Alessandro Berteotti

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mercoledì 9 settembre 2009

I fallimenti di Silvio e l'addio a Mike

Per alcuni giorni sono rimasto a guardare, distrattamente, gli avvenimenti del mondo, senza trovare spunti per commentare in maniera diversa la realtà, rispetto a quanto ho fatto negli ultimi tempi.
La speranza era che qualcosa potesse cambiare. Sbagliavo.
Nelle ultime due settimane sono successe cose che in qualsiasi paese civile, fino a 10/15 anni fa, avrebbero fatto venire la pelle d'oca al comune cittadino, lo avrebbero fatto arrabbiare, avrebbero scatenato commenti al vetriolo da parte della stampa.
La vita del nostro paese, invece, continua, pur tra mille traversie, pur tra un milione di bugie, pur tra l'indifferenza e l'insensibilità che invece dovrebbe scaldare il cuore delle persone, a prescindere dal proprio pensiero politico.
Il problema è sempre lui, Berlusconi. Se la spassa con allegre signorine pagate da facoltosi faccendieri e nessuno si indigna. La ex moglie Veronica, che aveva denunciato lo stato patologico del marito di fronte al sesso è stata fatta passare per schizofrenica se non peggio. Le ragazze che sono state protagoniste di questa triste storia (D'Addario e Noemi) hanno conquistato le copertine dei settimanali, dei giornali, fanno serate in disco e vengono fotografate ad ogni passo.
Un giornalista che per primo ha osato intralciare la strada del nostro cavaliere è stato bellamente fatto fuori, professionalmente parlando, attingendo a scandali che, a confronto di ciò che capita quotidianamente al Premier, sono da scuola materna del gossip. Eppure Boffo, da serio profesisonista, ha dato le dimissioni, caso più unico che raro.
Il nostro amatissimo Presidente, ha poi dato dei "cospiratori" ai giudici di Milano, Palermo e, in generale, a tutti quei giudici che si permettono di mettere il naso in affari che lo riguardano o riguardano suoi amici parlamentari e non: un atteggiamento intimidatorio incredibile, in un paese libero. Giustizia e Politica devono restare poteri disgiunti e indipendenti per garantire la democrazia.
Eppure non siamo alla dittatura, dice ieri sera ai telegiornali un Silvio più tirato del solito, quasi affiora il suo malessere dal ghigno ironico col quale cerca invano di mascherare tutto il suo nervosismo. E qui gli arriva il primo vero siluro mediatico, frutto di un'azione politica del Centro che ormai sembra essere prossima a sferrare il suo attacco definitivo.
Subito dopo il servizio del TGUno che mostra il sorriso smagliante e indeformabile del Presidente che nega l'esistenza di attriti ed incomprensioni con Fini, ecco partire quello con la smentita del Presidente della Camera, che invece rincara la dose.
Silvio fa la figura del bugiardo e viene data una importante spallata alla sua credibilità: per la prima volta gli viene dato, pubblicamente e nel TG nazionale più fedele, del bugiardo, con tanto di prova documentale. Senza possibilità di smentite, perchè le parole di Fini si odono distinte e chiare.
Un distacco, come ho già avuto modo di indicare in altri post, dalla sua storia che ne ha fatto un personaggio vincente: lo ha ripudiato la moglie, lo ha ripudiato il suo "delfino" Fini (forse anche un po' stanco di fare il delfino da una vita, prima di Almirante ed ora di Silvio) e lo ha ripudiato pure, nello stesso giorno e, seppure in modo diverso e molto più drammatico, il suo mentore televisivo, il caro vecchio Mike Bongiorno.
Ecco, questo mi sembra il giusto giro di boa. Mike ci lascia, finisce la sua storia umana per entrare nel mito. Negli ultimi trent'anni, è stato compartecipe e protagonista dei successi mediatici di Berlusconi, che però lo aveva già scaricato tempo fa, come dichiarò a "Che tempo che fa".
Quasi per contrappasso, lo stesso giorno Berlusconi viene scaricato dal sistema televisivo che lui ha voluto e governato.

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