Alessandro Berteotti

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martedì 7 settembre 2010

Cosa c'è che non va

Domenica sera ero anch'io tra coloro che hanno ascoltato con attenzione il dicorso di Gianfranco Fini da Mirabello. Era forte la mia curiosità di sentire gli elementi di novità che eventualmente il suo discorso avrebbe portato, sia in considerazione della sua posizione istituzionale, che la sua veste di neo-leader di un neo-invisibile-partito.
Un particolare ha però attirato la mia attenzione: una platea mediatica enorme per un evento politico che si è bevuta per un'ora e mezzo il discorso di Fini, senza alcuna interruzione pubblicitaria. Cosa accaduta a mia memoria solo per le dirette di Paolini su LA7.
E proprio LA7 ha trasmesso in diretta l'evento, insieme a SKY, RaiNews e non so se altre emittenti si siano unite al coro, ma di certo so che queste lo hanno fatto.
A questo punto, dobbiamo dirlo con sincerità, si pone davvero un problema di visibilità della vera opposizione, già mortificata nella comunicazione durante tutta l'estate, secondo i numeri forniti sempre da LA7 sull'occupazione mediatica delle reti nazionali da parte dei singoli partiti.
Se dobbiamo parlare di par condicio questo deve essere possibile non solo durante la campagna elettorale, ma durante tutto l'anno. Ho potuto apprezzare in queste sere il nuovo telegiornale di Mentana, che mi ha un po' riconciliato con il giornalismo, perchè finalmente vedo qualcuno che se dice un'opinione afferma che sta dicendo una sua opinione e non un fatto, che riporta le fonti quando cita qualcuno, che fornisce dati e chiarisce responsabilità, non a capocchia, ma secondo le reali attribuzioni. Cosa che purtroppo non vedo più nel servizio di stato della RAI e non ho mai visto nei vari telegiornali del Presidente del Consiglio.
Questo per quanto riguarda la comunicazione.
Circa i contenuti di quanto ha detto Fini, mi vengono due considerazioni di base: la prima è quella del politico che parla più da opposizione al leader che da alleato. E non da opposizione interna, su questo ha ragione Bossi, ma d'altra parte, lo ricordo ancora, lui non doveva più prendere caffè con Fini da molto tempo. Adesso gli farà solo bene alla salute, viste le sue condizioni.
Fini attacca tutti i punti del programma di governo, dando praticamente dell'incapace a Berlusconi, con dovizia di particolari e di tesi; peccato che nessuno dei punti che egli tocca sia in realtà, originale. Tutti sono stati, nel corso delle ultime settimane, ripresi e analizzati da tutti i leader dell'opposizione vera, da Bersani a Casini, da Di Pietro a Vendola a Chiamparino e a moltissimi altri che, durante il periodo estivo, si sono alternati, spesso ingnoti alla grande massa, per affermare l'opinione dei partiti.
Scuola, sanità, sicurezza sono state duramente criticate, e ben sappiamo che le "TRE ESSE" sono il fulcro di qualsiasi Stato democratico, insieme alla Giustizia. L'aver rivendicato con forza l'onestà e l'indipendenza della Magistratura dalla politica è stato da sempre il cavallo di battaglia di Di Pietro. La Famiglia dimenticata, trascurata, sbeffeggiata da un Governo che non le ha saputo dare nessuna aiuto concreto, nè in termini di tassazione (PD), nè di "Quoziente Familiare" (Casini): quante volte l'opposizione ha detto queste cose?
Ma soprattutto, dov'era Fini e dov'erano i suoi, nelle file del PdL quando c'erano, a difendere questi diritti, a sostenere queste tesi? Oggi si sentono espulsi, ma fino a ieri erano loro stessi correi di quanto denunciano. E questo non li assolve.
Secondo punto, il Fini istituzionale. Reclama una maggiore sobiretà e minore litigiosità della politica, ed anche qui mi viene da dire che in molte occasioni sono stati lui ed i suoi graduati (visto che si è parlato di generali, colonnelli e capitani) a soffiare o lasciar soffiare sul fuoco delle tensioni, delle accuse e delle smentite.
Ancora ieri, alle domande dei giornalisti sulle tensioni in maggioranza Cicchitto rispondeva serafico che tutto era calmo e sotto controllo, quando era palese a tutti che non fosse così, che attacchi e bave alla bocca di molti esponenti del centrodestra erano di una tale evidenza che non servivano nemmeno commenti.
Le elezioni sono alle porte, ed ancora una volta mi sento di dire che la mia previsione si è rivelata corretta. Un governo ingessato come questo fa solo male al Paese. La notizia odierna di Berlusconi che intende rivolgersi al Capo dello Stato per chiedere di mandare via Fini è in bilico tra ridicolo e anticostituzionalità.
I veri problemi del Paese sono ancora una volta messi da parte. Ci sono migliaia di insegnanti precari che sono, a pochi giorni dall'inizio della scuola, senza un incarico, c'è la scuola che rischia di cominciare nel caos.
La Sanità in ginocchio, l'assistenza che toglie risorse per i ragazzi down, i tagli nella scuola per gli insegnanti di sostegno: fatti nn degni di un Paese civile e la manovra economica non credo potrà essere rispettata, anche perchè viaggia su binari che in molti casi sono discrezionali, le riduzioni di spesa e di cassa sono tutte da verificare e non escludo, benchè Tremonti farà di tutto per evitarlo, una nuova manovra a fine anno.
In ogni caso abbiamo centinaia di migliaia di giovani senza lavoro o con un lavoro talmente precario che non può essere definito tale. Sappiamo per certo che la ripresa in Italia non c'è ancora e forse non ci sarà mai. Abbiamo un debito pubblico tra i più a rischio del mondo, eppure si minimizza su questo punto.
Mi chiedo cosa sarebbe successo se Prodi anzichè un paio di voti maggioranza, la passata legislatura, ne avesse avuti una ventina, giusto il minimo per tirare avanti fino alla fine. Avrebbe concluso il suo mandato la prossima primavera e di certo il debito pubblico sarebbe stato inferiore all'attuale e le condizioni di ripresa del Paese più chiare. Forse perfino le tasse sarebebro potute essere più basse, perchè si stavano per attuare delle disposizioni in materia che avrebbero permesso questo. Durante la crisi non si sarebbero dati soldi a pioggia agli industriali e niente alle maestranze e forse anche la Famiglia avrebbe potuto avere qualche cosa di più.
Inutile piangere sul passato, ma sarebbe stupido nominare oggi Fini capo dell'opposizione.

1 commento:

alberto pirani ha detto...

Fini è un uomo di destra e di destra rimane. E' sicuramente corresponsabile delle scelte governative di queti ultimi sedici anni, lo strappo è senz'altro determinato dalla necessità di non farsi schiacciare nella morsa Bossi-Berlusconi, però bisogna ammettere che ha volato alto nel discorso di domenica evidenziando carisma, ampiezza di visione, doti oratorie e di comunicazione non comuni e proponendo un modello di destra chiamiamola gollista o come vogliamo "presentabile"Il cofondatore, per contro, non è mai stato presentabile e l'ultima uscita di voler andare da Napolitano a chiedere le dimissioni di Fini da Presidente della camera conferma la concezione "bizzarra" che ha della democrazia. L'obbiettivo primario ora è diliberarci per sempre di SB e pensare a creare i presupposti per una larga alleanza che abbia una proposta politica chiara per il Paese. Fini non può far parte di questa alleanza, probabilmente si troverà alleato di Casini e Rutelli nel terzo polo con il quale un centrosinistra con idee chiare potrà dialogare per un governo efficace del Paese la cui situazione economica non è quella dipinta da Tremonti e che deve urgentemente iniziare ad uscire dal pantano nel quale il pifferaio di Arcore l'ha trascinato

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