Alessandro Berteotti

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mercoledì 15 dicembre 2010

Dopo la fiducia

Dopo gli avvenimenti parlamentari di ieri, il voto di sfiducia negato al Premier Berlusconi, sembra che questo Governo abbia vinto i 200 milioni del SuperEnalotto.
In realtà abbiamo assistito per giorni, settimane, ad un teatrino insulso, al rincorrersi di ipotesi giornalistiche e voci di corridoio, vuoti istituzionali e chiusure di aule parlamentari in attesa che un pugno di deputati potesse essere vilmente comperato con trenta denari.
Nel frattempo, l'Italia ha visto in questi mesi salire il proprio debito pubblico fino a cifre che ormai ci fanno sentire sempre più deboli sul piano internazionale e soprattutto su quello della credibilità finanziaria.
Vorrei ricordare che il debito pubblico di oltre 1.800 miliardi di euro "ruba" alle risorse vere dello Stato italiano qualcosa come 80 miliardi di euro l'anno di interessi, e questo solo perchè i tassi sono in questo momento bassi causa crisi. Calcolando che la manovra di luglio è stata di circa 24 miliardi, possiamo avere un'idea di cosa significhi questo debito.
Sempre su questo piano, nel tentativo di mascherare la nave che affonda, il Governo ha applicato la legge dei tagli, sui quali il popolo non ha un'immediata sensazione di avere le mani nel portafoglio come con una tassa diretta o indiretta, ma se ne accorge quando accede ai servizi della pubblica amministrazione.
Parliamo di Sanità, Scuola, Sicurezza, di enti locali che non ce la fanno più ad andare avanti ed il Governo che dice che ora la mannaia colpisce gli enti che hanno sperperato. Abusi e sperperi ce ne sono sempre stati, ma ora più che mai la situazione si fa drammatica anche per gli enti più morigerati. I ticket aumentano e così i costi dei servizi. Ne sanno qualcosa i pendolari e i minacciati aumenti del prossimo mese...
Queste non sono tasse, ma possono incidere in modo decisivo sull'economia di una famiglia. Può voler dire sacrifici e non sempre questa parola piace, ma sta ritornando in voga.
E allora scopriamo che la pressione fiscale in Italia è cresciuta. Torno a dire, a costo di ripetermi, che Prodi fu messo in croce quando la pressione fiscale era al 42% e almeno un punto e mezzo di questa pressione era determinato dal recupero dell'evasione che la Guardia di Finanza stava riuscendo a portare a casa.
Notizia di oggi, la pressione fiscale è ad oltre il 43%, il terzo paese al mondo. Ma i servizi che otteniamo sono sicuramente per una posizione ben inferiore.
Allora, dobbiamo preoccuparci della sopravvivenza di un Governo che dice di fare ma non fa, o di pensare a mettere a posto i veri problemi della società italiana? Non è la giustizia il primo problema, sono le risorse economiche per il rilancio dell'economia, sono una pressione fiscale più giusta e meno incidente per le famiglie e le classi economiche più disagiate, sono servizi migliori per il cittadino e più efficaci, in linea con i tempi e le tecnologie, una scuola che finalmente impari ad anticipare le necessità del mondo economico/imprenditoriale e sappia formare giovani che sappiano essere professionisti seri e preparati, anche quando la preparazione è tecnica e non arriva alla laurea.
Dobbiamo dare risorse alle forze dell'ordine perchè i fatti come quelli di Roma ieri non si ripetano e perchè gruppi di mascalzoni e delinquenti non diventino dei provocatori che giocano solo la partita di chi detiene il potere. Genova 2001 docet.
Signori, aprite gli occhi e svegliatevi.

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