno minori erogazioni dallo Stato alla Regione Lombardia per oltre 200 milioni di Euro, di cui 15 milioni a carico della provincia di Varese.
Al comune di Busto Arsizio verranno tagliati €1.960.460,64 una cifra estremamente significativa.
Tradotto, significa che ci saranno meno risorse per garantire i servizi ai cittadini e la buona amministrazione dei nostri comuni, con un aggravio secco di costi a danno delle famiglie, delle imprese e dei cittadini. Il governo di Bossi e Berlusconi sta affossando gli enti locali. Questi tagli contraddicono nei fatti tutti i proclami federalisti. Invece di colpire chi cerca di aiutare le comunità locali a superare questo momento di crisi, il governo farebbe bene a tagliare la spesa pubblica inefficiente dei ministeri romani che è cresciuta negli ultimi due anni del 10 per cento.
Tagli profondi anche per le politiche sociali: oltre 2 miliardi e 800 milioni di euro in meno a livello nazionale. Mettiamoci anche la riduzione d'ufficio dei soldi destinati per il 5 per mille al volontariato, e ci troviamo in prospettiva in una situazione decisamente precaria per tutto il mondo che gravita intorno ai deboli, alla povertà, alle emergenze.
La notizia di ieri della morte di un senza dimora a Varese dà un primo segno tangibile di questo discorso. In uno scenario come quello attuale, dove tutti tagliano e dove non esistono più risorse per le fasce sociali più deboli, sono proprio costoro quelli che rischiano di più.
Dobbiamo allora chiederci: siamo davvero una società che può definirsi "civile" se crediamo che solo chi è produttivo, solo chi ha forze autonome ce la può fare ad andare avanti? Anche dal punto di vista della sopravvivenza fisica delle persone?
O siamo invece alla legge della giungla, alle prove di sopravvivenza modello Isola del Famosi, alla soppressione dei rami secchi, includendo in questi anche le persone fisiche? Chi si batte per salvare cadaveri viventi, chi si strappa le vesti per persone che per anni e anni continuano a vivere solo grazie all'aiuto di macchine costosissime, ha in mente quante persone sono invece costrette a vivere ai margini della società, senza più casa nè cose, che rischia di morire assiderato o di schiattare di caldo d'estate? Quale vita vale di più? O la vita ha lo stesso valore per tutti?
Ha più valore la vita di un uomo o di una donna, di un italiano o di un extracomunitario? Ha più diritti un barbone o una persona che produce?
Io non voglio dare risposte, ognuno le dia per la sua parte e la sua coscienza, ma almeno una volta ponetevi queste domande nella vostra vita e smettetela di girarvi dall'altra parte quando qualcuno vi chiede di ragionarci sopra.

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