Alessandro Berteotti

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venerdì 12 febbraio 2010

La fragilità del giudizio

Cercando di continuare il discorso sul lavoro, arriviamo al punto in cui solitamente una volta l'anno, un lavoratore dipendente arriva ed è quello della verifica col capo.
Il problema si pone per tutte quelle figure che hanno un lavoro difficile da valutare, qualitativamente e quantitativamente. Ad esempio, se fossimo di fronte ad un cottimista, potremmo facilmente contare quanti pezzi ha fatto e come li ha fatti, da cui determinare l'affidabilità del soggetto.
Ma quando questo accade in un'azienda dove esiste un sistema piramidale a più livelli, parliamo di almeno un'azienda con 200 dipendenti e più, il sistema di valutazione diventa difficile e talvolta complicato, soprattutto quando si cerca di renderlo trasparente.
Uno dei sistemi più in voga si rifà ad una sigla inglese, MBO (management by objectives, gestire attraverso obiettivi): sembrerebbe semplice e trasparente, ma non è così. In sostanza, si tratta di assegnare obiettivi raggiungibili, misurabili e definiti per valutare la produttività di un dipendente. Peccato che ogni tanto il valutatore non sia in grado di fare questo lavoro ed il suo metro si discosti terribilmente dal percepito del lavoratore, oppure viceversa.
E' quanto mai difficile creare delle situazioni neutre di giudizio che permettano di poter confrontare serenamente la questione, per cui alla fine almeno una delle parti (non necessariamente il dipendente) avrà la sensazione che la valutazione non sia stata corretta.
Dal sistema di valutazione dipende la carriera del lavoratore dipendente; trovare ostilità da parte di un capo potrebbe voler dire non riuscire più ad avanzare in carriera, creando frustrazione e situazioni di involuzione psicologica. D'altra parte, ci possono essere persone disposte a tutti i compromessi del mondo pur di mantenere o migliorare la propria posizione.
Pubblico o privato, non fa molta differenza. La giustizia è un'arte difficile da amministrare, figurarsi quando a giudicare sono persone assolutamente prive di ogni equilibrio o troppo esposte emotivamente nei confronti del giudicato. Una volta era il "padrone" a decidere chi prendeva l'aumento e chi veniva licenziato, chi veniva promosso e chi non avrebbe presso un ghello.
Un sistema profondamente ingiusto, ma incontestabile.

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