Alessandro Berteotti

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lunedì 9 novembre 2015

Il complotto

Ieri a Valencia (Spagna) si è giunti all'epilogo della triste vicenda del mondiale MotoGP 2015. Gli italiani gridano allo scandalo nei confronti dei piloti spagnoli che hanno evitato di battagliare per far perdere il mondiale a Valentino Rossi. Eh, sì, perchè di questo si è trattato: non una corsa per vincere, ma per far perdere. Su questo tutti i cronisti italiani e buona parte di quelli stranieri sono concordi.
Ci sarebbe già molto da dire solo su questo, sulla sconfitta dello sport e in particolare delle competizioni motociclistiche, di gran lunga (ancora più che nell'automobilismo) sport individuale.
Eppure, quando nello sport si introducono interessi economici rilevanti, scommesse ed altri fatti estranei allo sport, possono anche accadere fatti come questo.
Mi permetto pertanto di sottoporre alla vostra attenzione un diverso modo di lettura di questo avvenimento, quello di un complotto contro lo sport in generale e contro Valentino Rossi e la Yamaha in particolare.
Io non ho conoscenze dirette dei fatti, come credo la maggior parte degli spettatori e degli sportivi che seguono queste gare, ma un'idea dopo oltre quarant'anni di passione per la moto me la sono fatta.
Valentino Rossi è un'icona di questo sport, ha una storia personale di più di vent'anni di gare e successi, 9 mondiali e centinaia di podi. Alla sua età molti altri corridori erano già scesi dalla moto o erano ancora attivi, ma in fondo alle classifiche perchè i giovani li superavano. Valentino no.
Lui lotta ancora per il mondiale, ha capacità e abilità capaci di piegare anche il più ardito dei ventenni. Perchè Valentino ha un carattere e una forza mentale che gli altri non hanno.
Lo ha dimostrato nella gara che, secondo me, ha innescato questo complotto contro di lui: Misano.
Mentre gli altri entravano a cambiare le gomme quando ha smesso di piovere e la pista si asciugava, lui è rimasto fuori e ha costretto Lorenzo (che faceva gara su di lui) a dover prendere la decisione di cambiare le gomme e poi tentare di guadagnare su di lui il più possibile. Risultato: Lorenzo si stende.
Da quel momento appare chiaro che Valentino è più vicino al mondiale e soprattutto, che nessuno spagnolo vincerà alcun mondiale nel 2015. Sarebbe stata la prima volta dal 2002 che nessuno spagnolo vinceva un titolo mondiale del circuito di motociclismo.
Chi poteva avere interesse ad ordire questo complotto? Sicuramente qualcuno all'interno della Federazione Spagnola, la Honda che avrebbe potuto mettere della zizzania in casa Yamaha e, se le voci di corridoio sono vere, portarsi a casa un campione del mondo in carica (Lorenzo). Ma possono avere avuto un ruolo anche sponsor, scommettitori e altri interessi economici: chi avrebbe scommesso su Valentino campione ad inizio anno?
Ecco perchè i piloti spagnoli (ed in particolare Lorenzo e Marquez) si sono coalizzati contro Valentino. Credo nella buona fede di Pedrosa, alla ricerca di un riscatto personale, e l'intimidazione di Marquez all'ultimo giro, quando Pedrosa stava per sorpassare lui e Lorenzo, appare ancora più chiara come il gesto antisportivo di un anticampione.
Se la Federazione internazionale non fosse così pavida e coinvolta come ha dimostrato di essere di fronte al ricorso di Valentino al TAS, sicuramente avrebbe materiale per indire almeno un'inchiesta su questi fatti. Il comportamento quanto meno strafottente di Marquez verso Valentino a Sepang stride in maniera assordante contro il fatto di non aver tentato nel GP di Valenzia nemmeno di infastidire Lorenzo, nemmeno un tentativo di sorpasso anche quando era evidente che ne aveva la possibilità tecnica e sportiva.
Vedere lo sport maltrattato in questo modo fa male. Noi italiani ce l'abbiamo per il fatto che ad essere danneggiato sia stato Valentino, ma in generale è stato commesso un crimine sportivo sotto gli occhi di tutti senza che nessuno dei vertici della Federazione prenda posizione.
La caduta di Marquez a Sepang è stata frutto della provocazione, a cui Valentino, per quanto, non ha saputo sottrarsi, proprio perchè non è una macchina ma un essere umano. Marquez probabilmente sarebbe caduto anche senza il calcetto di Valentino, ma quel gesto gli ha dato l'occasione di enfatizzare il suo sacrificio.
Io mi auguro solo che qualcuno abbia il coraggio almeno di voler cercare la verità, oltre le false giustificazioni sulle prestazioni della gara di ieri e su quello che a noi non è dato sapere, ma che gli strumenti di gara possono senz'altro chiarire con la telemetria.
Lo voglio sperare per lo sport della moto, che adoro troppo per vederlo calpestare così.

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