Alessandro Berteotti

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domenica 16 maggio 2010

La natura democratica

Una delle cose di cui raramente ci si rende conto, è che la politica è ovunque; più noi cerchiamo di starne lontano, più essa ci circonda, ci abbraccia, ci inzuppa.
Esistono varie forme di politica, non solo quella classica che conosciamo fatta sui banchi del Parlamento o di un qualsiasi consiglio di Ente locale: esiste la politica economica, la politica aziendale, la politica sociale, e via dicendo. In pratica ogni aspetto della nostra vita si traduce in politica.
La democrazia è una delle forme di espressione della politca, una delle sue manifestazioni primarie, attuabile proprio nei settori più inattesi: il goveno popolare si può concretizzare, ad esempio, nella gestione delle azioni di un'azienda attraverso l'azionariato popolare.
Io qui vorrei riprende il contenuto di una recente intervista che mi fece Andrea Aliverti qualche giorno fa, sulla presentazione dell'iniziativa di AGESP Energia sui "1.000 tetti fotovoltaici".
Fare in modo che mille famiglie possano dotarsi di un impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica dal sole, mettendo a disposizione il proprio tetto, fa pensare che si sia voluto fare comunque una scelta politica non democratica: dare questa opportunità ad alcuni è, infatti, una scelta consapevole e discriminate. Perchè?
Perchè se non ho un tetto da mettere a disposizione, non posso accedere a questa offerta. Quindi i cittadini sono discriminati non sulla propria volontà di accedere o meno, ma su quella di avere un determinato tipo di proprietà. Se non avete un tetto su cui mettere il vostro impianto, questa offerta ve la sognate.
Anche per questo motivo non mi è piaciuta questa iniziativa, oltre a quanto avevo già dichiarato a riguardo.
Ho avuto modo di confrontarmi con Broggi, il Presidente di AGESP, il quale mi ha chiesto quale sarebbe la mia idea, la mia proposta su questo argomento. Ho già detto che per me la soluzione è nei campi solari, ampie aree attrezzate con una quantità industriale di pannelli fotovoltaici.
In questo modo si può meglio gestire e sfrutare la potenzialità delle celle, il campo può crescere in modo strutturato e può essere aggiornato con maggiore semplicità ed economicità rispetto ai singoli impianti. E si può dare davvero una dimensione democratica a questo intervento. Come? Semplice.
Basta che ogni cittadino venga messo nella condizione, a prescindere dalla disponibilità di un tetto da adibire a fotovoltaico, di acquistare i propri kilowatt di potenza direttamente dal campo. In altre parole: se io metto in atto un campo fotovoltaico di 3.000 kilowatt, dò la possibilità a 1.000 cittadini di poter avere il beneficio dei classici 3 kilowatt, così come da progetto presentato. Solo che così si allarga a tutti i cittadini la possibilità di aderire all'iniziativa, senza limitarla a chi dispone di un tetto adatto.
Il problema è quello della reperibilità dell'area? Mi sembra che presso la zona industriale di Sacconago abbiamo ampie aree che potrebbero essere adibite a questo scopo; il Comune poi, potrebbe proprio essere uno dei primi interessati a questa proposta.
Un azionariato popolare, dove i cittadini potrebbero avere tutti le stesse possibilità di accesso e godimento, una vera istanza democratica che non sia discriminante all'origine. Se vi pare poco...
Dimenticavo una cosa: il sole è per sua natura democratico. Dà la propria luce ed il proprio calore a tutti, e a nessuno chiede quale sia il colore della pelle, quali siano le proprie idee politiche o se hanno un tetto adatto per il fotovoltaico. Lui fa il suo mestiere e basta, un vero esempio democratico.

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