Alessandro Berteotti

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Non ho verità da regalare, se però pensi che dica cose sensate, dillo ai tuoi amici!

giovedì 5 gennaio 2017

Di un nuovo anno si tratta

Cari Amici che mi seguite,
inizia un nuovo anno e io mi trovo a chiedermi cosa possa portarmi di nuovo quest'anno.
Dopo aver riflettuto a lungo, sono giunto ad alcune conclusioni.
Ho cominciato ad occuparmi di politica venticinque anni fa e vent'anni fa fui eletto per la prima volta in Consiglio Comunale a Busto Arsizio tre l'incredulità generale. Io, un perfetto sconosciuto alle Istituzioni, entravo come primo eletto per il Partito Popolare, avendo più consensi personali di nomi illustri della vita della città. E poi venni riconfermato per altri due mandati, con diverse casacche politiche, ma cercando sempre di mantenere una identità ed una coerenza anche quando questa non era presente nei partiti.
Ho aperto il primo sito di partito a Busto quindici anni fa, ed il mio blog personale opera ormai da nove anni.
Anche se ho scritto quasi seicento post, negli ultimi tre anni praticamente non ho scritto nulla, se non quando fui colpito da alcuni fatti, davvero pochi in realtà.
Ma già allora mi stavo chiedendo quale potesse essere il mio contributo alla vita sociale e politica, dal momento che altri (tanti, forse troppi) già invadono il WEB con le loro pubblicazioni.
Io non l'ho mai fatto con l'intento di raccogliere masse di consenso e di lettori affezionati, ma solo di esprimere pubblicamente alcuni pensieri che, quando ero consigliere, mi sembrava giusto fare con la responsabilità di chi viene chiamato ad un'azione politica in nome e per conto di chi lo ha eletto.
Oggi però mi sono liberato di questo fardello, posso semplicemente scrivere quello che penso, anche se forse per qualcuno sarebbe anche sufficiente che me lo tenessi per me, senza scriverlo. Vero. Vale quello che dicevo prima, già c'è tanta schifezza in giro...
Ma quando sento Grillo che dice che serve un tribunale popolare per dire se una notizia sia vera o meno, mi viene la pelle d'oca e mi ricordo che le prime esperienze di comunicazione, forse nel tentativo ingenuo e infantile di essere "giornalista", iniziò sui banchi delle medie, con la redazione di un giornalino (un semplice foglio, in verità) di classe.
Mi chiedo se oggi l'Informazione sia non tanto vera (forse vera non lo è mai stata), ma quanto la gente fa riflessione, capisce e assorbe su quello che arriva come informazione. Non si tratta di dare voce ad un tribunale popolare, ma semplicemente verificare le fonti. Occorre che tutti noi non affidiamo la nostra coscienza alle false notizie che possono arrivare da qualsiasi parte, quando non abbiamo la possibilità di verificarne l'origine e quando l'articolo riporta i "si dice", i pareri, gli umori che possono essere di tutti e di nessuno. Oggi manca questo: l'approfondimento, la serietà, la correttezza e il rispetto verso chi legge, verso chi cerca di informarsi della vita che gli scorre accanto.
Occorre indipendenza e libertà di pensiero.
Ecco quindi come intenderò agire da qui in avanti: scrivere quando avrò qualcosa da dire, altrimenti se per giorni, settimane o mesi non mi leggerete, amen. Vuol dire che non avrò nulla da dire. Ma quando scriverò, quello sarà il mio pensiero. Non appartengo più alla politica attiva, anche se mantengo e sostengo i miei pensieri e convinzioni, motivandoli dove possibile. Ma cercherò anche di avere rispetto di chi mi legge, come ho sempre cercato di fare, magari con meno aggressività di quando ero in politica. Ora sarò più tranquillo, di certo.
Auguro a tutti un 2017 diverso. Magari migliore degli anni passati, ma questo  on sempre è possibile. Per cui mi auguro e vi auguro bene e felicità, serenità nel cuore e soprattutto, di essere liberi. Siate liberi, perché non sempre lo siete, lo siamo, anche quando sembra che non sia così.
Vi voglio bene, ciao

giovedì 29 dicembre 2016

La vostra musica non ci lascerà mai

Non credo nella storia della musica recente, almeno dal 1900 in poi, vi sia stato un anno con un così grande numero di artisti di primaria grandezza che ci hanno lasciato.
Nel corso del 2016 si sono spente stelle come quella di David Bowie (69), Prince (57), Glenn Frey degli Eagles (67), Paul Kantner dei Jefferson Airplane (73), Maurece White degli Earth, Wind and Fire (74), Leonard Cohen (82), George Michael (53) e, i miei maestri di sempre Keith Emerson (72) e Greg Lake (69) degli Emerson, Lake and Palmer e non solo.
Quest'ultimo è l'unico che sia riuscito a vedere dal vivo. Eppure tutti hanno dato a me e a centinaia di milioni di persone delle esperienze musicali che hanno contribuito a creare la mia personale cultura, non solo musicale.
Quello che mi colpisce in questo elenco (peraltro non completo) di geni è la relativa giovane età e il fatto che siano morti quasi tutti per attacco cardiaco o cancro. Certo, sappiamo che talvolta anche gli eccessi di droga finiscono classificati in attacco cardiaco...
Ho deciso di ricordarli qui non per aggiungermi ai tanti articoli sulle loro storie e le loro morti che sono stati scritti nel mondo, ma solo per dire loro "grazie di essere esistiti".
Ci sono dei pezzi scritti da queste persone che compongono inestricabilmente la colonna sonora della nostra vita e da cui non riusciamo più a distaccarci. Anzi, regaliamo le loro storie e la loro musica ai nostri figli e ai nostri nipoti, perché la loro opera non venga dimenticata. Ma non credo lo potrà essere molto presto e facilmente.
Quei quarant'anni che vanno dalla metà degli anni '50 alla metà dei '90 ha cambiato la storia della musica, tanto che oggi non riusciamo più a trovare qualche altro genio ispirato in grado di raggiungere le loro altezze. Sono stati precursori, esploratori del sentimento umano attraverso la musica. Sono entrati come una lama di suoni nella nostra vita e l'hanno trasformata, accesa, complicata, liberata. Ci hanno aiutato a vivere e a conoscere.
Qualcuno potrà dire che è naturale, che prima o poi tutti ci lasceranno, alcuni dopo i grandi successi hanno vissuto per anni solo di ciò che avevano progettato e realizzato nei loro primi anni di attività, ma la musica è anche questo. Sopravvive ai suoi autori, si mescola con l'essenza stessa della vita, ne diventa una parte integrante ed integrata.
Possiate allora vivere a lungo dentro i cuori e nelle orecchie di tutti noi.

giovedì 22 dicembre 2016

Quel che rimane del Natale

Nel commentare la notizia del camion scagliato sulla folla a Berlino, ho sentito uno dei giornalisti affermare che si era attentato ad una festa cristiana e che quindi l'attentato aveva una valenza anche religiosa.
Non occorre che sia Natale per renderci conto che la fede, le fedi religiose, sono spesso utilizzate solo a fini temporali e di potere, non per la gloria del Dio che si vuole celebrare.
La ragazza italiana morta a seguito dell'attentato voleva difendere il diritto dei migranti a non essere confusi col terrorismo: se vogliamo, questa sua visione delle cose dovrebbe essere la nostra.
Ce lo ricordava anche Papa Francesco, il diritto dei migranti all'accoglienza. Ma così la ricchezza sarà distribuita su più persone... La nostra ricchezza è data dalla povertà del mondo.
Quale messaggio allora rimane dal Natale cristiano? Cosa ci ha insegnato il Bambino nato nella grotta, "al freddo e al gelo"... quelle parole ci commuovono, ma passato questo periodo sarà un problema ritornare ad accettare parole come condivisione, accoglienza, mitezza.
Il mondo ci insegna che bisogna essere sfrontati, egoisti, sopra le righe, assetati di potere e denaro per tutto il resto dell'anno. Solidarietà e povertà sono perdenti.
Quindi, Buon Natale. Quel che rimane del Natale...

mercoledì 23 novembre 2016

Perchè voto

E' trascorso un anno dal mio ultimo post, e spero non ne passi un altro prima che torni ancora a scrivere. Certo, le cose cambiano e qualche volta non si ha voglia di scrivere...
Ma in questi ultimi tempi sto assistendo ad una rappresentazione del teatro dell'assurdo in merito alla prossima consultazione referendaria del 4 dicembre, sulle modifiche costituzionali.
Sento ogni sera i sostenitori del SI e del NO dire cose diametralmente opposte, cosa impossibile da sostenere anche in una occasione come questa. Non è pensabile, infatti, che tutto l'articolato predisposto veda una così netta distinzione di idee (sarebbe forse la prima volta!), mentre è chiaro che ognuno amplifichi le tesi a supporto della propria fazione.
Arrivare però agli insulti personali, utilizzare fatti esterni ai contenuti referendari serve solo a creare consenso attraverso la denigrazione dell'avversario. Così si vota per simpatia o antipatia, ma non nel merito della materia oggetto di consultazione.
Quanti hanno effettivamente capito di cosa si tratta?
Forse vorrei capirlo anch'io....

lunedì 16 novembre 2015

Barbarie infinita

Sono tre giorni che mi chiedo cosa può essere il significato vero di quanto accaduto la sera del 13 novembre 2015 a Parigi. Una città che amo in modo particolare, avendoci vissuto per circa sei mesi per motivi di lavoro e per la quale ho un amore paragonabile solo a Roma.
Il primo pensiero va a chi quella sera ha lasciato la vita, alle famiglie e a tutti coloro che hanno dovuto raccogliere e condividere la pena di chi in una notte che doveva essere di gioia, ha trovato la morte. Ma il vero pensiero è che a morire sono stati quasi esclusivamente giovani di 20, 30 anni, uccisi da giovani della stessa età.
Chi può decidere deliberatamente di lasciarsi morire e di uccidere quanti più giovani possibile, senza una motivazione determinata da una forma di fanatismo che oscura la mente, fa perdere ogni controllo alla propria ragione, ingaggiata da motivazioni settarie e non religiose?
Qui credo che la religione c'entri ben poco, esiste solo una sete di potere e una barbarie di proporzioni sconfinate.
Ha detto bene Papa Francesco (e ci mancherebbe), affermando che un Dio che ordinasse di uccidere sarebbe una bestemmia. Nessuna religione avrebbe necessità di ordinare quello che è successo a Parigi. Chi ha ordito questo attentato è solo un residuo della civiltà. Nulla ha a che fare con alcuna relazione, di carattere etico, religioso, umanitario, sociale o spirituale.
Chi ordina stragi contro civili innocenti persegue solo obiettivi abbietti e meschini. Ma in questo quadro dobbiamo anche ammettere delle colpe e delle manchevolezze.
La prima è l'Europa. Dopo tutti questi decenni trascorsi a cercare una unità, l'abbiamo raggiunta solo dal punto di vista monetario e non delle coscienze e del vivere civile. Ci vogliono fatti come questi a scuoterci da dentro. Ci vogliono i morti nel Mediterraneo far farci accorgere, noi Italiani, che a presidiare questo tratto di mare ci siamo solo noi e dall'altra parte del mare criminali che una volta di più giocano con le pene della povera gente, con il loro terrore di vivere là dove sono nati e cresciuti,
Non siamo riusciti a costruire una coscienza europea, e temo che tra qualche mese ci saremo anche scordati di questo terribile episodio perchè la nostra vita sarà risucchiata dal nostro agitarci frenetico e spasmodico al ritmo di un cellulare o di un tablet.
Giovni che si ritrovano per una serata spensierata, per un aperitivo, per un po' musica e per una pausa di serenità, vengono trucidati. E' il nostro futuro ad essere trucidato.

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